Sul filtro anticazzate

Ho menzionato spesso di sentirmi irritato quando una certa narrativa non supera il mio filtro anticazzate, e le persone allora usano l'argomento dell'autorita', peraltro assurdo, quale “lo dicono tutti” o “lo sanno tutti”, o “si e' sempre fatto cosi'”, “e' cosi' perche' lo dice lui”. Vorrei spiegare come funziona, in linea di massima.

Allora, innanzitutto di solito le cose di cui si parla sono cose che non si possono osservare direttamente. Se mi sta morendo una pianta, lo posso vedere. Se la lavastoviglie non funziona, lo posso vedere.

Se invece qualcuno cerca di farmi credere qualcosa, allora la cosa cambia. E il problema non e' solo la fonte o la credibilita'. Il problema e' la cosa stessa.

Per esempio: “cosa cambia dopo le elezioni in Russia?”

A quel punto, per prima cosa il mio filtro anticazzate reagisce alla cosa.

La cosa esiste? Ha senso in se'? Puo' esistere? Puo' succedere? La definizione e' accettabile?

Nel caso delle “elezioni in Russia” , e' chiaro che la cosa non esiste. E' quindi una finzione. Che tipo di finzione? A chi e' destinata? Se e' destinata all' Occidente, allora la domanda sara' “Dopo un'elezione che vede solo l'occidente, cosa cambiera' in occidente?”

se la cosa esiste, che cos'e' di preciso? Esiste da sola o ha delle cause? E' parte di un fenomeno piu' grande?

Esempio: “problema dell'immigrazione clandestina”. Esiste? Certo. Esiste da sola? No. Ha bisogno di una Libia al collasso che riceve i flussi e non li ferma. Il problema quindi non e' “Problema dell'immigrazione clandestina” diventa “il problema di una Libia fuori controllo”.

se la cosa esiste e ha cause, ha definizioni equivalenti che ci consentono di arrivare a conclusioni piu' logiche?

“Il problema del riscaldamento globale” puo' essere descritto come “il problema dell'inquinamento?”, per esempio? Puo' essere descritto come “il problema dell'industrializzazione?” . E se lo facciamo, notiamo discrepanze tra le conclusioni che otteniamo parlando di “riscaldamento globale”?

se la cosa esiste da sola, ha anche altri nomi? Usando altri nomi, le conclusioni cui arriviamo sono le stesse?

“Briatore non riesce a trovare camerieri tra i giovani” e “nessun giovane vuole lavorare per Briatore” ci portano nella stessa direzione?. “Apple delude le previsioni degli analisti di borsa” e “Gli analisti di borsa sbagliano le previsioni su Apple” ci portano dalla stessa parte?

Dopo questo primo passaggio, avrete filtrato fuori quasi tutti gli espedienti dialettici che vogliono portare il vostro pensiero in una direzione precisa.

Le cause sono visibili, abbiamo una descrizione decente della cosa, mancano gli effetti della cosa.

“L' Ukraina ha finito le munizioni e gli uomini, i Russi potrebbero vincere”.

Adesso, il punto e': stiamo dicendo che OGGI l' Ukraina ha finito armi e munizioni. Quindi, i russi DOVREBBERO vincere oggi. Sono avanzati di soli 8-10 chilometri. Se la nazione e' indifesa, cioe' senza uomini e senza armi, perche' sinora non vediamo un'avanzata fulminea? Dove sono gli effetti della cosa?

l'informazione viene venduta come accertata

Spesso i giornali titolano “nella mente di Putin” , o “Putin ha paura” , “Adesso Biden ha paura che”: a meno che non lo abbiano dichiarato loro – che non sarebbe comunque sufficiente – come diavolo avreste avuto quest'informazione? C'era un giornalista di vostro giornale a letto con Biden mentre lo confidava alla moglie?

Quando non e' possibile che la fonte X abbia una tale informazione, cassate tutto. E' improbabile che ci sia un giornalista del Resto del Carlino durante le riunioni segrete dello stato maggiore Ukraino. Punto.

a proposito di segreto, attribuire credibilita' mediante occultismo.

L'occultismo e' la materia che studia materie occulte, cioe' nascoste. Il guaio delle cose nascoste e' che non le trovate sul giornale di Travaglio, o su Youtube. “Segreto” significa che non e' pubblico. Se fosse un segreto, non sarebbe in prima pagina.

I piani segreti che finiscono sui giornali mi lasciano molto perplesso: se e' su Youtube, non e' segreto. Quindi non e' un mistero. Quindi non ne eredita l'aria di credibilita' fideistica che e' tipica dei “segreti” ben custoditi che leggiamo sui mass media.

