Ah, il caldo.E le auto.

Trovo ridicola l’ipocrisia con cui oggi ci lamentiamo del fatto che le città diventino incandescenti durante l’estate. Quello che trovo ancora più assurdo è che nessuno sembri notare che i problemi maggiori non si concentrano solo nelle grandi metropoli: riguardano anche — e spesso soprattutto — i centri piccoli e medi, dove si continua a costruire senza criterio, eliminando alberi e verde come se fossero un fastidio.

Cosa intendo?

Intendo che è da decenni che si parla di verde urbano. E intendo anche che è risaputo — come vedrete dalla bibliografia qui sotto — che il verde urbano abbassa le temperature nelle città. Le ragioni sono ben note alla fisica: si tratta di albedo, traspirazione, e del fatto che la vegetazione riflette le radiazioni infrarosse (agli infrarossi il verde appare quasi “bianco”), impedendo così al calore di raggiungere e surriscaldare il suolo.

E non è una mia opinione isolata: esiste un’enorme quantità di letteratura accademica a supporto di tutto questo.


Bibliografia accademica sulla capacità delle piante verdi di raffreddare le città

📘 Studi e articoli peer‑reviewed

  1. Wu et al. (2025) – *Effective street tree and grass designs to cool European neighbourhoods*
    Urban Climate

    • Il modello ENVI‑met mostra che i prati riducono il PET medio fino a 1,1 °C
    • Gli alberi lungo i bordi stradali abbassano il PET fino a 8,7 °C
    • Suggerita piantumazione doppia lungo le arterie principali
      🔗 ResearchGate
  2. MDPI (2020) – *Heat‑Mitigation Strategies to Improve Pedestrian Thermal Comfort*

    • Rassegna di 12 studi che mostrano fino al 60 % di miglioramento nel comfort termico con presenza di alberi
      🔗 MDPI
  3. MDPI – *From Block to City Scale: Greenery’s Contribution to Cooling*

    • Meta-analisi su 22 studi europei
    • Riduzione media della temperatura dell’aria tra 0,7–2,7 °C
    • Per strade alberate: 0,4–2,1 °C
      🔗 MDPI
  4. J. Forestry Research – *Effects of urban street trees... (Changchun, 2021)*

    • Strade con alta copertura arborea: fino a 5,4 °C più fresche nelle ore calde
    • L’ombra è il principale fattore, più dell’evapotraspirazione
      🔗 Springer
  5. Frontiers in Environmental Science – *Parks Under Stress (Leipzig)*

    • In giornate oltre i 38 °C, i parchi risultano in media 1 °C più freschi
      🔗 Frontiers
  6. TUM (Würzburg, 2022)

    • Studio su copertura verde urbana: 40 % di vegetazione può ridurre lo stress termico estivo fino al 50 %
    • Effetto combinato di alberi, prati e pareti verdi
      🔗 TUM

🌍 Studi internazionali e revisioni sistematiche


🔍 Sintesi operativa

Intervento verde urbano Effetto medio di raffreddamento
Alberi stradali 0,7–5 °C (fino a 8,7 °C)
Prati stradali ~1 °C
Parchi urbani ~1 °C
Aree verdi urbane 0,4–2,7 °C

La vera domanda, a questo punto, è: come diavolo siamo arrivati fin qui, pur sapendo da anni che le temperature sarebbero aumentate, senza riempire le città di alberi?

Le risposte possibili sono tante, certo. Ma gira e rigira, si torna sempre allo stesso nodo centrale:

le automobili.

Il cittadino medio non vuole una città piena di alberi lungo le strade, e le ragioni sono tristemente prevedibili:

Ora, la prima obiezione — quella sui parcheggi — è semplicemente ridicola.
Considerando che, a causa del caldo estremo, una fetta del PIL viene ormai bruciata perché l’esterno delle case è diventato inabitabile,
beh, direi che i costi di pulizia stradale legati alla presenza degli alberi sarebbero rientrati con gli interessi.

Quanto all’argomento “verdi, rosicate”, nemmeno vale la pena considerarlo:
non è un’opinione, è solo una forma di sfogo infantile travestita da posizione politica.

Rimane quindi l’unico vero ostacolo al verde urbano: le automobili.

È questo il motivo reale — e quasi sempre taciuto — per cui nessuno vuole davvero alberare le città.


Ad un certo punto, quindi, abbiamo avuto una scelta

Preferisci che il nonno schiatti di caldo,
oppure vuoi avere una speranza in più di trovare parcheggio, magari tagliando qualche albero di troppo?

E l’abbiamo scelta, quella strada.

