Sulla nuova direttiva DNA: sacrosanta, buona e giusta.

Ho letto una miserabile pila di cazzate, per certi versi consistenti con le cose che diceva Quintarelli, sulla meravigliosa, bellissima, doverosa (anche se in ritardo) direttiva europea DNA. Sulla quale, guarda caso, e' nata la solita campagna di “il miglioramento e' lo demonio” della solita associazione italiana spuntata dal nulla e finanziata da taluni.

Per prima cosa, facciamo chiarezza. Cosa dice la direttiva?

Essendo ancora una bozza, quello che sappiamo e' quanto segue:

Disattivazione delle reti in rame

Gestione centralizzata dello spettro radio

Sicurezza delle reti 5G e 6G

Protezione dei cavi sottomarini

Contributo dei grandi operatori digitali (fair share)

Nuovi standard di sicurezza informatica

Riduzione della frammentazione normativa

Nuovi organismi di governance

Obblighi di trasparenza e monitoraggio

Cosi' adesso sappiamo anche di cosa parliamo.


Ed ecco cosa rispondono quelli della campagna no-tutto:

prendo il comunicato dal sito dei salotti buoni della finanza italiana, cioe':

https://www.corriere.it/tecnologia/25_giugno_17/cos-e-il-digital-networks-act-il-piano-europeo-per-riformare-la-connettivita-europea-le-proteste-progetto-pericoloso-un-ritorno-e995dea3-a748-4cff-aecd-7d0ab58bfxlk.shtml?refresh_ce

che prende da qui:

https://stopdna.eu/why-dna-is-a-threat-2/

Quoto e rispondo:

It will kill infrastructure competition For 30 years, Europe has promoted infrastructure-based competition: multiple networks, built by different operators, ensuring choice and innovation. DNA will reverse this.It will concentrate control of physical networks in the hands of 2 or 3 major players, forcing smaller operators to become simple resellers.

Ignoro sinceramente in quale galassia risiedano certi individui, ma di sicuro non è la Via Lattea. Qui da noi, su questo pianetucolo chiamato “realtà”, Internet è nelle mani dei soliti noti: piccoli baronetti locali travestiti da colossi, detti anche incumbent, che dominano il mercato grazie a regolamentazioni su misura – fatte con l’uncinetto legislativo – pensate esclusivamente per bloccare qualsiasi parvenza di concorrenza straniera.

È dai gloriosi giorni della campagna NoTUT che si ripete il mantra: in Italia solo un manipolo di aziende — e fino a poco tempo fa, neanche un manipolo, una sola — ha il privilegio di sventrare le strade per posare cavi. Una specie di massoneria del tombino, con tanto di benedizione normativa.

Quanto all’innovazione, evitiamo pure: caliamo un elegante sipario di velluto rosso. Più che un settore tecnologico, sembra una rappresentazione di Beckett.

E sì, per chi stesse cercando conforto oltreconfine: la stessa farsa va in scena anche nel resto d’Europa. Cambiano solo i costumi di scena.

It will make Internet more expensive for everyone With only a few mega-operators controlling the market, expect this: higher prices for fixed and mobile connections end of flat rates and affordable packages extra fees for streaming, gaming, smart working No one will escape: families, students, professionals, SMEs — all will pay more.

Il loro pianeta dev’essere un luogo affascinante. Un posto esotico e rarefatto, in cui l’economia digitale è governata da creature leggendarie e i problemi si risolvono per decreto celestiale. Beati loro.

Noi, invece, viviamo su un altro pianeta: il Pianeta Terra. Qui, i prezzi dell’accesso a Internet sono scandalosamente alti, buona parte della rete è ancora aggrappata ai fili del caro, vecchio rame — un monumento all’archeologia delle telecomunicazioni — mentre il DNA – ma guarda caso – suggerisce che questo catafalco tecnologico dovrebbe essere finalmente rottamato. Il Prodigioso Cavallo Mivar approva.(Frau Blucher!)

Quanto alle “proiezioni” di prezzo che qualcuno continua a sbandierare, c’è da chiedersi: da dove le traggono? Forse consultano il Prodigioso Cavallo Mivar, oracolo equino dalle facoltà divinatorie, capace di prevedere il futuro e rispondere alle domande con un nitrito ispirato.

Prendiamo ad esempio la meravigliosa profezia secondo cui streaming, gaming e smart working costeranno di più. Una previsione che, se non nasce nella stalla del Mivar, richiederebbe un'implementazione da incubo per diventare realtà: parliamo della necessità di tracciare il traffico sugli switch di aggregazione o sugli switch “spine” di rete con una mole titanica di telemetrie — roba che nemmeno la NASA in fase di lancio.