Cassate pure i segreti che non sono segreti.

la mia definizione di “propaganda” e' “uso della liberta' di parola contro la liberta' di pensiero”. Cioe', dare le notizie nel modo specifico in modo da togliervi la possibilita' di pensare quel che volete, cioe' spingervi a pensare altro.


A questo punto, parte il secondo filtro anticazzate. Quando non si puo' togliere o cambiare troppo la cosa, o avete ottenuto una descrizione (“un nome”) che non sia sviante , rimane da fare il resto. In genere la propaganda funziona cosi'.

  1. descrivo male la cosa.
  2. ci piazzo un ragionamento a cazzo
  3. porto le persone alla conclusione che voglio.

Adesso andiamo ai ragionamenti a cazzo.

C'e' da dire , a questo punto, che per piazzare dei ragionamenti a cazzo occorre prima aver “pastrugnato” per bene “la cosa”. Altrimenti non reggono i ragionamenti.

Se io dico che Apple ha fallito nel raggiungere le previsioni degli analisti, allora Apple ha un problema, allora deve licenziare gente.

Se io dico che gli analisti hanno fallito nel prevedere il futuro di Apple, allora gli analisti hanno un problema, e non andrebbero ascoltati.

Il ragionamento farlocco “Apple ha un problema quindi deve licenziare gente” , che e' comunque sbagliato, innanzitutto regge perche' abbiamo descritto male il problema. Questo solo per dire che i ragionamenti farlocchi funzionano solo se prima si mistifica la cosa.

Tagliar fuori i ragionamenti a cazzo e' complicato. Ci sono alcune guide alle “fallacie logiche”, ma il problema e' che introducono regole generali... che non funzionano sempre.

“Evitare l' IPSE DIXIT”, per esempio, sembra sensata. Sinche' non si inciampa nel consenso scientifico, che in termini accademici si costruisce con la peer review (che puzza molto di “perche' lo dicono loro” anziche' di “perche' lo dice lui” ) , e sino a quando non andiamo a dire che crediamo nel global warming perche' a questo ci porta il “consenso scientifico”.

Anche “non va bene attaccare la persona” e' rischiosetto: ci saremmo evitati un sacco di guai se, ascoltando Hitler, qualcuno avesse gridato “sei solo un pittore fallito, non sai nulla di ebrei, guerra, economia, societa', storia , trattati e non sei mai nemmeno stato all'estero”. Far notare che una persona e' completamente incompetente e' un attacco alla persona? Si. E' SEMPRE sbagliato? No. Anzi, nel caso della competenza propenderei per l'opposto.

QUindi, personalmente uso strumenti che sento piu' “formali” per scremare le cazzate.

Associare cose non e' utile per giungere a conclusioni corrette.

Posso dire che se lancio un gatto nero e una lampadina da una finestra, noto che atterrano nello stesso momento. E' corretto. Ma non posso dedurne che la sfiga viaggia alla velocita' della luce, perche' sto tirando in ballo un processo di associazione, associando il gatto nero alla sfiga e la lampadina alla luce.

Non funziona.

l'etimo NON e' un BUON modo per investigare la realta'.

Sostenere un ragionamento con il fatto che la tale parola significa questo o quello non ci aiuta a raggiungere conclusioni corrette. Non tutto quel che vale per la frutta vale per le orate solo perche' esiste la parola “pesca”. I giornali, specialmente negli inserti culturali, ne sono pieni: “la tal cosa, come dice la radice del nome, nasce dalla parola XYZ, e quindi stiamo parlando di questo”

No. Basandoci sull'etimo potremmo sostituire benissimo aviazione e ornitologia, o almeno faremmo fatica a dividerli. Quindi avremmo “aviazione, come dice l”etimo della parola, e' cio' che riguarda gli uccelli, quindi stiamo parlando di ornitologia”. Ma anche no.

le analogie devono essere ben formate.

innanzitutto, “tu somigli a tuo padre” non e' un”analogia. E' una relazione tra due cose. Le analogie sono ragionamenti fra QUATTRO cose. Per esempio: la birra senza alcool e' come il porno trasmesso alla radio.

Cosa abbiamo qui? Abbiamo quattro “cose” {birra, alcool, porno, radio} e l'analogia {e' come}. MA non basta. Occorre ANCHE una trasformazione che si conservi.

Cosa significa? Significa che birra senza alcool e' una relazione (senza) tra birra e alcool. Porno alla radio e' una relazione tra “porno” e “radio” (trasmesso alla). Per cambiare dominio, cioe' dalla tavola di una birreria ai microfoni di una radio, ho bisogno di una relazione che si conservi, e che converta “senza” con “trasmesso alla”.

