Torna la rampinomics?

Saranno le elezioni imminenti negli USA che lo mandano in estro, o forse saranno le vicissitudini europee, sembra che due cazzolitici (che sono Federico MemoriaSelettiva Rampini e Herr Wolfgang “MiMiMi” Münchau. ) stiano dilagando sui giornali. E mi dispiace parlare sempre di loro, ma sembra che si tratti di due #acceleratoridicazzate , degli LHC delle boiate a smemoratezza selettiva, che continueranno a funzionare ancora per un pochino, frantumandoci i coglioni in particelle piu' piccole. Insomma, un nuovo colore di quark, il quark minchia.

Oggi Rampini esercita la sua memoria selettiva col pericolo che le auto cinesi possano sostituire quelle americane. Il loro campione dell'auto elettrica, Elon Musk (e ho detto tutto: dovete riconoscermi di aver predetto la coglionaggine sopravvalutata del personaggio quando ancora era “cool”), dicevo il loro campione dell' Auto Elettrica sta passando un brutto periodo, si presenta a ogni salone – quando si presenta – con gli stessi modelli da ormai dieci anni, quando una normale grande casa presenta almeno qualcosa di nuovo in ogni fascia, ogni anno, e di conseguenza continua a pagarla cara. Del resto, Tesla non ha mai guadagnato vendendo auto: ha sempre guadagnato tramite l'effetto speculativo del mercato finanziario dei “green bond”.

E adesso che si fa sul serio, chiaramente soccombe. Non voglio menzionare, per pieta', quella specie di accrocchio uscito dalla grafica di un videogame degli anni 80 , che lui chiama cybertruck.

Comunque, adesso Rampini (come molti altri) si sta inalberando perche' i cinesi ci vogliono invadere con le loro eccedenze. E qui parte con la smemoratezza selettiva.


Innanzitutto, perche' esiste la Cina, come potenza industriale, quando pochi decenni fa non era nemmeno un paese industrializzato? Chi ha prodotto questo “miracolo”?

Diciamolo pure, caro smemorato Rampini:

  1. Le aziende della borsa americana hanno raccolto, per quasi 20 anni di fila, dagli 11 ai 13 TRILIARDI di dollari all'anno, per investire in Cina, al punto che negli USA non si vendeva piu' NULLA che non fosse , almeno in parte, Made in China. Al punto che qualsiasi azienda avesse deciso di trasferirsi nei sweatshop cinesi (alcuni arrivavano a uno-due milioni di dipendenti, ammassati dentro delle batterie da polli di dimensione umana) veniva premiata nel NYSE con un bel rialzone. Se poi licenziava i malvagi dipendenti occidentali che chiedevano soldi per lavorare, e anche diritti, il balzo era assicurato.
  2. Le aziende della borsa di Londra, in combutta con quella di Hong Kong (pur sapendo che la seconda sarebbe passata sotto il gioco di Pechino nel 1999), hanno raccolto e mosso in Cina , per gli stessi 20 anni di riferimento (1990/2010), circa 8 TRILIARDI di dollari all'anno. E quando si provava a protestare per il crollo dell'occupazione in Europa , la risposta era che noi non capivamo “il futuro”, e che il “futuro” era in Cina.
  3. Anche nelle borse europee continentali, la raccolta e' stata altrettanto copiosa, con questi capitalisti entusiasti che ci spiegavano di come noi europei, abituati alle ferie, alla sanita' , e a tre pasti al giorno, eravamo i dinosauri dei costi eccessivi, e che anche la nostra ossessione per l'aria respirabile e l'acqua potabile era un'esagerazione, perche' in Cina ti lasciano fare tutto quel che vuoi, e vaffanculo ai sindacati. Che stronzi che eravamo, noi, che volevamo tornare a casa vivi dal lavoro. E per sottolineare la cosa, per 20 anni, sono stati poco meno di dieci TRILIARDI di capitale raccolto nelle nostre borse e riversato in Cina.

Vorrei anche ricordare al Rampini chi si e' speso per far entrare la Cina nel WTO, abbattendo i dazi alla frontiera. No , non sono stati gli alieni. Sono stati gli americani.


