Sinistra vabbe', maddeche'?

Adesso che Melenchon ha vinto , e anche in UK ha vinto il Labour, tutti sono a parlare di sinistra di qui e di li'. Ma alla fine, quello che vedo e' che quando si parla di sinistra radicale ci si avvicina a quei filosofi classici come Marx ed Engels, e poi ci si modera allontanandosi da quel pensiero. Cosi', la domanda spontanea e' stata, (spontanea da parte mia, intendo) se dopo Marx ed Engels non siano esistite sinistre non marxiste, non socialiste, ma progressiste e illuministe. Cosi' mi sono messo a cercare filosofi, e nascosti tra molto ciarpame nazimaousta e rossobruno ho trovato tre filosofi molto interessanti, che sono certamente “di sinistra” ma non hanno a che vedere col marxismo, o non ce l'hanno piu'.

Ho trovato tre filosofi validissimi, ovvero tre filosofi che hanno tesi rubuste fatte da argomenti solidi. Sicuramente ce ne saranno altri, sia chiaro, ma io personalmente ho preferito questi tre, e vi consiglio di leggerli. In sostanza,

Questi filosofi hanno offerto alternative al marxismo tradizionale nel panorama filosofico progressista del XX secolo, influenzando il pensiero politico di sinistra in modi diversi dal marxismo classico.Come vedete sono filosofi abbastanza recenti, uno e' ancora vivo per quanto “stagionatello” ,ma quella generazione di tedeschi e' molto longeva, merito del pumpernickel del periodo. Credo.

Il povero Veca non l'ha mai mangiato, e il risultato si vede.


Quello che io ho trovato piu' interessante , anche se vi consiglio di leggere cose su tutti e tre i filosofi, e' Jürgen Habermas. Il motivo per il quale lo trovo piu' interessante e' che e' piu' facile usarlo per capire la politica ai tempi di internet e dei social.

Provo a riassumere:

Habermas è noto per la sua teoria della democrazia deliberativa e dell'agire comunicativo. Le sue idee principali includono:

C'e' un sacco di carne al fuoco, ma come potete capire (ma dovrete leggerlo) , ma gia' potete cominciare ad intravedere delle connessioni col mondo attuale. La sfera pubblica, oggi, e' piu' o meno lo spazio di discussione dei social network. Ove altri discutiamo di politica?

E se cerchiamo di capire lo strapotere dei social network e dei cosiddetti OTP , scopriamo che in pratica e' tutto in mano loro. Vorrei espandere alcuni temi, che poi espandero' ancora:

Poiche' i mezzi di comunicazione e gli spazi di discussione sono tutti elettronici, potete ben capire che per questo filosofo il grosso problema di oggi e' che tutto e' in mano a “sistemi tecnici” che non consentono la discussione razionale.


Fin qui ci siamo, ma che cosa intendiamo per “sistema tecnico”? Qui , specialmente per chi , come me , si occupa del design di tecnologie wholesale, ci sono alcune riflessioni interessanti. Un sistema tecnico, per Habermann, e':

Habermas non rifiuta completamente i sistemi tecnici, riconoscendone l'importanza per la riproduzione materiale della società. Tuttavia, sostiene che debbano essere confinati al loro ambito legittimo (il “sistema”) e non invadere il “mondo della vita”, che dovrebbe essere governato dalla razionalità comunicativa e dal dialogo intersoggettivo.

E se consideriamo la vera e propria adorazione che alcune societa' hanno dell'imprenditore e dell'azienda, capiamo benissimo che la linea della lotta non e' quella di classe, ma organizzativa: e' la riorganizzazione della vita basata su principi aziendali, il problema.

Sin qui, la cosa si fa interessante.


La cosa interessante del pensiero di Habermans e' anche la definizione di “mondo della vita”: che cosa intende? Secondo il pensiero di Habermas, il “mondo della vita” (Lebenswelt) è un concetto fondamentale che si contrappone al “sistema”. Ecco come Habermas definisce il mondo della vita:

Non è privo di razionalità, ma è pervaso da una forma di razionalità diversa da quella strumentale, basata sulla comunicazione e sull'intesa reciproca.

In sintesi, per Habermas il mondo della vita rappresenta il contesto sociale e culturale in cui si sviluppano le relazioni umane autentiche e la comprensione reciproca, in contrapposizione ai sistemi tecnici e burocratici che operano secondo una logica strumentale: il problema di questi sistemi e' che non tollerano il dibattito: poiche' sono calcolabili, calcolano il risultato migliore e lo impongono in quanto migliore. Ma “migliore” e' una logica strumentale, non una definizione uscita dal consenso pubblico o sociale , come “ma a voi piace questo”, oppure “ma siete felici?”, o “cosa vi rende piu' felici”?


Perche' alla fine mi piace un filosofo che apparentemente sembra contrario alle cose che faccio e al mondo cui appartengo? Per una ragione: quando dico “le cose che faccio” e “il mondo cui appartengo”, mi riferisco al lavoro. Ma io non sono solo il mio lavoro. E la dicotomia tra la logica del lavoro e quella del resto della mia vita, e' qualcosa cui il marxismo non risponde. E che lo rende una filosofia obsoleta e perdente.

Habermas non e' contrario a questi sistemi a priori: quello che pero' fa e' definire un limite dai quali le loro “logiche strumentali” non dovrebbero uscire. O se preferite, lo spazio che NON dovrebbero invadere. Nel Marxismo, tutto il problema e' economico: ma le aziende , specialmente quelle grandi, sono bravissime ad ottimizzare il lato economico. In un certo senso, la corporazione multinazionale e' un esempio di sistema assolutamente marxista : se l' URSS fosse stato una multinazionale come Facebook, avrebbe funzionato benissimo.

Le corporazioni multinazionali, viste dal loro interno, sono esattamente la societa' che Marx ed Engels immaginavano. Non ho detto che le sognassero, ma esse applicano in maniera sistematica OGNUNO dei paradigmi di Marx.

Se prima avevate la “vostra” scrivania, oggi non e' piu' cosi', c'e' l'hot desk. Se prima avevate un certo spazio nel quale il dirigente aveva una scelta sulle priorita', oggi l'efficienza decide tutto. Nessuno e' indispensabile ma tutti sono utili e' un perfetto esempio di materialismo Marxista, e che i bisogni di tutti, cioe' dell'azienda, vengano prima di quelli di uno solo (un dipendente) e' ormai ovvio.

Dagli eccessi della societa' economizzata il Marxismo non vi puo' liberare, perche' tali eccessi sono figli del pensiero marxista, semplicemente applicati al mondo economico. Con la collaborazione di persone come Sraffa, per esempio.


Questo e' il motivo per il quale trovo HAbermans molto interessante: ha delle risposte moderne, che aiutano a capire cosa ci stia succedendo, aiutano a capire quale sia il fronte aperto, e aiutano a capire chi sia il nemico e perche', e aiutano anche a schierarsi in maniera materiale. E vi spiega come mai, in presenza di tanti giganteschi giganti dell' IT, la democrazia stia scomparendo.

E quindi, in conclusione, direi che:

Ma non sono marxisti, non sono compatibili col marxismo, e sono osteggiati nella loro diffusione proprio dal fatto che marxisti e socialisti occupano tutti i posti possibili.

Uriel Fanelli


Il blog e' visibile dal Fediverso facendo il follow a:

@uriel@keinpfusch.net

Contatti: