Stablecoin nate morte.

Stablecoin nate morte.

E' appena stata data in pompa magna la notiziona che ben nove banche nella EU avrebbero deciso di creare una stablecoin, anche se la notizia (parziale) non menzionava tutti i partecipanti. Ho deciso di fare un pochino di chiarezza e di vedere per quale motivo, a mio avviso, questa "StableCoin" nasce gia' morta.

Innanzitutto, ecco la lista dei partecipanti.

# Banca Paese Fonte
1 ING Paesi Bassi ing.com
2 UniCredit Italia bloomberg.com
3 Banca Sella Italia cryptonomist.ch
4 KBC Belgio ing.com
5 Danske Bank Danimarca cryptonomist.ch
6 DekaBank Germania reuters.com
7 SEB Svezia cryptonomist.ch
8 CaixaBank Spagna ledgerinsights.com
9 Raiffeisen Bank International Austria reuters.com

Ma di cosa stiamo parlando, di preciso? Come funzionera' questa roba? Dove? Quando? Chi?

La situazione non e' chiarissima. La riassumo in una tabella.

Aspetto Informazioni attuali Incertezze / critiche Fonte
Regolamentazione / normativa Stablecoin conforme al regolamento MiCA in qualità di e-money token (EMT) Dettagli su riserve, audit esterni e requisiti patrimoniali ancora da chiarire cryptonomist.ch
Forma legale / entità emittente Nuova società con sede nei Paesi Bassi, richiederà licenza EMI sotto la vigilanza della Banca centrale olandese (DNB) Da definire governance, distribuzione poteri decisionali, modalità di supervisione cryptonomist.ch
Tempistiche / lancio Previsto per la seconda metà del 2026 Dipende da autorizzazioni, sviluppo tecnologico, test di sicurezza, interoperabilità reuters.com
Obiettivi / casi d’uso Pagamenti rapidi 24/7 a basso costo; alternativa europea a USDC/USDT; interoperabilità con sistemi bancari e wallet digitali Scelta della blockchain ancora non chiarita; gestione liquidità e riconversione in euro da definire cryptonomist.ch
Oversight / supervisione Supervisione affidata alla DNB (Paesi Bassi), con possibile coinvolgimento BCE Coordinamento tra più giurisdizioni rimane complesso cryptonomist.ch
Espansione / adesioni future Possibilità di ingresso di ulteriori membri oltre le 9 banche fondatrici Da definire le modalità di ingresso, governance e gestione conflitti di interesse cryptonomist.ch

E per capire, non si tratta della Stablecoin di cui la LAgarde va cianciando da anni. Qualcuno informi quella donna che quando un progetto IT dura cosi' tanto, lo si considera "failure" e si taglia il budget.

Sono due cose diverse:

Caratteristica Stablecoin bancaria (9 banche) Euro digitale (BCE) Fonte
Emittente Nuova società privata (EMI con sede nei Paesi Bassi, vigilata da DNB) Banca Centrale Europea (passività diretta della BCE) reuters.com, ecb.europa.eu
Natura giuridica E-Money Token (EMT) regolato da MiCA CBDC (Central Bank Digital Currency), moneta legale cryptonomist.ch, ecb.europa.eu
Garanzia del valore Riserve fiat segregate presso le banche, audit esterni obbligatori Garanzia statale al 100%, rischio nullo (come il contante) ecb.europa.eu
KYC/AML Obbligatorio per on/off-ramp (identificazione presso banca o PSP) KYC probabile (a seconda del modello), BCE prevede limiti di privacy ma nessun anonimato totale ecb.europa.eu
Accesso Tramite banche aderenti, wallet partner e infrastrutture bancarie Diretto a cittadini e imprese tramite wallet ufficiale e canali bancari ecb.europa.eu
Finalità dichiarate Competere con USDT/USDC, offrire pagamenti 24/7, interoperabilità col sistema bancario Rafforzare sovranità monetaria UE, ridurre dipendenza da sistemi di pagamento extra-UE, accesso universale a moneta digitale sicura reuters.com, ecb.europa.eu
Governance Consorzio privato di 9 banche (multi-stakeholder, possibile conflitto di interessi) Decisa dalla BCE e Eurosistema, orientata a policy pubblica cryptonomist.ch, ecb.europa.eu
Tempistiche Annuncio settembre 2025, lancio previsto H2 2026 Progetto in fase di studio dal 2020, decisione politica ancora pendente, nessuna data certa di rollout reuters.com, ecb.europa.eu

Perché dico che questa stablecoin nasce già morta?