Come al solito, gli americani sono bravissimi nel costruire i muri sui quali sbatteranno la faccia in futuro. E quando hanno sbattuto la faccia sul fatto che la Cina era una potenza, e loro non riescono a convivere con altre potenze senza la guerra, il loro gallo cedrone color carota (ma anche quello color cioccolato di prima) , si sono messi a frignare che la Cina era il Babau!

Ma che strano. Ma la domanda e' : non potevano pensarci prima di investirci dentro il 40% del GDP mondiale per 20 anni di fila? (non e' detto che sicuramente non sarebbero cresciuti. Ma almeno lo avrebbero fatto alle stesse condizioni degli altri. Si chiama “Common Ground”).

La verita' e' che il mercato , che Rampini sembra adorare , e' fatto di palloni gonfiati guidati da idioti sopravvalutati. Non ci credete? Ascoltate Warren Buffett per mezz'ora di fila. (se ci fate caso, non ve li fanno ascoltare per piu' di 4/5 minuti, in modo che non si noti che sono delle teste di cazzo) Ascoltate Musk che parla , sempre per mezz'ora di fila. E vi accorgerete che non sono altro che degli Umberto Bossi con molti soldi. Date 300 ,miliardi al Trota, mandatelo negli USA: verra' adorato perche' ha 300 miliardi, e da quel momento ogni cosa dice sara' Oracolo puro.

Ed e' qui che Rampini ha la memoria corta, atto primo: menziona il fatto che l'industria cinese ha distrutto il solare tedesco, ma dimentica quando il governo USA , con decreto esecutivo, bloccava Siemens dall'installare impianti eolici negli USA, sperando che General Electric comprasse la divisione americana di Siemens. Dicevamo, Rampini, su chi ha colpito l'industria “green” tedesca?

Ma perche' gli USA fanno sempre lo stesso errore? Perche' la mentalita' schiavista in USA non e' MAI venuta meno. La schiavitu' dei neri e' finita, guarda caso, insieme alle grandi migrazioni che hanno portato milioni di immigrati/schiavi , che sono stati la forza lavoro sottopagata e maltrattata degli USA, e hanno sostituito i negri. E quando anche questi schiavi di molti colori sono diventati ceto medio, negli anni '80/90', la corporate america si e' rivolta alla Cina alla mera ricerca di un nuovo schiavo , questa volta giallo (dopo un tentativo maldestro di ridurre in schiavitu' i messicani, rappresentato dal NAFTA)

Per questo non abbiamo mai sentito nessuno negli USA lamentarsi quando gli schiavi lavoravano PER le industrie americane. Per questo non abbiamo sentito nessuno lamentarsi delle condizioni orrende dei lavoratori cinesi, degli orari inumani, delle morti per sfinimento, sino a quando producevano gli iPhone di Apple. Se e' per questo, non abbiamo sentito gli americani lamentarsi della schiavitu': Lincoln la aboli' sotto la spinta delle lobbies degli USA del nord, gli industriali, il cui problema era principalmente il fatto che tutti gli schiavi fossero al Sud, e le loro fabbriche non ne beneficiavano. E per la cronaca, Lincoln era Repubblicano, non democratico. Ai democratici del periodo la schiavitu' andava benissimo.

Non per nulla, le stesse industrie del nord USA non si fecero mai scrupoli ad usare i nuovi negri, gli immigrati , alle stesse condizioni degli schiavi.

La decisione USA di usare la manodopera cinese e delocalizzare e' dovuta alla cultura schiavista che caratterizza gli USA: “Work Hard” e “Be a good slave” sono, nella mente degli imprenditori americani, la stessa identica espressione dello stesso identico concetto.

E non e' stato difficile convincere gli imprenditori europei a tornare al passato. Compresi quelli italiani. Credete che la loro mentalita' sia diversa, dopo aver contato 1100 morti all'anno sul lavoro?


Ed e' questa la memoria selettiva di Rampini: dimenticare che il problema che lui lamenta non e' caduto dal cielo. I cinesi non sono marziani. E tutto quel sistema economico e' stato costruito usando i soldi dei fessi americani ed europei, i geniacci delle borse che si sono tanto adorati su entrambe le sponde dell' Atlantico , proprio da chi ora lo teme.

