Sul Dudes Club

Il Dudes Club ha recentemente cambiato pelle: siamo passati da una struttura in stile social network federato a un vero e proprio forum federato. Non si tratta solo di un cambiamento tecnico o di piattaforma, ma di una trasformazione più profonda, che porta con sé diverse implicazioni, vantaggi concreti e nuove dinamiche che sto iniziando a osservare con interesse. Ci sono molti motivi dietro questa scelta, e altrettanti aspetti positivi che stanno emergendo. Ma andiamo con ordine: è meglio affrontare ogni punto per gradi.

Per chi non lo sapesse, il dudes club e' questo:

https://dudes.keinpfusch.net/

E se andate nella categoria “Moderazione” trovate:

Il risultato e' il seguente forum:

forum


Perché un'area non pubblica, come “Cose da Maschi”?

Quando vi iscrivete al Dudes Club, all’inizio vedrete soltanto l’Area Pubblica. È lì che inizia tutto: si chiacchiera, ci si conosce, si scambiano battute e opinioni. Poi, con il tempo e un minimo di partecipazione, potreste essere “promossi” a Dudi — e allora vi si aprirà anche l’accesso all’area riservata delle Cose da Maschi.

Il forum, basato su NodeBB, ci offre un sistema intelligente di gestione dei gruppi: chi partecipa in modo attivo può diventare Dudi in modo del tutto automatico, senza che sia necessario l'intervento del moderatore. Una piccola meraviglia tecnologica, che ha semplificato non poco la vita.

Rispetto ai tempi passati, in cui dovevo mettermi a smanettare manualmente per concedere o revocare i permessi, questo sistema è una benedizione. Mi regala ore preziose che posso finalmente dedicare ad attività squisitamente maschili — e rigorosamente teutoniche — come, per esempio, invadere la Polonia (in senso figurato, naturalmente… più o meno).

Detto ciò, nei casi eccezionali posso sempre intervenire anche a mano: aggiungere o rimuovere qualcuno dal gruppo dei Dudi resta una prerogativa del moderatore. Ma preferisco che sia l’automatismo a fare il grosso del lavoro: è più efficiente, meno arbitrario e molto più in linea con lo spirito del forum.

Sì, ma perché?

Perché gestire la visibilità di alcuni post o interi thread all’interno di un social network si è rivelato, nei fatti, quasi impossibile. Nella vecchia versione del Dudes Club, chi voleva affrontare temi più delicati — come la salute maschile — si trovava subito in difficoltà. Se osservate l'immagine attuale del forum, noterete subito una sezione dedicata proprio a questo: si chiama Salute, ed è pensata per parlare liberamente di questioni legate al corpo e alla psiche degli uomini.

Eppure, nella precedente incarnazione del club, molti si facevano mille scrupoli anche solo ad accennare a certi temi. Nessuno — ripeto, NESSUNO, a quanto pare — ha mai avuto bisogno del Viagra o del Cialis, quindi scambiarsi esperienze era diventato un tabù. La sola parola “prostata” sembrava bandita, e il fatto che ciò fosse percepito come normale mi colpì profondamente. In un contesto pubblico, anche ammettere di avere un problema serio diventava quasi un atto eroico.

Un sistema come quello attuale, che permette di decidere quali forum federare e quali invece tenere nascosti o riservati a certi gruppi, crea un ambiente molto più adatto alla discussione autentica. Ricordo bene come, nella versione precedente del club, bastò la mancanza di quel minimo senso di “spogliatoio”, di branco consapevole, per far spegnere sul nascere interi thread pieni di potenziale. Era evidente che senza uno spazio davvero protetto, anche le conversazioni più necessarie diventavano impossibili.

Non a caso, ho riproposto esattamente gli stessi due thread nella nuova versione del forum. E il risultato è stato radicalmente diverso: più partecipazione, più sincerità, meno imbarazzi. Segno che lo spazio fa la differenza, eccome.

Un discorso simile vale anche per il forum Ragazze Sgargianti, dove si dà voce e forma all’immaginario erotico maschile. Prova ad aprirlo in un qualsiasi altro punto del Fediverso, e nel giro di pochi minuti ti ritrovi sommerso da lamentele sul feed. Il tutto nel nome del nuovo neopuritanesimo digitale e del linguaggio aziendalizzato, dove un post considerato “troppo nudo” non è mai definito “pornografico”, ma semplicemente NSFW — dove la “W” sta per “Work”, a sottolineare come anche l’erotismo, ormai, debba essere compatibile con l’ambiente da ufficio.

