L'ossessione dei(-le) transessuali.

Navigo tra le paludi di internet e le pagine dei giornali (il mio feed RSS è così ecumenico da includere persino quelle voci politiche che fanno sembrare il rumore statico un’opera di Mozart) e noto che, a destra, l’ossessione per i transessuali gode di ottima salute. La Rowling, poi, è ormai un meme involontario: ogni giorno spunta un nuovo opinionista che, con la gravità di un filosofo greco, annuncia al mondo la sua posizione definitiva sull’argomento. Ma prima di farci travolgere dal solito circo mediatico, forse varrebbe la pena capire di cosa stiamo parlando.

Dunque, prima domanda: ma stiamo parlando di un'emergenza nazionale o dell'ultima bufala moralista? Quanto pesa davvero questa questione nell'agenda politica? E soprattutto, che cifre stiamo maneggiando? Perché a sentire certa destra, dovremmo prepararci all'invasione delle orde transgender, un esercito di genderfluid pronti a sovvertire l'ordine costituito. Eppure, curiosamente, i numeri raccontano un'altra storia – una storia noiosamente normale, di percentuali decimali e minoranze statisticamente irrilevanti. Ma tant'è: quando l'ideologia chiama, i fatti possono tranquillamente accomodarsi in fondo alla sala. Ecco, per vostra comodità, una tabella che smonta pezzo per pezzo questa montagna partorita dai catastrofisti.

Paese Persone in transizione % sulla popolazione Fonte principale
USA ~1,4 milioni ~0,42% Williams Institute (2022)
Germania ~200.000 ~0,24% Destatis (2021), Transgender Europe
Francia ~150.000 ~0,22% INSEE (2020), LGBT+ surveys
Regno Unito ~200.000 – 300.000 ~0,30% – 0,45% UK Census 2021 (England & Wales)
Italia ~100.000 ~0,17% ISTAT (2019), Arcigay reports

Evidentemente, siamo sull'orlo del collasso civile. L'Occidente – quella civiltà che ha resistito a invasioni barbariche, guerre mondiali e reality show – sta finalmente cedendo sotto l'assedio di... controlla gli appunti... un gruppo statisticamente indistinguibile dall'errore di arrotondamento. Lo 0.45% della popolazione, per l'esattezza: una minaccia così epica da far impallidire Attila e Genghis Khan messi insieme.

Che siano i bagni pubblici, gli sport femminili o il sacro diritto di essere fraintesi da sconosciuti, ogni aspetto della nostra società vacilla sotto il peso di questa apocalisse demografica. E pensare che, con lo stesso zelo, potremmo organizzare un dibattito nazionale sull'invasione degli scoiattoli grigi. Ma no, meglio concentrarci su dove fa pipì lo 0.2% della popolazione: priorità, signori miei.


Dunque, per evitare equivoci da manuale di sopravvivenza politica: affermare che un fenomeno è numericamente irrilevante non significa ridurne l’umanità. È un conto, non un’eresia. Quelle percentuali da laboratorio (sì, lo 0.2% resiste alle interpretazioni creative) ci ricordano solo che abbiamo inventato un dibattito su scala industriale per giustificare titoli urlati e leggi isteriche. Le persone trans meritano tutto, tranne l’onore di essere la mascotte delle nostre ansie nazionali. La distinzione è lineare: importanza individuale — massima; peso politico — inversamente proporzionale alla montagna di polemiche. Sarebbe rivoluzionario, lo so.


La crociata della Rowling è un capolavoro di non-senso degno della peggiore propaganda da tastiera. La sua paranoia? Che qualche raro maschio stupratore possa fingere di essere trans per finire nel braccio femminile e mettere in atto stragi di virtù. Uno scenario così specifico che persino gli sceneggiatori di Law & Order: SVU lo rifiuterebbero per eccesso di melodramma. Eppure, secondo la Rowling e' successo.

Eppure, senza volerlo, la scrittrice ha regalato al mondo una perla di saggezza involontaria: se davvero in un carcere può avvenire uno stupro senza che nessuno se ne accorga – né guardie, né detenute, né tanto meno le telecamere – allora il problema non sono certo i trans. Quel carcere è già un inferno dove, eliminati i transessuali, restano comunque i secondini (maschi, etero e con un'ottima mira) o gang di lesbiche buck pronte a sistemarti un braccio nel culo con la precisione di un chirurgo.

La vera domanda è: perché la Rowling sembra preferire di gran lunga la versione “artigianale” della violenza carceraria? Preferisce il braccio nel culo? Forse è una purista della tradizione. O forse, semplicemente, ha perso il contatto con la realtà insieme alle chiavi dell'auto, e ha bisogno di aiuto manuale per ritrovarle?