E poi, piccolo dettaglio tecnico: esistono le VPN. E guarda caso, chi lavora da casa spesso lo fa proprio tramite VPN aziendali. In che modo, di grazia, penserebbero di distinguere lo smart working dal resto del traffico? Leggendo nel tè dei pacchetti IP?

L’unica cosa certa in tutto questo teatro è l’affermazione apocalittica secondo cui “tutti pagheranno di più”. Una perla del terrorismo dialettico, completamente scollegata dai fatti.

Ma si sa: quando mancano i dati, si fa spettacolo.

  • It will destroy Net Neutrality DNA opens the door to traffic metering and service-based discrimination. Flat, open Internet will be replaced by: “Pay to watch. Pay to listen. Pay to scroll.” video streaming? Extra fee. cloud gaming? Extra fee. telemedicine? Extra fee. whatever the operator decides to meter, will be metered.

Queste persone, evidentemente, non leggono i provvedimenti. Forse si limitano ad annusarli da lontano, come si fa con un vino che non si ha intenzione di bere. Al momento attuale, ciò che viene scritto nelle telemetrie generate sui POP e sui Central Office non è affare del governo, né di qualche entità sovrannaturale in giacca e cravatta. Non esiste alcuna autorità che stabilisca cosa debba o non debba essere tracciato a quel livello. La rete parla, certo, ma lo fa per conto suo — e nessuno al Ministero dei Miracoli le mette sottotitoli.

Quanto al grande tormentone secondo cui “non si pagano i film”, una rapida occhiata alle proprie carte di credito potrebbe bastare per fugare l’illusione: Netflix, Amazon Prime, Apple TV… non mi risulta che vengano regalati in ceste natalizie. L’unica differenza è che la fattura non arriva assieme alla bolletta dell’elettricità. Siamo ancora capaci, per fortuna, di distinguere tra il modem e il forno a microonde.

A giudicare da certe affermazioni, pare che chi scrive non abbia la minima idea di come vengano estratte le telemetrie dalla rete di accesso. Parlano di scenari tecnici che nemmeno la fantascienza hard osa affrontare. Quello che descrivono è semplicemente infattibile. E anche nel remoto caso si volesse davvero tentare l’impresa — con la stessa logica con cui si cerca di svuotare il mare con un cucchiaio — basterebbe una VPN qualunque per mandare tutto all’aria.

Non so cosa abbiano bevuto, ma è sicuramente qualcosa di molto, molto efficace. Roba che andrebbe regolamentata. O brevettata come allucinogeno legislativo.

  • It will erode national sovereignty DNA aims to centralize regulatory power in Brussels, stripping national authorities of their ability to defend local markets and consumers. Result: Europe ruled by 3 or 4 telecom-finance giants no more national control over critical infrastructure no chance for European SMEs and innovators to survive

L’intera rete d’accesso italiana — sì, tutta — è costruita con dispositivi, tecnologie e standard rigorosamente non italiani. Nulla, nemmeno un bullone, nasce sotto il tricolore. E allora, di grazia, di quale “sovranità” staremmo parlando? Sovranità di cosa? Della presa tripolare?

Eppure c’è chi si straccia le vesti sostenendo che la nuova regolamentazione centralizzerà il potere a Bruxelles. Siamo nel 2025, signore e signori, e costoro sembrano aver appena scoperto che l’Unione Europea ha potere regolatorio — e che Bruxelles non è solo una marca di waffle. A questo ritmo, tra tre o quattro anni dovrebbero arrivare alla clamorosa rivelazione dell’acqua tiepida. Teniamoci pronti.

E poi il dramma: non ci sarà più “controllo nazionale” sulle infrastrutture critiche. Bene. Finalmente. Magari così una S.r.l. di Milano smetterà di giocare a 007 sulla vostra connessione solo perché il cugino lavora in qualche sottoscala ministeriale a Roma. Se questa è la tanto temuta “perdita di controllo”, la prego, ne vogliamo di più.

Quanto agli “innovatori europei” nel mondo delle piccole telco, la prego: se mai ne avvistasse uno, mi scriva subito. Una mail, un piccione viaggiatore, va bene tutto. Per ora, restano una specie mitologica: si parla di loro, ma non li si vede mai.

E infine, il lamento secondo cui le autorità nazionali perderanno il potere di difendere mercati locali e consumatori. A giudicare dai trionfi ottenuti finora, direi che possiamo dormire sonni più tranquilli. Al massimo peggiora il nulla.

