Su Federico Rampini che si pente.

Non ho mai avuto una grande impressione di Rampini, e credo di averlo scritto. Ma stavolta sta aderendo un po' troppo nella politica dello gnorri , quella smemoratezza collettiva che sembra cogliere gli americani e gli americanoidi quando si trovano di fronte alle conseguenze delle LORO politiche. Perche' l'europa non e' poco armata per caso. Gli stati europei non si sono divertiti a strangolare le loro stesse industrie belliche, unico modo ancora ammesso dai trattati per finanziare la propria industria domestica.

Ho gia' menzionato in passato l'esistenza di un programma di nucleare militare italiano, e del relativo vettore.

Il Vettore Alfa

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Nel dicembre 1964 il generale Paolo Moci chiese l'autorizzazione all'allora Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Aldo Rossi, per avviare la realizzazione di un deterrente nucleare nazionale.[14] Il generale Rossi diede la sua autorizzazione di massima, raccomandando che su tale iniziativa fosse mantenuto il più rigoroso segreto. Il generale Moci ebbe numerosi colloqui con il massimo esperto missilistico italiano dell'epoca, il professor Luigi Broglio, che aveva lanciato numerosi satelliti dalla base equatoriale di Mombasa. Da tali colloqui scaturì, considerate le possibilità economiche della nazione, l'idea di costruire un missile con una gittata di 3 000 km, avente quindi la possibilità di colpire tutta l'Europa e l'Africa del nord, armato con una testata nucleare di 2,5 kg di plutonio. La prevista realizzazione di 100 missili avrebbe avuto un costo pari a quello della messa in linea dei nuovi cacciabombardieri Lockheed F-104G Starfighter.


Chi era che ha bloccato tutto? Indovina un pochino, Rampini. Succedeva all'epoca che il trattato di pace del 1947 proibisse all'Italia e alla Germania di sviluppare armi nucleari, e furono gli USA ad insistere che ci prendessimo carico di armi americane (ma non di vettori: solo bombe aviotraspotate) , e ad essere inamovibili a riguardo del trattato.

In quel momento il governo statunitense stava dando un'alta priorità alla non proliferazione nucleare, e spingeva per arrivare alla firma di un trattato internazionale. L'Unione Sovietica fece dell'eliminazione della Multilateral Force nucleare NATO una delle condizioni preliminari alla sua adesione al trattato di non proliferazione nucleare, che fu firmato il 1 luglio 1968 da USA, Regno Unito e Unione Sovietica. Né la Svizzera, né i paesi dei Balcani, né l'Italia lo ratificarono immediatamente. Il governo svizzero aderì al trattato nel 1969, mentre quelli jugoslavo e rumeno lo ratificarono entro il marzo 1970. I servizi di intelligence occidentali indicarono che, anche dopo la firma del trattato, la Jugoslavia stava ancora sviluppando armi nucleari presso l'istituto di Vinca, situato nelle vicinanze di Belgrado.

Inamovibilita', caro Rampini, che c'era anche alla voce “portaerei”: ci era vietato costruirle dallo stesso trattato, e gli USA non vollero MAI cedere, tant'evvero che la prima “portaerei” , il Garibaldi, fu costruita dopo i 50 anni da trattato. E , troppa grazia, solo perche' era classificata come “portaelicotteri”. Altrimenti, avremmo avuto (oggi) molta piu' esperienza sulla costruzione e gestione delle portaerei.

A nulla sono serviti 50 anni di preghiere agli USA per ottenere flessibilita'.

E sempre alla voce “trattati”, caro Rampini, voglio far notare che gli USA hanno anche impedito qualsiasi progetto di integrazione tra Marina e Aviazione italiana, col risultato che se l'italia voleva trasportare molti paracadutisti non poteva farlo via nave, usando navi da sbarco, ma doveva mettere i mezzi sulle navi e spostare gli uomini per via aerea.

e a nulla sono serviti 50 anni di preghiere per ottenere flessibilita': gli uomini dell'aviazione non potevano stare sulle navi, e non potevano integrarsi. Ottenendo problemi logistici che si propagano fino ad oggi (anche dovendo ammettere un certo Balbismo nell'aviazione italiana).

Solo considerando l'Italia, farei presente a Rampini che erano gli USA a frenare l'europa per tenerla dipendente da loro. Si chiama “potere”. Perche' non aveva senso (e non lo avra' in futuro) tenere certe basi americane in Europa, dopo aver armato l'europa. Sigonella, caro Rampini, non ha alcun senso di esistere con un'Italia ben armata.