Possiamo allora convertire il detto:

notiamo che “trasmesso alla radio” –> “senza immagini”, e:

“la birra senza alcool e' come il porno senza immagini”, ed ecco che le due relazioni sono uguali. Adesso, la relazione “e come” funziona. Quindi l'analogia e' corretta.

Se chiamiamo R la relazione “senza” , e la funzione di analogia come “F”, possiamo scrivere:

F(birra R alcool) = (porno R immagini).

Cosi' l'analogia funziona. Ma se non si fosse conservata “R” , cioe' se “R” non fosse stata la stessa (=senza) da entrambe le parti, l'analogia sarebbe crollata.

condizioni necessarie e condizioni sufficienti non sono la stessa cosa.

spesso si introducono ragionamenti assurdi invertendo le due cose. Per esempio: “siccome gli stupratori sono tutti uomini, allora tutti lo stupro e' un problema di tutti gli uomini”. Ma anche no. Si stanno confondendo condizioni necessarie con quelle sufficienti.

Che tutti gli stupratori siano uomini e' necessario per sostenere l'affermazione dopo, ma non sufficiente. Se non tutti gli stupratori fossero uomini chiaramente mancherebbe anche la condizione necessaria, ma ANCHE se tutti gli stupratori sono uomini non basta per dire che tutti gli uomini sono stupratori.

fermate subito il pensiero magico.

ci sono molti costrutti che vengono venduti per veri solo perche' possiamo coniare un termine e dargli una definizione chiara. Babbo natale e' un esempio, patriarcato e' un'altra, ma anche “razzismo internalizzato” o altre fesserie senza senso.

Il pensiero magico parte dall'ipotesi che per far esistere qualcosa basta definirla e descriverla con chiarezza. Se leggete il Congressus cum Daemone di Enrico Cornelio Agrippa, vi trovate decine e decine di demoni descritti con estrema chiarezza, e ognuno ha il proprio simbolo (sigillo nel libro) descritto con estrema cura nei dettagli. Il guaio e' che nessuno di loro esiste.

Quando un ragionamento fa “questo e' dovuto al patriarcato”, siccome per avere degli effetti il patriarcato dovrebbe esistere, la domanda e' “ma il patriarcato esiste?”. Ma se chiedete della sua esistenza vi sentite rispondere con la sua definizione, seguita dagli effetti che gli vengono attribuiti.... se solo esistesse. Senza alcuna prova della sua esistenza. Il pensiero magico si ferma chiedendo cosa siano le cose, “di preciso e in pratica”.

Come si entra nel patriarcato? Come e' organizzato? Chi e' il capo? Come viene eletto?

entita' che non si misurano e non si quantificano squalificano il ragionamento.

un ragionamento non si accetta come riferibile alla realta' se gli enti che “esistono” non sono quantificabili. Per esempio, “e' colpa della mentalita' ” non significa nulla. QUANTA mentalita' serve per causare delle conseguenze? E quanta ce n'e'? In cosa si misura? Ampere per Litro? fahrenheit procapite? Come lo si misura , e quali sono le unita' di misura?

Cose che non hanno quantita' e unita' di misura NON sono utili per investigare la realta'. Le cose NON quantificabili NON possono venire indicate come “cause”. Il pensiero magico si inserisce mediante ragionamenti causa-effetto nei quali non e' menzionata la relazione quantitativa tra cause ed effetti: QUANTA causa ottiene QUANTI effetti?

i proverbi latini non sostengono alcun ragionamento

“Si vis pacem para bellum “. Questo al massimo spiega la quantita' di guerre ai confini di Roma. Praticamente continui. Qui prodest? sticazzi! Del resto, “cui prodest scelus is fecit ” parte dall'ipotesi che l'universo intero sia razionale: basandoci su questa massima, se riuscite ad essere felici dopo la morte di vostra moglie, dovete per forza averla uccisa voi.

“DE GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST” , dei gusti non si puo' disputare, mi sembra del tutto falso. Tra la ricetta della pura carbonara alle discussioni sui gay, mi sembra che la stragrande maggioranza delle dispute piu' violente siano basate sui gusti.

Sarebbe ora di capire che i latini non possedevano nessuna particolare saggezza, e che non sarebbe sbagliato definirli un branco di sadici violenti e guerrafondai , schiavisti e imperialisti. Ma decisamente non infallibili.

le consuetudini non sono un ragionamento.

“Lo dicono tutti” o “si e' sempre fatto” non sono ragionamenti, ne' prove. Si sono sempre fatte delle boiate e se una cosa la dice anche l'ultimo imbecille del paese , probabilmente e' una cazzata. Lo dicono tutti, ma tutti chi? Leonardo da Vinci o GAsparri? E tu quante persone conosci, di preciso?

E poi, qual'e' la probabilita' che tutti siano d'accordo sullo stesso argomento, o che nella storia nessuno abbia mai trasgredito una regola? Sono chiaramente ragionamenti inaccettabili.


Passato questo filtro iniziale, adesso siamo relativamente confidenti che stiamo parlando di cose che esistono , che sono espresse chiaramente, e che ha ragionamenti che stanno in piedi. Andiamo alle conclusioni, che sono spesso criticabilissime.

Ci sono moltissimi “ragionamenti colti” che non stanno in piedi e che vi aiutano a sgamare la cazzata.

le cose non sono uguali al loro contrario

un ragionamento, per quanto colto, per esempio non puo' dimostrare che fascismo e antifascismo sono la stessa cosa. Questo perche' il prefisso anti- agisce come “NOT”, ed e' persino piu' forte se andiamo a scavare.

Non possiamo dire che A = `A . Non funziona. Quindi , se un ragionamento finisce dicendo che una cosa sia uguale al suo opposto, allora il ragionamento va scartato.

Quindi saltano “l'antimafia e' una forma di mafia”, e altri ragionamenti colti: non si puo' accettare un ragionamento se le conclusioni sono paradossali. In tal caso, non ci interessa nemmeno chiederci dove sia l'errore. Se giunge a conseguenze paradossali, e' sbagliato.

la conclusione e' inevitabile? E' l'unica possibile?

Torniamo all'esempio della previsione. Apple ha fallito nel realizzare le previsioni degli analisti. Questo e' un problema di APple, che quindi deve licenziare.

Abbiamo gia' visto i primi tre filtri che si azionano:

=> La cosa e' fallace. Il fatto che gli analisti abbiano sbagliato le previsioni non dice nulla di Apple => Il ragionamento e' fallace. Il fatto che Apple non performi di piu' non e' necessariamente un problema di Apple. => La conclusione e' fallace: quindi deve licenziare dipendenti.

La conclusione e' fallace perche' non e' inevitabile. Dipende dal problema. Magari dovrebbe licenziare il CEO. Magari dovrebbe fare prodotti nuovi. Magari dovrebbe aspettare che finisca una guerra fredda. Perche' proprio licenziare dipendenti?

la conclusione e' inevitabile, ma ovvia.

Esempio: “manca l'acqua, la soluzione e' consumarne di meno”.

Aha. Perche' , avevate alternativa? Potevate consumarne di piu'? Potevate continuare come ora? Siete capaci di creare acqua? Questo e' un caso in cui la conclusione e' inevitabile, ma non aggiunge nulla. Io la chiamo “finta conclusione”, perche' non aggiunge nulla. O se preferite, e' sbagliato il concetto conclusivo di “soluzione”.

conclusione e' insensata, se non ridicola, solo a scriverla in termini diversi.

Ce n'e' una in giro in questi giorni, del tipo “Rocco Siffredi, una vita di sofferenze”. E' chiaro che vivere sotto una pioggia di fica e soldi sia decisamente una tragedia. Il dolore deve essere stato immenso. Del resto, era stato condannato a vivere sotto quel regime di pompini forzati e bonifici obbligatori, quindi non poteva cambiare vita e ha dovuto accettare la sua croce.

Quando una conclusione arriva in questa forma, al punto da poterla sfottere, potete tranquillamente dedurre che la cosa sia stata contraffatta e il ragionamento sottostante sia una troiata pura.

conclusioni patascientifiche assurde.

Per esempio, sentiamo dire oggi che esiste una “dipendenza da sesso”. E' una conclusione scientifica assurda, perche' una funzione naturale non e' presentabile come patologia. Qualsiasi specie ha come obiettivo sopravvivere e riprodursi. Dire che una persona e' dipendente dall'atto riproduttivo e' come dire che sta male se non sopravvive. Ha “il vizio di esistere”. Va in astinenza da ossigeno se non respira.

Sul serio? Moltissime conclusioni che sono rappresentate come “scientifiche” sono in realta' del tutto illogiche. Per dire, invecchiare non e' un'abitudine sbagliata.


Ecco, quando qualcuno mi vuole far credere qualcosa, tipicamente uso questi criteri per filtrare. Ogni tentativo di forzare la strada diventa per me irritante, sgradevole e meritevole di vaffanculo.

Uriel Fanelli


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