Perché le stablecoin “selvagge”, quelle che circolano oggi come USDT o USDC, hanno un pregio fondamentale: si comportano come commodity digitali. In altre parole, sono strumenti che chiunque può detenere, trasferire e scambiare liberamente, senza bisogno di permessi o controlli capillari. È questa libertà che le rende utili: sono veloci, liquide, universali.

Il denaro “ufficiale”, invece, ha smesso da tempo di avere le caratteristiche della commodity. È diventato un bene amministrato: la quantità non è più legata a una risorsa scarsa (oro, argento, ecc.), ma a decisioni politiche e monetarie come il quantitative easing (QE). Chi ha accesso privilegiato a queste “emissioni” — grandi banche, fondi, attori istituzionali — accumula montagne di liquidità, mentre il resto dell’economia rimane a secco.

Ora, se guardiamo al progetto delle nove banche europee, è evidente che non stiamo parlando né di una nuova moneta, né di un sistema di pagamento rivoluzionario. Perché?

Il requisito KYC/AML obbligatorio trasforma questa “stablecoin” in nient’altro che un conto corrente digitale travestito: un utente deve identificarsi, sottostare ai controlli, e le transazioni possono essere monitorate o bloccate. L’unica vera differenza è tecnica: al posto di un database bancario tradizionale, c’è una blockchain. Ma per l’utente finale non cambia quasi nulla. Non si guadagna in libertà, non si guadagna in velocità oltre a ciò che già offre SEPA Instant, e non si guadagna in anonimato.

In parole povere: è la promessa di una stablecoin senza i vantaggi delle stablecoin.


Abbiamo davvero bisogno di un nuovo tipo di conto corrente?

Ecco il punto: il mondo bancario sembra non aver ancora capito perché esiste il mondo crypto. Le criptovalute non sono nate per divertimento accademico, ma come reazione a un sistema sempre più iper-regolato e punitivo nei confronti dell’utente finale. (quello piccolo, si intende)

Oggi, chiunque abbia un conto in banca lo sa: i soldi che depositi non sono realmente “tuoi” in senso operativo. Per ritirarli in contanti serve preavviso, modulistica e giustificazioni. Per fare un bonifico sei vincolato a limiti giornalieri o mensili; per un bonifico internazionale ti ritrovi tariffe spropositate, controlli infiniti e in certi casi pure blocchi discrezionali. In altre parole: devi chiedere il permesso per usare i tuoi soldi.

Le criptovalute “on the wild” — Bitcoin, Ethereum e simili — nascono esattamente come risposta a questo scenario. Nessuno deve chiederti nulla: puoi spostare valore quando vuoi, quanto vuoi, a chi vuoi, senza un direttore di banca che ti impone un tetto o ti chiede il motivo. Non c’è nessun “orario d’ufficio”, nessun “limite per transazione”, nessun “avviso preventivo”.

Ecco perché l’idea di reinventare un “conto corrente su blockchain” — con gli stessi vincoli, gli stessi controlli e le stesse seccature del sistema bancario tradizionale — è tragicomica. Le stablecoin bancarie, con tutti i loro KYC, AML e paletti, non risolvono il problema che ha dato vita al mondo crypto: il fatto che di queste stronzate la gente ne ha piene le tasche.


Con i requisiti KYC/AML, redemption 1:1 solo via banche, governance lenta e in mano a 9 istituti che si fidano poco l’uno dell’altro, è un prodotto che nasce già zoppo.

Sul mercato reale — quello che usa oggi USDT o USDC — la gente vuole velocità, fungibilità e liquidità senza frizioni. Se per usare un euro-token devo passare da un’interfaccia bancaria, firmare KYC, farmi controllare le transazioni e sperare che la banca non mi blocchi il wallet… beh, tanto vale usare un bonifico istantaneo SEPA, che costa poco.