Caro Rampini, se non fosse stato per gli USA, ora l'Italia avrebbe le sue armi atomiche, i propri missili vettori (e si, faccia un giro in ASI. I vettori moderni progrttati li' sono quasi tutti figli dell' Alfa). Invece ha solo bombe, da aviotrasportare , e peraltro le chiavi per farle andare sono in mano USA.


Se passiamo per la Germania, (e Angela Merkel diede una risposta decisamente piccata al tuo eroe, Trump) , l'influenza americana fu ancora peggiore. Le regole assurde per il procuring di armamenti, non sono roba tedesca. Sono, anche loro, figlie di pressioni americane e trattati della WWII.

Sono stati gli USA ad impedire che i tedeschi mettessero nuove navi in acqua, ad impedire che costruissero portaerei , e specialmente ad esigere da Konrad Adenauer, nel 1954, la firma di un trattato che impedisse ai tedeschi di costruire armi chimiche, nucleari, batteriologiche.

E la dimensione dell'esercito tedesco in tema di armi strategiche fu dovuta ad un altro bel trattato, firmato nel 1959, su insistenza americana, subito dopo la fine dell'occupazione della Germania Ovest. Lo scopo? Mutilati gli eserciti di Italia e Germania, entrambi i paesi avrebbero dovuto accettare la permanenza di grosse basi americane, come Ramstein, o Sigonella, o altre.

E lo puoi notare osservando, caro Rampini, la differenza con la Francia, che le grandi basi USA non le ha: e quando nello stesso periodo gli USA insistettero, i francesi risposero con un vaffanculo, e Charles de Gaulle decise l'uscita della Francia dal comando militare NATO per poter perseguire un proprio programma di difesa non necessariamente dipendente da altri Paesi, mantenendo la sua autonomia anche nelle scelte nel programma nucleare.

Chi voleva smantellare cosa, Rampini? La verita' e' che agli USA interessavano Italia e Germania deboli, per poterci piazzare le loro basi. Ed estendere la loro influenza.

I programmi di espansione delle forze armate i paesi europei li avevano: erano gli USA a frenarli.


Almeno da parte italiana , ci sono alcuni casi almeno sospetti. Di “recente” succede che in Somalia gli americani e i guerriglieri somali sono alle mani tutti i giorni. Black Hawk down eccetera. Ma non sono i soli. Ci sono anche i Lupi di Toscana. I quali effettuano, tra l'altro, il piu' grosso smantellamento di un (sorvegliatissimo) deposito di armi dell'operazione, con soli sei feriti leggeri. Prenderanno la medaglia d'argento al valore. Bene.

GLi USA si prendono invece una bella sdentata dagli stessi guerriglieri. Coincidenza: pochi mesi dopo, i Lupi di Toscana vengono sciolti.

E se fosse successo una volta sola, amen. Il problema e' che ogni volta, o quasi , che un corpo italiano partecipa alle esercitazioni nato con qualche corpo di eccellenza e fa fare brutta figura agli USA, subito dopo arriva la punizione. Avrete sentito parlare della volta in cui il San Marco fece mangiare polvere ai famosi marines. Successe. Risultato: guarda caso, nell'anno successivo si “decide” che da 3500 il loro numero passera' a 680.

Ogni massiccia decisione di riduzione degli effettivi in Italia arriva SEMPRE dopo che , in qualche esercitazione oppure operazione, gli USA arrivano dopo.

E questo, Rampini, lo sai bene: per gli USA le esercitazioni servono anche a vendere armi.


Dopo letteralmente 75 anni a ridurre al minimo le capacita' militari europee, (leggi: Italia e Germania), gli USA hanno oggi capito che questa politica costa e vogliono che ce la paghiamo noi.

Benissimo, caro Rampini, e non credo proprio che qualche governo abbia problemi a finanziare la propria industria militare, che essendo tale e' principalmente domestica e porta PIL in casa. Ma si potrebbe facilmente esporre l'ipocrisia americana se qualcuno proponesse

  1. La costruzione di armi nucleari europee, condivise per tutta la EU. Tranquilli, gli USA non lo permetterebbero MAI.
  2. La costruzione di due o tre flotte europee con portaerei dedicate. Tranquilli, non succedera' MAI, gli USA vogliono lo strapotere sui mari.

