Si puo' usare la parola “Woke”?
Di per se', la domanda ha una risposta ovvia. Come in ogni linguaggio, qualsiasi parola sia nel vocabolario puo' venire usata, a patto che il vocabolario sia condiviso. Se l'intento e' quello di indicare qualcosa, o di trasferire una specifica informazione, e funziona (tenendo conto del fatto che per via di Shannon e' chi riceve il messaggio a decodificarlo, e non chi lo invia) , potete decisamente farlo.
Il problema e' che ultimamente la parola “woke” e' diventata decisamente una parola speciale, come la parola Negro, e altre che vanno vietate perche' costituiscono psicoreato. Lo psicoreato e' un concetto introdotto da George Orwell nel suo libro, 1984, e consiste nell'aver pensato qualcosa che non si doveva pensare. Togliere le parole dal dizionario, di fatto, serviva ad impedire alle persone di formulare il pensiero criminale, o almeno vietato.
Qual'e' la storia di questa parola? Il problema e' che quando nacque la parola, si intendeva mimare il “Red Pill” del mondo Alt Right, e indicare una persona il cui pensiero era cosi' illuminato e progressita che poteva definirsi , tra gli altri – che dormono e quindi non criticano e non pensano – considerato l'unico sveglio in un mondo che dorme.
E fin qui tutto bene, nel senso che inizialmente essere Woke era vissuto con orgoglio. Il guaio e' che poi sono arrivate alcune sette ideologiche, che sono cresciute all'ombra dei gruppi chiusi , dei “safe space” , delle facolta' umanistiche americane. Intendo quelle dove la retta limita la fruizione solo a persone ricchissime.
Cosi', passando il tempo, si e' arrivati al punto che per “woke” si intende una persona cosi':
E voi capite che per quanto possiate essere orgogliosi del vostro intelletto, venire accomunati ad in deficente del genere non e' proprio quello che amate di piu'. “Woke” e' diventato cosi' un dispregiativo molto comune a destra, perche' quando sentite parlare uno di questi personaggi, non potete di certo sperare di essere confusi con loro.
Si tratta della storia di un fallimento: un movimento che si preparava a svegliare il mondo, che alla fine si trova di fronte a persone che ridono di loro, perche' sostengono cazzate impossibili da sostenere e rimanere seri nel frattempo.
Insomma, e' come se domani il vostro nome diventasse l'equivalente di “imbecille”. Sei un Antonio, diranno, e poi rideranno. Ah ah ah! Guarda che antonio che e' quello! Dice proprio delle cazzate Antonio.
Il fatto di essere diventati ridicoli se non patetici, semplicemente essendo se' medesimi all'ennesima potenza, e il fallimento ideologico che questo sottende, fa si' che per non pensare a cosa sia andato storto gli ex “Woke” odiano chi usa la parola “woke”.
E quindi vorrebbero vietarla.
Un argomento che usano spesso e' che Woke sarebbe la parola che le persone usano per indicare qualsiasi cosa non gli piaccia. E' un argomento con il quale posso relazionarmi, essendo io un ex quattordicenne.
Sono circa 40 anni che quando non la pensi come certi, sei “fascista”. E quando pensi che il tipo del filmato sopra sia un maschio che si sforza di essere Frank'n'Further nella recita di ferragosto della sua parrocchia, sei “omofobo”. E se pensavi che una quindicenne finita in un traffico di prostituzione andasse aiutata e protetta, anziche' sbatterla sui giornali, eri “berlusconiano”. E se oggi pensi che forse Israele stia esagerando, allora sei “antisemita”. E se pensi che non c'e' bisogno di far guerra alla Russia, allora sei “putiniano”. Se pensi che i bambini non dovrebbero affogare come ratti nel mediterraneo, allora sei “Buonista”.
Quindi l'argomento “chiami woke ogni cosa che non ti piace”, non mi impressiona, proprio perche' indica semplicemente una situazione estremamente polarizzata, e perche' lo sento usare da 40 anni.
LOLLO, LOLOLLO, LOLOLLO LOLLO LOLLO.
Cito me stesso:
Un popolo diventa una massa quando, di fronte a qualsiasi argomento si divide in due fazioni, una ferocemente avversa e una ferocemente a favore.
Una massa non e' altro che un popolo molto polarizzato.
E per questa ragione questo argomento NON puo' funzionare: l'ideologia Woke e' figlia di un mondo polarizzato, o se preferite e' la polarizzazione estrema di una certa area politica. Non si puo' distruggere l'uso del termine col significato di “estremista dialetticamente ridicolo” , attribuendolo al fatto di contenere la dialettica della polarizzazione. E' ovvio che la contenga.
