Sul gender

Non ho mai voluto addentrarmi nella follia delle recriminazioni sul “gender” e sulla teoria del gender , che fanno gli americani. Ho sempre pensato che , alla fine , si tratti della solita pila di letame fumante uscita dalle universita' non STEM degli USA.

Per inciso: se volete studiare materie scientifiche, o economiche, o giuridiche, probabilmente la Ivy League americana e' la scelta giusta. Ma se volete studiare materie umanistiche, state lontani dalle universita' statunitensi. Sono lammerda pura.

Ed e' per questo che , alla fine, non ci ho mai badato piu' di tanto. E quando gli americanoidi italiani cercano di importare qui tale mmerda, penso semplicemente che – nel caso del gender – stiano cercando un drago. Un avversario immaginario da combattere, e forse sconfiggere, solo per il gusto di dire che hai sconfitto almeno un avversario. Come i draghi, insomma. Per essere un cavaliere dovevate sconfiggerne uno.


Della teoria del gender si dicono cose, del resto, che NESSUNA teoria dice. Nessuna. Se non robe uscite dai campus americani, inventate di sana pianta da studenti che si sono riuniti a decidere dentro a qualche “safe zone”, dove erano al sicuro da qualsiasi critica.

Il guaio e' che le safe zone sono fatte da studenti ricchi, e quindi qualcuno deve scrivere libri per loro. Per esempio, una certa Butler.

Ma se andiamo a teorie , diciamo accettate per un qualche spessore accademico, scordatevi di potermene mostrare una. Non ce ne sono.

nessuna teoria scientifica con un minimo di riscontro o spessore e' mai arrivata a contestare l'esistenza del sesso biologico. Nessuna. Punto.

Del resto, se accennate a questa discussione, la domanda che vi fanno e' di una banalita' sconcertante: “che cos'e' una donna?”. Una domanda che e' di una facilita' estrema, cui si risponde banalmente.

Per definire un sesso biologico ci servono tre cose:

  1. Saper distinguere un Homo Sapiens da tutto il resto (rettili, insetti, oggetti, etc)
  2. Saper distinguere un ovulo umano da uno spermatozoo umano.
  3. Saper distinguere un Homo sapiens umano sano, da uno malato.

A questo punto, definire cosa sia una femmina biologica e' semplice:

Definiamo come femmina biologica di homo sapiens un membro sano della specie homo sapiens che alla nascita abbia una probabilita' superiore a zero di produrre ovuli nel corso della vita.

Non ci vuole moltissimo. Potete applicarla anche ai maschi. Per il resto c'e' Bayes.

Non capisco proprio questa fissa di chiedere cosa sia una donna. Ma la Butler, sia chiaro, e' questa qui:

https://en.wikipedia.org/wiki/Judith_Butler

quindi se non e' stata fraintesa e' semplicemente perche' e' troppo confusa, inconcludente e falsa per poterlo fare.


Ed in effetti tutta questa questione rimane sorprendentemente stupida. Cosi' mi sono messo a cercare in giro, chiedendomi:

e va bene, non esiste alcuna teoria vera che dica quelle cose. Ma potrebbe esisterne una che dice cose simili, ed e' stata palesemente fraintesa?

La risposta e' si'. Esiste una filosofa, una certa Butler, che ha scritto molte cose riguardo al genere. Molte vere, molte false, moltissime semplicemente strampalate. In generale, definirei le sue teorie come “un misto di merda e gelato, che si sforza di sembrare una torta ma nega di esserlo”.

Diciamo che la Butler ha scritto un sacco di immani boiate, ma lo ha fatto in maniera cosi' confusionaria e disordinata che possiamo dire che sia stata fraintesa. E' stata fraintesa semplicemente perche' parla in maniera cosi' sconclusionata e ambigua, che se anche avesse voluto dire qualcosa nessuno poteva capirlo. Per la presunzione di innocenza, cioe', sostengo che il problema della Butler sia di non essere capace di scrivere con chiarezza quel che pensa.

E il problema e' che i filosofi, ultimamente, hanno sviluppato quello che chiamano “linguaggio tecnico” , per imitare la scienza e godere dei suoi successi in termini di reputazione. Questo linguaggio tecnico pero' non usa termini ad hoc, per esempio che so io “bosone”, o “induttanza” , che hanno un senso preciso dentro un preciso ambito.

No: hanno usato gli stessi termini che si usano nel parlato naturale, semplicemente dicendo che hanno un significato diverso. Un gergo, insomma, non un linguaggio tecnico.

Cosi', quando la Butler scrive che il genere e' “performativo” , siamo tentati di leggere che sia una performance, ma no: nel linguaggio tennico dei filosofi, performativo non ha nulla a che vedere con performance. O meglio: si, ma anche no. Tipico della precisione proverbiale dei filosofi.

E' molto facile pensare che la Butler abbia detto tutte le cazzate che le si attribuiscono, e' piu' difficile dimostrare che le abbia dette, e se ci si addentra un pochino nel linguaggio tecnico dei filosofi, si capisce bene che ha cercato, come al solito, di far soldi scrivendo cazzate, per poi poterle negare quando parla con chi e' sano di mente.