E naturalmente, arrivano puntuali le solite femministe livorose e frustrate a spiegarti in tono pedagogico come dovrebbe essere il tuo immaginario erotico per risultare finalmente “emancipato dal Patriarcato”.
Ma no, signorine, anche no. Con tutto il rispetto, i nostri sogni ce li raccontiamo tra di noi. Come sempre.


No, cari woke, non è un “Safe Space”

Qualche voce proveniente dal solito angolo “woke” ha commentato con tono acido che quello che abbiamo creato sarebbe, in fin dei conti, un concetto preso in prestito dai campus americani. Per l'esattezza, un Safe Space.

Peccato che non sia affatto così.

Il concetto di Safe Space, come si è sviluppato nei college statunitensi, è fondato su un presupposto chiaro: regole, regole, regole. Liste infinite di codici linguistici, linee guida comportamentali e limiti a ciò che si può o non si può dire. Il risultato? Uno spazio apparentemente “protetto”, ma di fatto castrato dalla logica del politicamente corretto. All’interno di un Safe Space, non solo non puoi dire tutto — puoi dire molte, moltissime meno cose.

Noi, al contrario, abbiamo creato qualcosa di profondamente diverso. La nostra zona riservata, dichiaratamente maschile, non è stata pensata per restringere il campo della parola, ma per ampliarlo. È uno spazio in cui è possibile parlare con franchezza, senza dover continuamente autocensurarsi o camminare sulle uova per non “urtare i sentimenti altrui”.

Non è un ambiente ovattato per anime fragili. È un luogo libero. Non protegge le sensibilità ipertrofiche, ma tutela la possibilità di esprimersi senza filtri, con onestà e senso di appartenenza. È stato costruito per permettere di dire più cose, non meno.

Quindi no, mi dispiace — anzi, non tanto — ma quello che abbiamo costruito non è un Safe Space.

È un Freedom Space. E non abbiamo nessuna intenzione di chiamarlo in altro modo.


Andiamo ai meccanismi sociologici che sto notando

Cominciamo da un aspetto tecnico ma non trascurabile: lo spazio federa, sì, ma con alcune eccezioni. Questo perché la federazione su NodeBB è ancora in fase di sviluppo, procede a piccoli passi e richiede un po’ di pazienza.

Trovate più dettagli qui

Detto questo, vale la pena concentrarsi sugli effetti sociologici che sto osservando e che mi sembrano tutt’altro che marginali. Ho già accennato a un netto miglioramento, sia nella partecipazione degli utenti sia nella profondità con cui vengono affrontati i temi. Questo cambiamento è evidente e significativo.

Evitiamo pure di parlare dei limiti strutturali imposti dai social network tradizionali: Mastodon con i suoi 500 caratteri, per fare un esempio, non è altro che una copia del peggior Twitter, quello più superficiale e sincopato, dove l'approfondimento è non solo disincentivato, ma reso tecnicamente impossibile. Conta piu' essere “simpatici” che essere intelligenti. Cool before of important.

Ma il vero problema dei social con la “timeline” è un altro, più subdolo: il tempo. Sei costretto a rispondere subito, altrimenti il messaggio a cui volevi reagire scompare nel flusso inarrestabile della cronologia. E quando il contenuto scorre via, nella maggior parte dei casi non torni più indietro.
Il risultato? Interazioni frettolose, pensieri interrotti, conversazioni che evaporano.

Nel forum, invece, tutto questo non succede. Le persone si sentono libere di rispondere anche a un messaggio vecchio di una settimana — e va benissimo così. Nessuno si aspetta l’immediatezza. Nessuno pretende una reazione in tempo reale. E proprio questa assenza di ansia, di pressione sociale a “stare sul pezzo”, rende il dialogo più rilassato, più denso, più ragionato.

In altre parole: non c’è alcuna assunzione di sincronicità. Il tuo messaggio verrà letto e riceverà risposta, prima o poi. Quando qualcun altro avrà tempo, voglia, o ispirazione per farlo. Magari dopo averci riflettuto.

Ed è proprio questa lentezza intenzionale a fare la differenza: restituisce dignità alla parola scritta, e spessore al pensiero.


Ecco, adesso l'ho detto. Rispetto ai forum online, che erano la realta' prima dei social network, questi ultimi sono molto piu' superficiali, incompleti, e ansiogeni.

E adesso vediamo, anche,, come federa questo post da Writefreely a NodeBB.

Uriel Fanelli


Il blog e' visibile dal Fediverso facendo il follow a: @uriel@keinpfusch.net

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