Abbiamo scelto il parcheggio.

Non il fresco. Non il benessere urbano. Non la salute pubblica.

No. Il parcheggio.

Abbiamo fatto terra bruciata intorno a case, scuole e ospedali
pur di non rinunciare a qualche metro quadro di asfalto disponibile all’auto privata.

E ora ci stupiamo che le città siano diventate forni a cielo aperto.

Ovviamente, non sto dicendo che alberare le città sia la soluzione al cambiamento climatico.
Non fermerebbe lo scioglimento dei ghiacci né abbasserebbe la CO₂ globale.

Quello che sto dicendo è un’altra cosa, molto più semplice:
le città potrebbero essere molto più fresche di come sono oggi.

Ma non lo sono.

E non per mancanza di conoscenza scientifica, né per limiti tecnologici.

Non lo sono per colpa della civiltà automobilistica.

È un effetto collaterale del culto dell’auto privata:

non possiamo permetterci ombra, vegetazione o traspirazione naturale
perché ogni metro quadrato deve restare asfaltato, libero e parcheggiabile.


Per intenderci, la situazione europea e' questa, cioe':

Città Verde pubblico per abitante (m²) % Verde/Alberi sul territorio urbano
Milano 18,5 m² 13,8%
Roma 16,9 m² 34% (verde totale) / 24% (alberi)
Parigi ~15 m² 20% (tree cover) / ~9,5% (green space)
Berlino ~27 m² 51% (verde totale)
Madrid ~21 m² 44% (verde totale)
Vienna ~120 m² 45% (verde totale)

Come potete vedere, Milano è il fanalino di coda per percentuale di verde sul territorio,
ma compete con Roma e Parigi per verde pubblico pro capite.

Se però parliamo di superficie totale di verde urbano, Milano è davvero messa male.

A poco servono poi i cosiddetti “boschi verticali”:
bizzarrie inutili e velleitarie, pensate solo per pochi ricchi.

Città Albedo Superficiale Media Note
Milano ~0.35 Albedo moderato, inferiore rispetto a Berlino e Parigi, contribuendo a una maggiore ritenzione di calore urbano. Dati stimati da studi generali su città con simile tessuto urbano.
Roma ~0.31 Riflette moderatamente la radiazione solare; contribuisce a un effetto Isola di Calore Urbana elevato. Studio su tetti ad alta albedo in aree dense urbane.
Berlino ~0.59 Albedo più alto, riflette più radiazione solare; minore intensità di Isola di Calore. Studio su morfologia urbana e dinamiche termiche superficiali.
Parigi ~0.71 Albedo elevato, buona riflessione solare; aiuta a ridurre l'effetto Isola di Calore. Studio su morfologia urbana e dinamiche termiche.
Madrid ~0.58 Valore simile a Berlino, buona riflessione solare e minore impatto termico urbano. Stessi studi di morfologia urbana.
Vienna ~0.50 Albedo intermedio; impatto equilibrato sull'effetto Isola di Calore. Studi simili a quelli di Berlino e Madrid.

Sì, sono sicuro: un’albedo più alta significa che una superficie riflette una quota maggiore della radiazione solare incidente, quindi assorbe meno calore.

Perché nel contesto urbano l’albedo alta riduce il calore?


Un esempio concreto:


Nota importante:

L’albedo non è l’unico fattore. Vegetazione e presenza di acqua influenzano il microclima anche tramite l’evapotraspirazione, che raffredda l’aria. Ma, a parita' di condizioni, superfici con albedo più alto tendono a contribuire meno al riscaldamento urbano.


Cosa c'entrano le piante?

Le piante appaiono “bianche” nella banda dell'infrarosso termico (la radiazione che corrisponde al calore) perché riflettono una gran parte di questa radiazione.

infrapiante

Questo significa che, a differenza di superfici scure o asfaltate che assorbono il calore, le foglie riflettono l’energia infrarossa, aumentando così l’albedo complessivo della superficie verde.

In pratica:

In sintesi, la vegetazione non solo raffredda l’aria attraverso l’evapotraspirazione, ma agisce anche come uno specchio termico, riflettendo l’infrarosso e riducendo il calore accumulato nelle città.


Per dirla in breve: un sindaco non può farci molto sul riscaldamento globale. Ed è vero, se parliamo di quello globale.

Ma avrebbero potuto mitigare il problema, se anziché obbedire agli automobilisti avessero pensato di più ai cittadini.

Avete voluto far rosicare Greta? Ok. Bravi.

Ma adesso schiattate voi.

Complimenti, geniacci.

Uriel Fanelli


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