Allora: esistono i due generi , maschile e femminile secondo la Butler?

Ci sono due risposte “Butleriane” a questa domanda.

  1. SI: A patto che la societa' abbia un'idea vaga, e superficiale del concetto di genere, possiamo dire che le persone si posizionano dentro un qualche spazio perso nella vaghezza dell'idea del genere.
  2. NO. Poiche' l'idea che la societa' ha di genere e' vaga e superficiale, possiamo coprire l'idea di critica fino a sminuzzarla.

Va bene, ma... alla fine? Ecco il punto: la filosofia NON si propone di fornire conclusioni terminali alle domande. Quindi, alla fine,,, si e no.

E allora, esistono i sessi biologici? La risposta della Butler (che evidentemente non ha mai capito nulla di biologia) e' circa questa:

  1. SI. Se abbiamo un'idea abbastanza vaga delle differenze materiali tra maschi e femmine, possiamo arrivare alla conclusione che esistano, e sapere come mai a rimanere incinta e' stata mamma.
  2. NO. Se abbiamo un'idea molto vaga su alcune differenze biologiche, non sappiamo cosa sia un SRY, non abbiamo idea di cosa sia la statistica, possiamo aggredire verbalmente qualsiasi definizione, tranne le definizioni.

E di nuovo piombiamo in una intederminazione tale, da poter sopportare la “pataconclusione che la Butler puo' negare di avere detto quando e' tra persone serie”, ma anche la “conclusione farlocca che nelle universita' americane e' molto amata”.

In pratica, la Butler e' stata cosi' furba da scrivere una cosa che puo' negare di aver detto se finisce di fronte ad un pubblico sano di mente, ma puo' sostenere di fronte ad un “safe space”.


Se ci muoviamo quindi nello spazio della politica, abbiamo una situazione bizzarra.

  1. possiamo usare gli stessi espedienti della Butler per sostenere che e' stata fraintesa e la Butler non ha mai detto queste cose.
  2. possiamo usare gli stessi espedienti della Butler per sostenere che le persone hanno capito benissimo, e lei e' convinta di queste cose.

In italiano si chiama “Paraculismo”, ma non esiste un termine corrispondente in altre lingue.

Andiamo alle domande concrete.

La Butler dice che i ragazzi possono scegliere di che genere essere?

Ni. DIce che il genere e' performativo. Non dice che una persona, on top del suo sesso biologico, o di uno stato senza genere, possa scegliere come performare e assumere il genere che vuole (o inventarne uno). DIce che la cosa e' performativa, che nella pseudolingua tecnica dei filosofi, significa che ognuno recita il proprio genere, ma non e' detto che sia una scelta, tantomeno una libera scelta. Diciamo che e' una recita, chi ha deciso il copione e chi paga il biglietto la Butler non lo dice. Ma e' una recita.

la Butler dice che i ragazzi dovrebbero cominciare la transizione di genere prima della puberta'?

Ni. E' chiaro che il genere sia “performativo”, ma sulla scrittura della performance dice poco, nel senso che chiunque potrebbe, secondo lei, essere l'agente determinante di questa performance. Magari sei trans perche' lo dice la societa', o perche' lo dice la famiglia, o perche' lo dice il dormitorio dell'universita' che frequenti, o perche' lo dice Calimero. Non importa, ma siccome la Butler NON crede che esista il “vero” genere sessuale, perche' tutto e' performativo, allora non si legge nemmeno esplicitamente che le persone dovrebbero cambiare sesso ai bambini. Ma non lo nega.

e cosa dice la Butler della quesitone LGBT?

QUi sono un pochino perplesso, perche' la Butler spesso parla delle lesbiche come delle non-donne. A volte le confonde con dei maschi, a volte semplicemente le tira fuori dall'insieme delle donne. Confonde, cioe', le preferenze sessuali con il genere, e anche col sesso. Di per se', sembra priva di quell'educazione sessuale (comprensiva di temi LGBTQpasswordperilwifi ) che in suo nome tutti chiedono. Leggendo i suoi libri viene da chiedersi se abbia una vaga idea di cosa stiamo parlando, o se sia cresciuta su Marte Grokkando le uova che saltellano.(cit).


Opinioni personali e aneddoti vari.

Come ho gia' scritto, fino a pochi decenni fa il sesso arrivava insieme alla riproduzione. Una percentuale massiccia di rapporti sessuali portava alla riproduzione. O ci stava provando. O la possibilita' era incombente. In questa situazione “di che sesso sei” coincideva con “che ruolo hai nel processo riproduttivo”?

Oggi come oggi, per via di costumi diversi e di mezzi anticoncezionali, la quasi totalita' dei rapporti sessuali avvengono per il piacere. Di conseguenza, chiedersi quale sia il ruolo riproduttivo di persone che non si riproducono quasi e' inutile. La domanda sensata e' “che ruolo hai nel rituale del piacere”. In questo caso, effettivamente, ci possono essere i ruoli piu' disparati.

