Sinistra vabbe', maddeche'?
Adesso che Melenchon ha vinto , e anche in UK ha vinto il Labour, tutti sono a parlare di sinistra di qui e di li'. Ma alla fine, quello che vedo e' che quando si parla di sinistra radicale ci si avvicina a quei filosofi classici come Marx ed Engels, e poi ci si modera allontanandosi da quel pensiero. Cosi', la domanda spontanea e' stata, (spontanea da parte mia, intendo) se dopo Marx ed Engels non siano esistite sinistre non marxiste, non socialiste, ma progressiste e illuministe. Cosi' mi sono messo a cercare filosofi, e nascosti tra molto ciarpame nazimaousta e rossobruno ho trovato tre filosofi molto interessanti, che sono certamente “di sinistra” ma non hanno a che vedere col marxismo, o non ce l'hanno piu'.
Ho trovato tre filosofi validissimi, ovvero tre filosofi che hanno tesi rubuste fatte da argomenti solidi. Sicuramente ce ne saranno altri, sia chiaro, ma io personalmente ho preferito questi tre, e vi consiglio di leggerli. In sostanza,
John Rawls (1921-2002) Rawls è considerato uno dei più importanti filosofi politici del XX secolo. La sua opera “Una teoria della giustizia” (1971) ha proposto una visione di giustizia sociale basata su principi liberali ed egualitari, diventando un punto di riferimento per la sinistra non marxista dagli anni '70 in poi
Jürgen Habermas (1929-) Filosofo e sociologo tedesco, Habermas è noto per il suo lavoro sulla democrazia deliberativa e la sfera pubblica. Pur essendo influenzato dalla Scuola di Francoforte, le sue idee si discostano significativamente dal marxismo tradizionale, offrendo una prospettiva progressista alternativa
Salvatore Veca (1943-2021) Filosofo italiano che ha introdotto in Italia l'approccio alla filosofia politica di John Rawls. Veca è stato un importante punto di riferimento per la sinistra non marxista italiana a partire dagli anni '70 e '80. Il suo lavoro ha spaziato dalla filosofia politica all'epistemologia, contribuendo significativamente al pensiero progressista non marxista
Questi filosofi hanno offerto alternative al marxismo tradizionale nel panorama filosofico progressista del XX secolo, influenzando il pensiero politico di sinistra in modi diversi dal marxismo classico.Come vedete sono filosofi abbastanza recenti, uno e' ancora vivo per quanto “stagionatello” ,ma quella generazione di tedeschi e' molto longeva, merito del pumpernickel del periodo. Credo.
Il povero Veca non l'ha mai mangiato, e il risultato si vede.
Quello che io ho trovato piu' interessante , anche se vi consiglio di leggere cose su tutti e tre i filosofi, e' Jürgen Habermas. Il motivo per il quale lo trovo piu' interessante e' che e' piu' facile usarlo per capire la politica ai tempi di internet e dei social.
Provo a riassumere:
Habermas è noto per la sua teoria della democrazia deliberativa e dell'agire comunicativo. Le sue idee principali includono:
- La sfera pubblica: uno spazio sociale in cui i cittadini possono discutere liberamente questioni di interesse comune.
- L'agire comunicativo: l'idea che la comunicazione razionale sia fondamentale per la democrazia e il progresso sociale.
- L'etica del discorso: una teoria che sostiene che le norme morali valide emergono dal dialogo e dal consenso.
- La critica della tecnocrazia: l'idea che la società moderna sia dominata da sistemi tecnici che minacciano la democrazia.
C'e' un sacco di carne al fuoco, ma come potete capire (ma dovrete leggerlo) , ma gia' potete cominciare ad intravedere delle connessioni col mondo attuale. La sfera pubblica, oggi, e' piu' o meno lo spazio di discussione dei social network. Ove altri discutiamo di politica?