Perche' tutto quello che vogliono gli USA, caro Rampini, e' vendere armi. Altrimenti sarebbero ad elogiare ogni giorno la Polonia, che ne sta comprando a strafottere. Sfortunatamente, anziche' gli F-16 hanno optato per un aereo simile dalla Korea del Sud, e per i carri anziche' gli Abraham hanno voluto carri armati koreani.

E anche la Turchia non viene osannata molto spesso, nonostante abbia un certo esercito. Il guaio e' che la Turchia ha preferito l' A-129 al Cobra americano, e ha preferito gli S-400 ai PAtriot, e come se non bastasse, ha un programma di armi autostruite. Niente elogi per loro. Neppure i greci, che hanno una spesa sostanziale, hanno tutti questi elogi. Forse perche' non comprano armi cosi' tante americane e hanno molti fornitori.

Rampini dice che gli europei hanno sabotato la NATO da dentro. Corretto. Del resto, la nato aveva tarpato loro le ali dalla fine della seconda guerra mondiale.

Rampini cita di continuo i “pacifisti europei”, come se gli USA, durante la guerra nel vietnam, non avessero sperimentato il piu' grande e influente movimento pacifista della storia occidentale. A sentire Rampini, tutta roba Europea. Woodstock era in provincia di Milano: Woodstock(MI).

Dice Rampini che grazie alla NATO l'Europa ebbe 75 anni di pace, ma a volerla dire tutta, potrei dire che grazie alla NATO gli USA hanno avuto 75 anni di “essere LA SOLA superpotenza”, perche' se tutti in Europa si fossero fatti le atomiche (ed erano ben alla portata dell'industria italiana e di quella tedesca), chi ci avrebbe rimesso sarebbero stati gli USA, non l' Europa.


Certo, tutti i politici degli anni '80 , o forse piu' vecchiotti, sono li' a strillare le stesse cose che dice Rampini. Ma basterebbero poche domande a metterlo in crisi.

  1. una grossa flotta europea nel mediterraneo renderebbe inutili le basi come Sigonella, e quelle in Grecia. E sicuramente non avremmo piu' bisogno di una flotta USA per il Mediterraneo. Sono disposti a togliere la loro flotta dalle palle?
  2. una grossa flotta europea nel Baltico e una grossa forza aerea in scandinavia sarebbe di sicuro un deterrente per la Russia, ma sono disposti gli USA a chiudere Ramstein?

la risposta dei soliti politici degli anni '80 sara' ovvia: va bene la difesa europea, ma sempre con gli USA alle nostre spalle.

O meglio, in mezzo alle palle.

E lo dico per una ragione: di sicuro la guerra in Ukraina e' (forse) il momento di svolta in cui l' Europa si decidera' a cambiare politica militare.

Ma se osserviamo la politica militare USA negli ultimi 75 anni, caro Rampini, non possiamo dire che sia stata proprio brillante. In definitiva, l' ultima guerra CHIARAMENTE vinta dagli USA risale alla IIWW. Vietnam: perso. Korea: perso. Afghanistan: Perso. Iraq: “non vinto”, come direbbe qualcuno. MA ogni volta, ogni volta, abbiamo ereditato dalla politica estera USA dei nuovi nemici. Gente che ci odia senza nemmeno sapere la differenza tra Madrid e Varsavia, e che ci considera semplicemente “occidente”.

Ci siamo guadagnati l'odio di quasi tutto il mondo arabo partecipando alle VOSTRE guerre, abbiamo un nord africa in macerie per via delle vostre “primavere”, i cinesi, che prima non avevano alcun problemi con noi sono diventati nemici perche' VOI lo avete deciso, e via dicendo. Il danno che ci ha fatto nelle relazioni commerciali con l'altra sponda del Mediterraneo venire identificati con l' “occidente” e' incalcolabile.

Allora, caro Rampini, pentiti pure. Ma la generazione dei politici anni '80 sta finendo.

Prega, caro Rampini, che non sia l' Europa a pentirsi della Nato. Perche' con la Russia ci conviviamo da 600 anni. Con il mondo arabo dall'altra parte del Mediterraneo ci conviviamo da ancora piu' tempo, tra alti e bassi.

Il primo politico europeo a chiedersi “ma se non fossimo amici degli USA, chi di preciso sarebbe nostro nemico, e perche'?” ti chiudera' la bocca.

E una simile franchezza, onestamente, la vedo solo in bocca ad un politico tedesco.

E' solo questione di tempo, Rampini.

Uriel Fanelli


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