Ah, la civiltà occidentale in pericolo! Mentre in Italia – paese noto per le sue prigioni da manuale dell'UNICRI – qualcuno ha già pensato a tutto: sezioni separate per detenuti trans, perché si sa, il decoro lo manteniamo anche nel fondo scale del sistema penitenziario.

E questo ci porta a una domanda imbarazzante: che razza di carceri sono quelle dove:

Sembra quasi che il problema non siano le persone transessuali, ma delle strutture penitenziarie gestite con la competenza di un asilo nido durante uno sciopero del personale. Ma no, è colpa dello 0,2% della popolazione – quelli con i documenti non in ordine, mica dei secondini che fanno i cruciverba invece del loro lavoro.

Dove sta scritto che il progresso deve fermarsi davanti alla pigrizia mentale di chi gestisce le prigioni? Forse nello stesso manuale dove spiegano come perdere le chiavi della macchina e ritrovarsi con un braccio... beh, lasciamo perdere.


La Rowling, nella sua infinita saggezza, ha scovato un problema reale... per puntare il dito contro il bersaglio sbagliato. Se davvero è accaduto che una persona trans abbia violentato delle detenute, emergono due verità scomode:

  1. Il carcere in questione è gestito con l'efficienza di un bordello medievale:

    • Manca una sezione per detenuti trans (come quelle che esistono persino nei penitenziari italiani)
    • Permette stupri con tale facilità da sembrare una caratteristica del sistema, piu' che un difetto.
  2. La nostra J.K. dimostra il classico privilegio di chi non rischierà mai la galera:

    • Ignora le vere cause (sorveglianza inesistente, condizioni disumane)
    • Si concentra sul suo nemico preferito con la precisione di un ubriaco al poligono

È come incolpare le posate quando il ristorante ti serve cibo avariato: la soluzione non è bandire i cucchiai, ma forse assumere uno chef che non cucini con i piedi. Ma cosa vuoi che capisca una scrittrice che probabilmente crede che “braccio femminile” sia un termine dell'IKEA?


Secondo atto: lo sport femminile, improvvisa priorità civile

Che sorpresa scoprire che, per certa destra, il destino dello sport femminile sia diventato una battaglia degna delle Termopili. Strano, considerando che:

  1. L'interesse storico si è limitato a:

    • Ondina Valla (1926, per chi avesse un archivio storico a portata di mano)
    • Le occasionali “quattro lesbiche” citate con tono da radiografia sociale
  2. L'impegno concreto si traduce in:

    • Stadi di serie A femminile che spesso sono l'equivalente sportivo di un garage
    • Docce con ecosistema autonomo (scarafaggi inclusi nel biglietto d'ingresso)
    • Sponsor che considerano “investimento” un buono sconto per il parrucchiere
    • Finanziamenti scarsi e controvoglia.

Ma ora, improvvisamente, tremila anni di patriarcato sportivo vengono scavalcati dall'urgenza di “proteggere le povere atlete” da... controlla gli appunti... una manciata di donne trans.

Curioso come funziona:

Forse è la nuova strategia: se non puoi batterle sul campo, inventati un nemico che distolga dallo scandalo delle tue docce condivise con i blatteidi. Chapeau.


Terzo atto: il grande panico olimpico (che nessuno ha visto)

La narrazione è chiara: un'orda di super-atleti trans sta per travolgere lo sport femminile, trasformando ogni competizione in una parodia di The Hunger Games. Peccato che la realtà abbia il vizio di contraddire le fantasie apocalittiche.

I numeri che nessuno cita:

Categoria Numero Dettaglio Fonte
Titoli olimpici 0 Nessuna atleta trans ha mai vinto in competizioni olimpiche (1896-2024) IOC
titoli mondiali élite 0 Nessun titolo in competizioni open (es. Mondiali di atletica/nuoto) World Athletics
record mondiali 0 Nessun record femminile è detenuto da atlete trans World Athletics Records
titoli professionali 1* Solo 1 titolo Master UCI (ciclismo amatoriale over-35) UCI

Note

  1. L'unico “titolo” esistente (Veronica Ivy, 2019) è stato vinto in una categoria master amatoriale, con rivali over-35. In pratica, l'equivalente del torneo di palla avvelenata del vostro condominio.
  2. Nello sport d'élite, le atlete trans sono state:
    • Squalificate (es. Laurel Hubbard, sollevamento pesi Tokyo 2020)
    • Non competitive (es. Lia Thomas, nuoto NCAA, mai qualificatasi per le Olimpiadi)
  3. I record femminili sono tuttora detenuti da atlete cisgender:
    • Atletica: Florence Griffith-Joyner (1988, mai battuto)
    • Nuoto: Katie Ledecky (15 record mondiali)

Fonti dirette


L'apocalisse degli spogliatoi (e altre fiabe morali)

Che delusione. Dopo aver setacciato statistiche, regolamenti sportivi e archivi olimpici, l'unico “caso concreto” dell'invasione trans si riduce a:

La domanda che nessuno fa

Se davvero la minaccia è:

“Una persona trans nuda nello spogliatoio sbagliato”

Allora la domanda diventa:

e in quale spogliatoio dovrebbe stare, di preciso?