E se cerchiamo di capire lo strapotere dei social network e dei cosiddetti OTP , scopriamo che in pratica e' tutto in mano loro. Vorrei espandere alcuni temi, che poi espandero' ancora:
Teoria dell'agire comunicativo: Habermas sviluppa l'idea che la comunicazione razionale sia fondamentale per la democrazia e il progresso sociale. Sostiene che attraverso il dialogo e il confronto razionale si possano raggiungere consensi e norme morali valide
Sfera pubblica: Introduce il concetto di “sfera pubblica”, uno spazio sociale in cui i cittadini possono discutere liberamente questioni di interesse comune, essenziale per una democrazia funzionante
Critica al positivismo: Habermas critica l'approccio positivista nelle scienze sociali, sostenendo che la conoscenza è sempre guidata da interessi e valori
Etica del discorso: Propone un'etica basata sul dialogo e sul consenso razionale, in cui le norme morali emergono dalla discussione tra individui
Modernità come “progetto incompiuto”: Vede la modernità non come un fallimento, ma come un progetto ancora da completare, basato sull'uso della ragione e della comunicazione
Democrazia deliberativa: Sostiene un modello di democrazia basato sulla discussione pubblica e sul ragionamento collettivo
Critica alla tecnocrazia: Avverte sui pericoli di una società dominata da sistemi tecnici che minacciano la democrazia e l'autonomia individuale
Poiche' i mezzi di comunicazione e gli spazi di discussione sono tutti elettronici, potete ben capire che per questo filosofo il grosso problema di oggi e' che tutto e' in mano a “sistemi tecnici” che non consentono la discussione razionale.
Fin qui ci siamo, ma che cosa intendiamo per “sistema tecnico”? Qui , specialmente per chi , come me , si occupa del design di tecnologie wholesale, ci sono alcune riflessioni interessanti. Un sistema tecnico, per Habermann, e':
Strutture basate sulla razionalità strumentale e l'efficienza, orientate al raggiungimento di obiettivi specifici. In definitiva, sistemi che mirano ad essere cost-efficient, o revenue-efficient, e quindi sono progettati e ottimizzati al SOLO scopo, o scopo prevalente, di fare soldi.
Ambiti di azione formalmente organizzati che si dissociano dal “mondo della vita” e dalle sue norme e valori tradizionali. La mente mi corre a PMP, ITIL, Agile, ed altri. Nella vita reale nessuno si comporta in quel modo. Almeno, non io: voi fate riunioni CAB, a casa?
Sistemi che tendono ad essere indifferenti alla cultura, alla società e alla personalità degli individui, concentrandosi solo sull'efficienza funzionale. Si tratta di quei sistemi aziendali o economici che , per esempio, pensano che il lavoro sia fungibile e che gli individui siano “commodities”
Meccanismi che possono portare a una “colonizzazione del mondo della vita”, imponendo logiche strumentali in sfere che dovrebbero essere regolate dalla razionalità comunicativa. L'associazione con l'equilibrio tra vita e lavoro e' immediata, ma il problema viene quando le stesse logiche aziendali si espandono fuori: andare in vacanza come secondo lavoro, per dire. Non ci sono piu' fontane in piazza, i ragazzini non possono piu' giocare in luoghi pubblici: tutte cose che aiutano l'efficienza economica, cioe' sono logiche strumentali, ma non sono mai state davvero discusse dalla popolazione.
Habermas non rifiuta completamente i sistemi tecnici, riconoscendone l'importanza per la riproduzione materiale della società. Tuttavia, sostiene che debbano essere confinati al loro ambito legittimo (il “sistema”) e non invadere il “mondo della vita”, che dovrebbe essere governato dalla razionalità comunicativa e dal dialogo intersoggettivo.
E se consideriamo la vera e propria adorazione che alcune societa' hanno dell'imprenditore e dell'azienda, capiamo benissimo che la linea della lotta non e' quella di classe, ma organizzativa: e' la riorganizzazione della vita basata su principi aziendali, il problema.
Sin qui, la cosa si fa interessante.
La cosa interessante del pensiero di Habermans e' anche la definizione di “mondo della vita”: che cosa intende? Secondo il pensiero di Habermas, il “mondo della vita” (Lebenswelt) è un concetto fondamentale che si contrappone al “sistema”. Ecco come Habermas definisce il mondo della vita:
- È il luogo delle interazioni sociali quotidiane e delle esperienze condivise, dove si formano l'identità personale e sociale degli individui.
- Rappresenta il contesto in cui avviene la comunicazione intersoggettiva e si sviluppa la comprensione reciproca.
- È caratterizzato da una razionalità comunicativa, basata sul dialogo e sulla ricerca del consenso, in contrasto con la razionalità strumentale del sistema.
- Costituisce il fondamento della cultura, della società e della personalità, fornendo un orizzonte di significati condivisi e norme sociali.