Queste banche stanno costruendo un “clone digitale del conto corrente”, con tutti i limiti che cercano proprio di aggirare usando stablecoin private. La definizione perfetta è: stablecoin senza il vantaggio delle stablecoin.


Aspetto Crypto “on the wild” (BTC/ETH) Stablecoin bancaria (9 banche)
Proprietà dei fondi Sei tu l’unico custode delle tue chiavi: i fondi sono davvero tuoi Custodia bancaria: i fondi sono vincolati a regole e controlli
KYC/AML Nessun obbligo nativo: apri un wallet e usi la rete KYC/AML obbligatorio per ogni ingresso/uscita
Limiti di transazione Nessuno: puoi inviare 1 € o 10 milioni, ovunque Limiti su bonifici e transazioni (soglie, controlli, blocchi)
Orari 24/7, 365 giorni l’anno Di fatto legata a orari e procedure bancarie
Bonifici internazionali Identico a un trasferimento locale: stessa rete, stessi costi Lenti, costosi e soggetti a controlli aggiuntivi
Anonimato/Privacy Pseudonimato nativo, con possibilità di ulteriore offuscamento (mixing, ecc.) Tracciamento completo delle operazioni, con reporting obbligato
Innovazione Nuovi protocolli, DeFi, NFT, smart contract, senza chiedere permesso Un “conto corrente digitale” con blockchain sotto al cofano

L’illusione di “competere” con le stablecoin americane

La parte più ridicola della narrazione delle banche è questa: sostengono che la loro stablecoin servirà a colmare il divario con i colossi americani. Davvero? Vorrei capire come.

Oggi il mercato è dominato da USDT e USDC, due token che muovono miliardi di dollari al giorno e che sono integrati in ogni exchange, in ogni protocollo DeFi, in ogni applicazione di finanza decentralizzata. Sono diventati, di fatto, l’infrastruttura di base del dollaro digitale globale.

E adesso nove banche europee, con la velocità decisionale di un ministero e la burocrazia di Bruxelles, pretendono di lanciare una moneta che possa competere su quel terreno. Ma se metti a confronto i due mondi, la differenza è imbarazzante: da una parte hai strumenti nati per essere liquidi, globali e “permissionless”; dall’altra hai un “conto corrente digitale” travestito da token, con KYC obbligatorio, limiti e controlli.

Se questo è il piano per accorciare le distanze con gli americani, allora sì: è semplicemente patetico il confronto:

Aspetto USDT / USDC (stablecoin private) Stablecoin bancaria (9 banche)
Emittente Società private (Tether a Hong Kong, Circle negli USA) Consorzio bancario UE con sede nei Paesi Bassi
Regolamentazione Parzialmente: USDC è regolato negli USA, USDT molto meno Completamente sotto MiCA, con licenza EMI e vigilanza DNB
KYC/AML Non sul token in sé: libero trasferimento on-chain, KYC solo sugli on/off-ramp Obbligatorio in ogni fase bancaria (deposito, prelievo, transito)
Proprietà dei fondi Wallet self-custody possibile, token trasferibile senza permessi Custodia bancaria con piena tracciabilità e controlli
Limiti di transazione Nessuno nativo: puoi muovere 1$ o 100M$ on-chain Limiti definiti da policy bancarie e antiriciclaggio
Orari di utilizzo 24/7, 365 giorni, rete globale Formalmente 24/7, ma vincolata a procedure bancarie e compliance
Mercato e liquidità Altissima: miliardi di dollari in circolazione, usati su tutti gli exchange Zero al momento, da costruire; rischio di liquidità scarsa
Privacy Pseudonimato (transazioni visibili ma non legate direttamente a identità) Identità obbligatoria e tracciamento completo
Finalità Strumento di trading, copertura contro la volatilità, trasferimenti rapidi “Conto corrente digitale” europeo, alternativa regolata alle crypto

In definitiva

Quello che abbiamo davanti è un classico prodotto Vogon: pensato da Vogon, per compiacere i Vogon, e destinato solo a soddisfare le esigenze delle banche stesse , i Vogon — non certo quelle degli utenti.

Al momento la “crypto” non ha ancora un nome né un ticker.

Posso proporne uno io: AbortionCoin, simbolo ABRT.


Perché diciamolo chiaramente: questa moneta nasce già morta.