Caro Rampini, a costruire il nemico che temi tanto sono stati quelli che parlano come te. Ovvero quei finanzieri che hanno i soldi davvero e li mettono dove la bocca parla, e quelli come te che parlano come loro senza avere i loro soldi, sperando che qualche ricco gli infili dei soldi nel perizoma. Siete le stripper della propaganda “ricchista”.


Chiuso con la Propaganda Ricchista di Rampini, adesso andiamo al problema vero: le auto elettriche.

Chiariamo per prima cosa il punto centrale.

Il passaggio all'elettrico semplifica la costruzione di un'auto, al punto che le auto elettriche dovrebbero costare si e no un quarto di quelle a combustione. Le quali dovrebbero gia' costare, sia per l'economia di scala che per la maturita' della tecnica, la meta' di quanto costano.

Avete presente quel SUV elettrico che costa 100.000 euro? Il prezzo giusto sarebbe 12.500 euro. Spicciolo piu', spicciolo meno. E questo vi fa capire quanto spazio di manovra abbiano i cinesi per fare concorrenza agli europei e agli americani. Tesla, che vende alla stessa cifra un modello vecchio di dieci anni, non puo' competere.

Vi siete scavati la fossa quando, pur conoscendo le leggi del mercato, avete deciso che avesse senso spendere 100.000 dollari per un'auto che, se prodotta DAVVERO su vasta scala, dovrebbe costarne 15.000. E avete convinto i clienti. Complimenti, idioti , vi siete scavati la fossa con le vostre mani.

Per non parlare della storia della SUV-Izzazione di tutto, letteralmente tutto. Ormai sta diventando SUV qualsiasi veicolo, e mi aspetto di vedere lavatrici e lavastoviglie SUV a breve, sul mercato. E questo perche' usando UN SOLO modello di auto, e' possibile fabbricare i pianali su scala, le carrozzerie su scala, al punto che ormai distinguere un'auto dall'altra , nella stessa fascia, diventa una questione da sommelier.

Ma questo immenso risparmio, che si traduce in guadagni delle case costruttrici, dove si riflette? Non di certo sul prezzo. Si riflette sul fatto che in un momento di “crisi” le stesse cause automobilistiche guadagnano DI PIU', il loro valore AUMENTA in borsa, e i loo top manager si portano a casa dei bonus immorali.

Se avete intenzione di sbattermi in faccia il trito “ma questo consente di pagare la manodopera europea delle cifre maggiori, e tutto il clistere fordista del caso”, fermatevi: anche in Europa la ricchezza si sta concentrando in poche mani, quindi la redistrbuzione fordiana NON E' UN FENOMENO IN ATTO. Funziona in teoria, forse ha funzionato in passato, ma oggi come oggi NON NE VEDIAMO TRACCIA.

Che cosa voglio dire?

Voglio dire che il prezzo giusto di un'auto elettrica e' il prezzo cinese. Ma non il prezzo in Europa: quello in Cina. Idem per le auto a combustione.

E le case occidentali si sono scavate la fossa nel momento stesso in cui hanno deciso, formando un cartello, che i prezzi giusti delle auto siano quelli occidentali.

E non nominatemi la storia delle sovvenzioni statali, perche' se c'e' un'industria che ha sempre salvato le auto a furia di protezionismi (per esempio, obbligando all'uso di sistemi di protezione sempre piu' sofisticati anche laddove sarebbe bastato ridurre la velocita' massima, come nel caso dell' EBS )


E se Rampini ha qualcosa da dire, puo' sempre farsi un clistere di realta'. Perche' la realta' e' qui per rimanere, e una simile distorsione del mercato, e ripeto “mercato”, non puo' durare troppo.

E no, trovare altri schiavi e' sempre piu' difficile.

Il mercato che tanto sembri adorare, piccolo pennaiolo , non e' un Dio benefico che passa il giorno a risolvere i problemi della gente. E' solo un gioco. The Game. E non e' li' per farti vincere.

Ma se scuoti bene il culo, magari qualche ricco ti mette una banconota nel perizoma. Datti da fare, Rampini: Work Harder!

Uriel Fanelli


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