It will strip national authorities of their powers The DNA aims to centralize all regulatory power in Brussels, dramatically reducing > the role of national regulatory authorities (NRAs) and local bodies that have ensured fair competition, consumer protection, and market balance for decades. Under the DNA: NRAs will be downgraded to mere executors of guidelines imposed from above. local decision-making on spectrum, network access, competition remedies and consumer rights will be erased. national legal traditions and market specificities will be ignored in favor of a rigid, centralized model. This is a direct attack on subsidiarity and national sovereignty. It will leave national governments and regulators powerless to defend local markets and citizens. Ask yourself: do you want your telecom market to be governed by distant
bureaucrats with no knowledge of your country’s needs, or do you want national authorities to retain the ability to protect competition, consumers, and public interest?

Ed eccoli, di nuovo, con l’enfasi teatrale di un Farage in piena trance: scandalizzati nel 2025 dalla scioccante scoperta che esiste un’entità chiamata Unione Europea — con tanto di poteri regolatori! Dei veri pionieri del ritardo cognitivo.

C’è persino chi parla con tono grave di “tradizioni legali”. Tradizioni legali. Come se ci trovassimo di fronte alla sacra carbonara delle telecomunicazioni. Che tenerezza. E poi l’idea — tenerissima anche questa — che il legislatore locale abbia mai, mai, difeso i mercati locali o, peggio ancora, i cittadini. Qui non so se mettermi a ridere o se partire direttamente con una sonora pernacchia. Con riverenza, ovviamente.

Solo un promemoria per i più smemorati: se oggi non pagate il roaming in Europa, non dovete ringraziare il vostro paese. No, non è merito del sotto-sottosegretario alla Modernità Digitale. Dovete ringraziare Bruxelles. Sì, proprio lei, l’arcinemica dei patrioti con la fibra a carbone.

Quanto all’ultima, tremenda domanda — “ma davvero volete che siano quelli di Bruxelles a comandare?” — la mia risposta è un sonoro, liberatorio, inequivocabile: Sì. Voglio che siano loro, perché il confronto con la miserabile cricca di affaristi giurassici che ha dominato finora è imbarazzante. Ma non un imbarazzo lieve, da arrossire. No: un imbarazzo che fa cagare. Ma cagare cagare.

It will endanger the entire Internet ecosystem DNA is an existential threat not only to telecom operators, but also to: local ISPs cloud providers IXPs (Internet exchange points) content providers open-source communities device manufacturers system integrators installation companies

E perché mai dovrebbe accadere tutto ciò? Ma semplice: perché lo dice la loro sfera di cristallo. Il Prodigioso Cavallo Mivar? Un oggetto evidentemente molto in voga tra chi scambia l’opinione per dato e la tastiera per mandato divino.

Quando il dibattito raggiunge certe vette di demenzialità — sparando a salve dalla postazione Wi-Fi del salotto — non resta che scendere al loro livello e rispondere con eguale rigore analitico:

Marilyn Manson Marilyn Manson Marilyn Manson Marilyn Manson Marilyn Manson Marilyn Manson Marilyn Manson

Ecco. Ora il livello della discussione è equilibrato. Non si capisce davvero perché dovrebbe avvenire l’apocalisse digitale solo perché al governo di Roma — finora esibitosi in un mix letale di incompetenza, fumo retorico e clientelismo d’accatto — viene finalmente sottratto un po’ di potere.

Ma forse è proprio questo il punto: l’idea che qualcuno, da fuori, possa impedire alla solita combriccola di badare ancora una volta agli interessi propri anziché a quelli del paese e dei cittadini, li fa impazzire. Per una volta che si parla di limitare il danno, gridano al golpe. Ma non sia mai che si gridi “finalmente”.


Onestamente, non so neanche da dove cominciare per smontare le assurdità che questi personaggi continuano a spacciare con solenne convinzione. Tutto ciò che profetizzano — sciagure, carestie digitali, catastrofi regolatorie — semplicemente non ha alcun fondamento. Nessuna evidenza, nessuna letteratura tecnica, nessun modello, nulla. Il deserto dei dati.

Ma loro sanno, capite? Perché gliel’ha detto il Cavallo Mivar, l’oracolo di Santarcangelo di Romagna. Un prodigioso animale che riesce a prevedere il futuro e rispondere alle domande, purché siano rigorosamente idiote. È lui il vero policy advisor del momento: basta portargli una carota e ti spiega come andrà il traffico IP nel 2030.