Non mi aspetto risposte a questa domanda, sia chiaro.

L'ipocrisia fondamentale

L'argomento anti-trans:

✅ Funziona solo contro le donne trans (perché il maschio medio si sente minacciato da “chi osa abdicare dal Privilegio del Pene”)
Crolla quando si parla di uomini trans (perché nessuno vuole spiegare come Buck Angel dovrebbe usare lo spogliatoio femminile) . Peli sul petto e barba inclusi.

Morale:


La crociata della Rowling e il mito del bagno pubblico

Analizziamo l'emergenza toilette con la fredda logica dei numeri:

Categoria Statistica Fonte
Aggressioni in bagni pubblici ~2.000/anno UK Home Office
Aggressioni da parte di trans 0 casi documentati Crown Prosecution Service
Probabilità che J.K. Rowling usi un bagno pubblico ≈ 0% (vive in un castello con 7 bagni dorati) Lei stessa

L'ipocrisia in 3 atti

  1. La frode statistica:

    • Le aggressioni nei bagni sono sempre uomo cis → donna
    • Pretendere che vietare i trans risolva il problema è come combattere l'obesità vietando le forchette ai mancini
  2. Il privilegio chic:

    • La Rowling (patrimonio: €1,2 miliardi) non vede un bagno pubblico dal 1997
    • Eppure si erge a paladina di donne che:
      • Usano mezzi pubblici
      • Lavorano in fabbriche/negozi
      • Davvero rischiano aggressioni (da uomini cis, il 99,98% dei casi)

Il paradosso del bagno biologico: quando la legge incontra la realtà

L'UK ha elegantemente dimenticato l'esistenza degli uomini trans (FtM) nella sua crociata anti-gender, creando un cortocircuito logico degno dei migliori film comici.

Lo scenario surreale

Immaginiamo:

Il test acido

Se la regola è:

“Usa il bagno del tuo sesso biologico”

Allora:

L'ironia suprema

  1. Le leggi anti-trans falliscono il loro scopo:

    • Un uomo cis può entrare nel bagno donne dichiarandosi “trans FtM” (senza bisogno di prove)
    • Le donne cis vedranno più uomini nei loro bagni (proprio ciò che la legge voleva evitare)
  2. L'unico effetto concreto:

    • Gli uomini trans (FtM) diventano vittime preferenziali di:
      • Arresti assurdi
      • Aggressioni (perché “sembrano uomini” nel bagno sbagliato)

Morale della favola:
– Se volete più uomini nei bagni delle donne, sostenete la Rowling.
– Se volete il caos totale, assumete legislatori che non capiscono la biologia di base.

La prossima volta che un conservatore vi parla di “proteggere le donne”, chiedetegli se è pronto a:
– Controllare personalmente i genitali di Buck Angel
– O ammettere che tutta sta farsa serve solo a molestare i trans


La crociata delle privilegiate: quando l'ansia da status sostituisce la realtà

È curioso notare come l'allarme trans sia diventato l'ultimo hobby della donna bianca ricca che:
– Non userà mai un bagno pubblico (a meno che il suo jet non atterri per sbaglio in un autogrill)
– Non dovrà mai competere nello sport femminile (a parte forse nel yachting o nel polo, dove le atlete trans scarseggiano)
– Vive quotidianamente in un mondo dove la vera minaccia è il barista che sbaglia il latte nel 'flat white

Il caso Rowling: sport estremi da milionaria

Perché proprio loro?

  1. Niente problemi reali → serve un nemico fittizio

    • Le donne povere: lottano per stipendi, asili nido, sicurezza nelle periferie
    • Le Rowling del mondo: lottano contro lo 0,3% che usa il pronome sbagliato
  2. La sindrome della “Io vi salverò (ma non ora, ho un massaggio)”

    • Predicano alle altre donne cosa dovrebbero temere
    • Mentre vivono in ville con:
      • Bagni privati (niente terrore trans nello jacuzzi da £20k)
      • Personal trainer (niente minaccia trans nella palestra privata)

Il problema, cioe', e' un problema per ricche donne bianche.

Uriel Fanelli


Il blog e' visibile dal Fediverso facendo il follow a: @uriel@keinpfusch.net

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