Questo processo ovviamente sta causando confusione nelle menti deboli, tipo i cattolici o i fascisti. Ma non e' che io debba rispondere alle domande di Vannacci, la cui educazione sessuale viene chiaramente da quello che ha letto sui muri dei cessi.

Educazione sessuale nelle scuole.

Vivo in un paese, la Germania, dove si fa. Ho seguito un pochino il percorso di mia figlia. Ma alle elementari nessuno le parlava di cose LGBT, e a dire il vero nemmeno di sesso: alle elementari le spiegavano che il suo corpo sarebbe cambiato, che ai maschi si sarebbe ingrossata la voce, che sarebbero cresciuti peli, e di non cadere nel panico se per caso veniva versato del sangue, di chiamare mamma, e di stare calme. Alle elementari non sono mai andati oltre questo, e l'hanno presa ben larga. C'e' da dire hanno tolto molta ansia di torno, quindi approvo l'idea.

Sono arrivati a tematiche LGBTQpassworddelWifi solo attorno ai 14-15 anni. pAgina 117 del loro libro era interessante, perche' passavano in rassegna anche le parafilie e i feticismi. Chiamandoli esattamente parafilie e feticismi.

Qui devo dire che al liceo si sono approfonditi bene i temi, i primi anni hanno continuato con lo sviluppo del corpo e delle sensazioni che avrebbero provato (o che potevano gia' provare) , sino a spiegare come ci si riproduce. In circa 6 anni, hanno spiegato praticamente tutto quello che c'e' da sapere. A meno che Youporn non inventi un altro genere. Compresa una seduta nella quale hanno separato femmine e maschi, e hanno spiegato – usando una banana – come si indossa il preservativo. Ad entrambi i sessi. Usando una banana per le ragazze, non so cosa abbiano fatto coi maschi, onestamente. So che li hanno separati nel caso specifico. Non avendo figli maschi, non saprei.

In generale, comunque, non vedo molto stress su questo argomento, quindi operano una sdrammatizzazione che poi nella societa' si vede.

C'e' da aggiungere che mia figlia fa il gymnasium, cioe' la scuola per i ragazzi col QI piu' alto, gli unici a poter fare l'universita'. Non so cosa spieghino alla scuola inferiore per IQ, la RealSchule, e non ho idea di cosa spieghino alla HauptSchule, la scuola minima, di base.

Vorrei che questo venisse fatto nella scuola italiana?

In principio si, ma non ci sono i docenti per farlo. Parliamo di una scuola dove un'insegnante vittima di revenge porn viene licenziata, tra gli applausi degli altri docenti e della preside, in nome della decenza. A quel punto, preferisco che si educhino su Youporn. Non puoi educare i minori con questi adulti.


In definitiva, potrei dire che sia coloro che sostengono “la teoria del gender” , sia coloro che la avversano, stanno parlando di una discussione sterile perche', se tutto questo viene dagli scritti della Butler, la Butler e' cosi' confusa sull'argomento e scrive in un modo cosi' ambiguo, che alla fine stanno parlando del nulla.

La Butler descrive il genere e il sesso in maniera cosi' incompetente e nebulosa che viene da chiedersi se si sia mai toccata liggiu' , non dicendo esplicitamente NULLA, cosa che consente ai politici di destra di fraintendere a piacere, e anche ai politici di sinistra di fraintendere a piacere.


Se proprio dovessi esprimere un parere filosofico, mi chiedo che fine abbia fatto la liberta' personale in tutto questo. Mi chiedo, cioe', che bisogno abbia una persona transessuale di dimostrare che e' transessuale perche' qualche legge fisica o biologica o sociale non le danno scampo.

Vestirsi da donna, farsi crescere le puppe, apparire completamente come donne, se siete maschi, non e' illegale. E' quindi nel campo delle liberta': non ti devi inventare che hai la disforia di genere, che hai un cervello da donna in un corpo da uomo (cosa che nessuno ha mai dimostrato seriamente), o altre cose: puoi farlo perche' e' legale, e se ti piace farlo sono cavoli tuoi, fallo e basta. E se ti chiedono perche', puoi dire “perche' sto bene cosi”. E' sufficiente.

Per essere felici non ti serve il certificato medico e la giustificazione firmata.

Stessa cosa per il gay si nasce, il bisogno di tirare di mezzo un fattore (genetico? biologico? medico?) che ti spinge ad essere gay e non hai scelta. La scelta ce l'hai, hai scelto di essere gay, e' legale , e quindi non ti serve un certificato medico per giustificarti.

Tutta questa dialettica per la quale le persone GLBTQpassworddelWifi vanno lasciate in pace perche' se sono cosi' non e' colpa loro e gay si nasce, o hanno la disforia , a me non piace per nulla: dove e' finita la liberta'?

Perche' nessuno di voi riesce a dire, semplicemente, “sono adulto e vaccinato e ho scelto di essere cosi', e siccome e' legale cazzovuoifottiti? “

Uriel Fanelli


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