Anzi, se fosse vero che io indico come “Woke” qualsiasi cosa non mi piaccia, darebbe proprio alla parola Woke il titolo dell'estremismo, perche' se OGNI cosa che trovo malvagia e sbagliata e' Woke, allora la parola woke e' come “Satana”, o “Inferno”, oppure “Anticristo”: un tantino, come dire, estrema.
Ma il problema e' che non sto usando “Woke” come “Malvagio” o “Sbagliato”, lo sto usando come simbolo delle americanate , di quell'americanita' superficiale, ignorante e ridicola che ultimamente , nella polarizzazione, ha trovato il modo di superare il limite del patetico, sino a causare una sensazione che i tedeschi chiamano fremdschämen.
Quella sensazione che provate quando una persona che conoscete, o con la quale empatizzate, si copre di ridicolo in pubblico. Vergogna per conto terzi.
Il concetto, quindi, e' che quando ho detto “go woke, go broke”, ho semplicemente chiarito cosa penso di una certa corrente di pensiero: e' ridicola, patetica, al punto da suscitare un sentimento di vergogna in chi la guarda.
Il problema della massa come popolo polarizzato viene , del resto , spesso fraintesa. Nel senso che chi si affida ad un estremo in generale pensa di ottenere qualcosa come un'identita', ma non si rende conto che si sta classificando come uno dei due estremi di una massa.
E una massa, ovvero un popolo polarizzato, non puo' identificare nessuno perche' non cambia niente. Se osservate i popoli polarizzati, piu' diventano polarizzati e piu' le percentuali si avvicinano a 50%/50%, sia in senso elettorale che in senso statistico.
Perche'? Perche' non esiste alcun contenuto in una societa' polarizzata, quindi le persone si dispongono in un 50%/50%, esattamente come si farebbe lanciando una moneta in aria. In una massa non esiste alcuna ragione per stare da una parte piuttosto che dall'altra, se esistesse non ci sarebbe una percentuale elettorale attorno al 50%/50%. Un motivo deve prevalere sull'altro, oppure si e' scelto a casaccio, perche' una scelta 50%/50% , anche se avesse delle ragioni, sarebbe matematicamente indistinguibile da una scelta casuale.
QUando sento dire che un politico ha vinto per pochi voti, cioe', io so gia' che nessuna delle sue fazioni aveva un programma, e gli elettori hanno cosi' scelto a casaccio.
Quando sento fare distinzioni molto rigide tra “Woke” e “Alt Right”, e noto che alla fine dei conti la probabilita' di incontrare l'uno o l'altro si equivalgono , so benissimo che nessuno dei due ha qualche argomento.
Il fesso del primo video, personalmente, lo liquido cosi'
- Sono non-binario
- Non ho capito, sei non-binario, si o no?
- Si'
- Allora sei binario
e non e' una smargiassata: due simboli mutualmente esclusivi sono – sempre per via di Shannon – il minimo indispensabile per avere informazione. Se non ci sono almeno due simboli mutualmente esclusivi, ovvero il principio di non contraddizione, o del terzo escluso, non c'e' alcuna informazione. La parola “non-binario” , cioe', indica qualcosa che e' privo di significato. Non ha informazione.
Se sei non-binario, non sei niente. 50%/50% puro. Non c'e' informazione.
E questo e' tutto il punto della cultura Woke , e della societa' che sottende. Non produce informazione. Non c'e' significato.
E se ci fate caso, non vediamo piu' arrivare nulla di nuovo dalle societa' polarizzate.
Torniamo a bomba.
“Woke” indica solo uno degli estremi di una societa' completamente priva di contenuti, informazione, senso. L'altro estremo e' esattamente nella stessa condizione. Blaire White, nei filmati di cui sopra, e' semplicemente l'altro estremo. Nessuno dei due estremi ha argomenti, informazioni, contenuti.
Una volta detto questo, ovviamente il lato ridicolo emerge in entrambi i casi. E anche quello patetico. (la White ha una specie di arsenale in casa. Non si rende conto, la cretina, che potendo impugnare al massimo una o due armi, il resto delle armi – circa 20 – rimarranno a disposizione di un eventuale attaccante , o di un gruppo numeroso, a meno che non le tolga dal muro chiudendole in cassaforte).
Woke non e' altro che una parola nata per indicare un imbarazzante atto di estremismo politico, e come tale puo' essere usata, anche come sinonimo di “Americanata”, e i soli a sentirsi infastiditi sono quelli che hanno paura di essere confusi con quei personaggi.
Perche' abbiano questa paura, non sta a me giudicarlo.
Potete farlo voi.
Uriel Fanelli
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