The Donald
Avrete visto tutti l'ultima puntata della serie Netflix sulle elezioni americane, con la Vought che cerca di rendere popolare Homelander con un attentatore che cerca di uccidere Trump e sbaglia, Trump che si getta a terra come se fosse stato un marines, e poi si rialza cercando le scarpe, e poi si mette ad inneggiare agli stati uniti. Lo trovo meraviglioso. Ma a parte questo, il punto e' chiaro: la partita e' chiusa, Trump vincera' le prossime elezioni. Fatevene una ragione.
Invece di illudersi di una improbabile rimonda di Biden, se non di un'entrata in campo di mogli celebri e vecchi ex presidenti, che non e' possibile per la semplice ragione che ritirarsi dalla competizione per inadeguatezza implicherebbe che Biden si dimetta anche da Presidente (insomma, se sei inadeguato sei inadeguato), sarebbe meglio cominciare ad chiedersi come sara' l'america di New Trump.
E per capirlo occorre capire cosa Trump guardi, quale sia la sua idea del mondo, e quale sia l'idea dell'americano medio. C'e' un modo di farlo, dall'Italia? Ovviamente si'. BAsta leggere Rampini.
Rampini, che ci tiene a farci sapere che ora vive a New York (cosa esecrabile, ma quando sei un immigrato a volte non hai scelta) , e' il prototipo dell'americano informato solo da media americani, che non mette in dubbio. Crede ciecamente in tutto quello che scrivono i media americani, specialmente quelli piu' populisti, e lo riflette pienamente quando scrive: un pochino come la Mastrobuoni in Germania, solo che la Mastrobuoni si limita alla Bild, mentre Rampini probabilmente si legge tutti i giornali legati alla borsa di NY.
Secondo Rampini, quindi , esistono solo due nazioni al mondo: gli USA e quelli che hanno fallito nell'essere gli USA. Non gli passa nemmeno per la testa che qualcuno non voglia essere gli USA, e non gli passa nemmeno per la testa che per qualcuno essere gli USA rappresenti la strada sbagliata da intraprendere.
Il suo atteggiamento verso il resto del mondo e' quello del turista milanese arrogante che va in Sardegna, non gli danno quel che vuole, e si mette a gridare “io vi do' da mangiare a tutti!”. E cosi', ignaro della storia che ci mostra imperi nascere e finire, continua a dire “ecco, state attenti, perche' se noi smettiamo di darvi da mangiare siete tutti nei guai”. Che se ci fate caso era anche il sogno di Putin: “se vi chiudo il gas, passerete l'inverno a congelare”, oppure “quest'estate non avrete il condizionatore, se Putin non vuole”. Poi alla fine non siamo congelati e oggi abbiamo i condizionatori, ma questa cosa sorprendente e' fuori dalla loro comprensione.
In generale, la stampa USA (o Russa) opera in questo modo:
- USA (o russia) vendono/comprano la tal cosa per 375 gozzillioni.
- Quindi se USA (o Russia) smettono di vendere/comprare, gli europei sono nei guai.
- Quindi devono ringraziarci (o ringraziare la Russia) di esistere.
Bene. L'esperimento Russo dovrebbe confermare agli USA che le cose non stanno cosi', e tutto dipende da tanti altri fattori. Il Gas oggi costa meno di prima, e a meno di quanto non lo vendano gli USA. Ma non imparano. Non avendo una storia , gli USA non sanno imparare dalla storia, appunto.
Di conseguenza, qualsiasi cosa fara' Donald sara' di irritare i paesi europei, credendo che siano in ginocchio ad aspettare qualche elemosina da lui. Il problema e' che, essendo ogni paese europeo piu' o meno infetto da nazionalismo e nazionalisti, bisogna vedere se e quanto i nazionalisti parteciperanno al clima di oltraggio o si allineeranno. Secondo voi la Francia, anche lepenista, che vorrebbe cancellare l'inglese da Internet, si allineera' al primato della cultura americana quando Trump comincera' a parlare di dazi sui prodotti europei? Ne dubito. Tantomeno la AfD, o la Meloni.
Quali sono le discrepanze tra Europa e USA riguardo alla stampa?
Allora, in Italia le sorgenti piu' robuste sono Elkann, Cairo, De Benedetti, ragione per cui di fatto abbiamo una stampa che definisco spessissimo “ Radio Netanyahu” , cioe' una rappresentazione 1:1 degli interessi israeliani. Non dovrei nemmeno scriverlo, ma: Giornalisti:
- Paolo Mieli
- Enrico Mentana
- Gad Lerner
- Clemente Mimun
Imprenditori e figure di rilievo:
- Carlo De Benedetti
- John Elkann
- Franco Bernabè
dovrebbero chiarire la questione: di fatto in Italia si legge Radio Netanyahu con qualche sprizzo di Radio Berlusconi e Radio Angeletti.
C'e' poi un altro polo nascente, oltre ai Berlusconi, che prende facilmente soldi dall'area araba , e quindi abbiamo una potentissima Radio Golfo. Da qui, una percezione assolutamente mediorientale delle cose, una percezione di enormita' delle vicende mediorientali e arabe, eccetera.