Tutte quelle disgrazie che, secondo loro, colpiranno i poveri consumatori nel preciso istante in cui verranno “liberati” dai loro benevoli protettori — quelli che finora hanno fatto dell’internet italiano un eden di velocità, innovazione e trasparenza — vengono dritte dritte dalla stalla del Mivar. Altro che CEPS, BEREC o ITU.

E poi, se per puro spirito antropologico vi venisse in mente di cliccare su “Who we are” nel loro sito… Beh, non anticipo nulla. Ma fatevi un tè prima. E tenetevi forte: è un’esperienza che arricchisce. Di imbarazzo altrui.

We are AIIP (Italian Association of Internet Providers), Italy’s first and historic association of independent Internet and telecommunications operators, established in 1995.

Ah, il 1995. Che anni gloriosi. Quando il solito incumbent nazionale arrivava, si prendeva tutto, e ti lasciava la sensazione calda e rassicurante di essere stato derubato con classe. Un paradiso di libertà, ci dicono oggi. Una fucina di democrazia digitale. Peccato che, all’epoca, se volevi collegarti al mondo, avevi due sole opzioni: o pagavi quanto stabiliva Sua Maestà l’incumbent — tipo una CDN da 128K a sedici milioni di lire l’anno — oppure ciccia. Niente accesso, niente rete, niente futuro. Era la banda larga dei privilegiati e la pietà per il resto del paese.

Ma ho una brutta notizia per loro. Da quando sono entrati in campo i “grandi”, non esistono , e ripeto non esistono (piu') cose come “independent Internet and telecommunications operators”

Ed eccolo, in tutto il suo splendore, riemergere ancora una volta dalle profondità del nonsense: il Prodigioso Cavallo Mivar, sempre lui, sempre a Santarcangelo di Romagna, sempre pronto a illuminare le menti con le sue visioni equine del futuro.

Stranamente, lo troviamo anche nel loro celebre “Who we are”, quella pagina che dovrebbe spiegare chi sono, cosa fanno e perché il mondo dovrebbe ascoltarli. E invece — sorpresa! — sembra più un bollettino dal maneggio: stesso livello di concretezza, stessa capacità predittiva, stesso fascino da cartomanzia col cappello di stagnola.

For 30 years, we have fought for an open, competitive and innovation-driven digital ecosystem in Europe.

Considedando che in Europa Internet e' una fogna fascista dominata da oligarchi americani, se anche avete lottato non avete vinto, o almeno siete stati molto bravi a tenere il segreto.

Behind empty promises of “simplification” and “investment,” the DNA is a coordinated attack on: pluralism and competition national control of telecommunications affordable Internet access for citizens and businesses net neutrality and open Internet principles

Solo il Prodigioso Cavallo Mivar può davvero sapere di quale cavolo di pluralismo e competizione stiano blaterando questi signori, perché, a occhio, dentro i confini di questo paese vincono sempre e soltanto i soliti furbetti del quartierino.

E mi spiegate cosa ci sia di così glorioso nel “controllo nazionale” delle telecomunicazioni? L’accesso a internet non è affatto economico come lo dipingono, e la net neutrality è la barzelletta più costosa che paghiate ogni mese — attraverso VPN e abbonamenti Netflix inclusi.

Poi, per completare il quadro, vi propongono il grande complotto franco-tedesco per portare LO DEMONIO in Europa — mica roba da poco!

https://stopdna.eu/eu-documents-hidden-agenda/

Non spreco tempo a commentarlo, ma permettetemi un piccolo appunto: per essere credibile, un complotto certificato ISO TUV deve contenere almeno qualche ebreo.

Qui, invece, nemmeno uno.

Un complotto senza ebrei? Impossibile. Se non ci credete, chiedete pure al Prodigioso Cavallo Mivar. Il risultato? Un complotto da dilettanti allo sbaraglio.

Ripeto: visto che non esistono ragioni razionali a supporto di queste teorie, solo paranoie, paure di perdere fantasmi e chiacchiere da bar, posso dire una cosa sola: potete credere a loro, oppure a me.

La differenza è che io vi ho fatto un riassunto pulito e concreto di cosa dice davvero il DNA.

Loro? Parlano contro, parlano attorno, evocano agenti segreti e complotti inesistenti, ma non affrontano mai il nocciolo della questione.

Fate voi. Quel sito, per me, è ridicolo. E questa campagna si avvicina al patetico.

Ma lo so, sono pagato dal complotto francotedeasco per Dominare Internet, io.

Carlo Magno.

Ah, Carlo Magno!

Uriel Fanelli


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