- È “il luogo trascendentale nel quale parlante ed ascoltatore si incontrano, nel quale possono avanzare reciprocamente la pretesa che le loro espressioni si armonizzino col mondo, e nel quale possono criticare e confermare tali pretese di validità, comporre il loro dissenso e raggiungere l'intesa”
Non è privo di razionalità, ma è pervaso da una forma di razionalità diversa da quella strumentale, basata sulla comunicazione e sull'intesa reciproca.
- È minacciato dalla “colonizzazione” da parte dei sistemi tecnici e burocratici, che tendono a imporre la loro logica strumentale in ambiti che dovrebbero essere regolati dalla razionalità comunicativa.
In sintesi, per Habermas il mondo della vita rappresenta il contesto sociale e culturale in cui si sviluppano le relazioni umane autentiche e la comprensione reciproca, in contrapposizione ai sistemi tecnici e burocratici che operano secondo una logica strumentale: il problema di questi sistemi e' che non tollerano il dibattito: poiche' sono calcolabili, calcolano il risultato migliore e lo impongono in quanto migliore. Ma “migliore” e' una logica strumentale, non una definizione uscita dal consenso pubblico o sociale , come “ma a voi piace questo”, oppure “ma siete felici?”, o “cosa vi rende piu' felici”?
Perche' alla fine mi piace un filosofo che apparentemente sembra contrario alle cose che faccio e al mondo cui appartengo? Per una ragione: quando dico “le cose che faccio” e “il mondo cui appartengo”, mi riferisco al lavoro. Ma io non sono solo il mio lavoro. E la dicotomia tra la logica del lavoro e quella del resto della mia vita, e' qualcosa cui il marxismo non risponde. E che lo rende una filosofia obsoleta e perdente.
Habermas non e' contrario a questi sistemi a priori: quello che pero' fa e' definire un limite dai quali le loro “logiche strumentali” non dovrebbero uscire. O se preferite, lo spazio che NON dovrebbero invadere. Nel Marxismo, tutto il problema e' economico: ma le aziende , specialmente quelle grandi, sono bravissime ad ottimizzare il lato economico. In un certo senso, la corporazione multinazionale e' un esempio di sistema assolutamente marxista : se l' URSS fosse stato una multinazionale come Facebook, avrebbe funzionato benissimo.
Le corporazioni multinazionali, viste dal loro interno, sono esattamente la societa' che Marx ed Engels immaginavano. Non ho detto che le sognassero, ma esse applicano in maniera sistematica OGNUNO dei paradigmi di Marx.
Se prima avevate la “vostra” scrivania, oggi non e' piu' cosi', c'e' l'hot desk. Se prima avevate un certo spazio nel quale il dirigente aveva una scelta sulle priorita', oggi l'efficienza decide tutto. Nessuno e' indispensabile ma tutti sono utili e' un perfetto esempio di materialismo Marxista, e che i bisogni di tutti, cioe' dell'azienda, vengano prima di quelli di uno solo (un dipendente) e' ormai ovvio.
Dagli eccessi della societa' economizzata il Marxismo non vi puo' liberare, perche' tali eccessi sono figli del pensiero marxista, semplicemente applicati al mondo economico. Con la collaborazione di persone come Sraffa, per esempio.
Questo e' il motivo per il quale trovo HAbermans molto interessante: ha delle risposte moderne, che aiutano a capire cosa ci stia succedendo, aiutano a capire quale sia il fronte aperto, e aiutano a capire chi sia il nemico e perche', e aiutano anche a schierarsi in maniera materiale. E vi spiega come mai, in presenza di tanti giganteschi giganti dell' IT, la democrazia stia scomparendo.
E quindi, in conclusione, direi che:
Il pensiero marxista e' obsoleto, quel che rimane viene applicato con successo soltanto dalle corporazioni multinazionali. Che non a caso si trovano benissimo in paesi come la Cina. Il marxismo non vi puo' aiutare a cambiare il mondo attuale.
Esistono altri pensieri progressisti che hanno una mappa migliore del mondo attuale, e che possono orientare meglio gli individui nella produzione di una societa' migliore.
Ma non sono marxisti, non sono compatibili col marxismo, e sono osteggiati nella loro diffusione proprio dal fatto che marxisti e socialisti occupano tutti i posti possibili.
Uriel Fanelli
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