Per la Germania, – Bild: È il tabloid più diffuso in Germania, pubblicato dalla Axel Springer AG. La società di private equity statunitense KKR detiene una quota significativa di Axel Springer – Die Welt: Un importante quotidiano nazionale, anch'esso di proprietà di Axel Springer AG – Der Spiegel: Uno dei settimanali più influenti, con sede ad Amburgo. È di proprietà della Spiegel-Verlag Rudolf Augstein GmbH & Co. KG – Die Zeit: Un prestigioso settimanale con sede ad Amburgo, di proprietà del gruppo editoriale Holtzbrinck – Handelsblatt: Il più grande quotidiano economico-finanziario in lingua tedesca, pubblicato dalla Düsseldorfer Handelsblatt Media Group, parte della DvH Medien GmbH. L'editore è Dieter von Holtzbrinck – Süddeutsche Zeitung: Un importante quotidiano nazionale con sede a Monaco, di proprietà del gruppo editoriale Südwestdeutsche Medien Holding. – Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ): Un influente quotidiano nazionale, di proprietà della FAZIT-Stiftung, una fondazione no-profit. – Rheinische Post: Un quotidiano regionale con sede a Düsseldorf, parte del gruppo Rheinische Post Mediengruppe
Sono quindi grandi famiglie (cioe' Radio BDI, la confindustria locale) con la sola eccezione di Radio America per la BILD, che e' un pochino (culturalmente) l'equivalente del Resto del Carlino nel panorama locale.
Da questo punto di vista, la francia ascolta solo Radio Francia:
- Hachette Livre: È il più grande gruppo editoriale francese, controllato dal conglomerato mediatico Lagardère Non ha azionisti stranieri di rilievo.
- Editis: È il secondo gruppo editoriale francese. Attualmente è controllato dalla società francese Vivendi, ma è in corso un'acquisizione di Hachette da parte di Editis che potrebbe creare un nuovo colosso dell'editoria francese
- Média-Participations: Terzo gruppo editoriale francese, specializzato principalmente in fumetti e graphic novel. Non risultano azionisti stranieri significativi
- Madrigall: Gruppo che include le case editrici Gallimard e Flammarion. Non sono menzionati azionisti stranieri rilevanti
- Groupe Lefebvre-Sarrut: Specializzato in editoria giuridica e fiscale. Non sono indicati azionisti stranieri di rilievo
il resto e' Internet.
la differenza di narrazione tra USA e paesi europei e' cosi' marcata che di fatto non e' possibile tenere allineata la politica europea con quella USA, quando si parla di questioni strategiche. La politica del governo deve essere coerente con quello che sanno gli elettori, che sanno cose completamente diverse.
Per esempio, per l'americano medio l'aereonautica e' ammeriga, il fatto che Boeing sia nelle pesche serie, AirBus le stia spaccando le ossa, e adesso entra in campo anche la Cina, non e' pervenuto. Immaginate trump che cerca di mettere dazi ad Airbus a favore di Boeing.
Trump lasciera' la NATO? No, perche' non e' stupido. Sa benissimo che cosa succederebbe il giorno dopo aver perso l'unica zona di influenza ove ancora gli USA sono egemoni. Per prima cosa, gli USA che si percepiscono come impero sarebbero un impero senza impero, e che un rigassificatore puo' anche usare gas russo al posto di un gasdotto.
Lasciera' che i russi invadano l'europa? Onestamente, puo' anche lasciare che lo facciano, ma dato quello che si e' visto in Ukraina, la Russia semplicemente non puo' invadere l'Europa. Punto.
Trump aprira' cento contenziosi commerciali? Di sicuro. MA e' una cosa che per la EU e' abituale, e avere stati che vanno a piangere a Bruxelles per proteggere il loro formaggio nazionale e' normale. Non dimentichiamo che anche gli USA esportano in EU:
- Canada e Messico insieme rappresentano circa il 33-34% dell'export totale USA, evidenziando l'importanza dell'accordo USMCA.
- L'Unione Europea nel suo complesso (includendo paesi come Germania, Paesi Bassi, Francia, e altri) rappresenta circa il 20-22% dell'export USA.
- I paesi dell'Asia-Pacifico (Cina, Giappone, Corea del Sud) costituiscono circa il 15-17% dell'export.
Ora, consideriamo un attimo quanti amici Trump abbia in Messico, Quanti in UE, e quanti in Asia-Pacifico (Cina?), e vedrete subito che la UE gli serve. Quindi no, la UE non e' tanto sostituibile come mercato di sbocco. Ma di liti ne fara' tantisisme, e bisognera' gestirle tutte.
Cosa voglio dire con questo? Intendo dire che invece di continuare a chiedersi se Biden possa vincere, sarebbe meglio interrogarsi su come gestire meglio la prossima presidenza Trump, avendo a che fare con un tizio che crede di essere un imperatore romano, mentre parte del suo impero pensa a come disfarsi della sua influenza.
Qualcosa di dice che andare a piangere in EU diventera' una pratica abituale dei sovranisti.
Uriel Fanelli
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