Rocco Siffredi e l'edonofobia.
Sono riuscito a seguire poco del film sulla vita di Siffredi , ma quanto ho intravisto l'intento moralista mi e' scesa la catena e ho deciso di fare qualcosa di piu' interessante, tipo installare QubesOS sul mio vecchio portatile. Cosi', a buffo. E devo dire che anche quando uscirono questi filmucoli (pronunciare la parola “docuserie” dovrebbe essere un crimine) moralisti sulla vita di Moana Pozzi, trovai altro da fare dopo pochi minuti.
Il motivo per il quale non mi piacciono le biografie italiane (o almeno, girate in Italia) quando si parla di attori porno e' che i registi sono troppo indaffarati a far scomparire qualcosa che – almeno dopo gli anni 80 – la cultura italiana non e' abbastanza robusta per reggere: il piacere.
Il sesso in Italia non e' un tabu', piu' o meno dal Ratto delle Sabine in poi. Quello che e' tabu', invece, e' il piacere. La cultura italiana odierna e' una cultura edonofobica.
E questo perche' gran parte della popolazione italiana si pone verso il piacere con l'atteggiamento di una persona che entra al ristorante senza avere appetito, e se niente lo soddisfa accusa il cuoco di non essere capace.
Di conseguenza, tutte queste serie che raccontano la vita di famose pornostar , in Italia hanno una cosa in comune. Nascondono il piacere. Lo elidono dal film.
Motivo per cui questi filmetti durano poco di fronte ai miei occhi.
Forse voi direte che Siffredi ha fatto sin troppi film sul piacere , per avere anche una biografia incentrata su di esso. E' un discorso cosi' sbagliato che non saprei nemmeno da dove cominciare a smantellarlo: stai facendo la biografia di uno che ha dedicato la vita a rappresentare il piacere sessuale, e adesso togli il piacere sessuale dalla biografia. Ha senso?
Possiamo fare una biografia di Iginio Massari senza mai menzionare la parola “zucchero”, la parola “pasticceria” o la parola “goloso”? Certo che possiamo.
Si chiama “film di merda”.
Possiamo fare la biografia di Hitler senza mai menzionare gli ebrei? Certo. Si chiama “Revisionismo”.
E il revisionismo non e' un fenomeno strano, sia chiaro. Se osservate la pagina di Wikipedia su Mao Zedong trovate questo:
A parte che Wikipedia italia e' una fogna di maiali senza coscienza, cosa ci dice questa descrizione di Mao? Cosa ci dice la descrizione di Mao come “rivoluzionario, politico e poeta”? Quello che ci direbbe descrivere Hitler come “Cancelliere, oratore e pittore”. Patetico piu' che ridicolo.
Eppure, nessuno percepisce il patetico, o il ridicolo, nel descrivere Moana pozzi come una cui NON piace il sesso, o Siffredi come “un uomo sfruttato e trattato da oggetto”.
L'effetto, diciamolo pure, e' comico.
E forse riusciremmo a perdonare questi filmettini sulla vita delle pornostar come “commedie comiche”, se non fosse per l'antipatico aspetto puritano e nazionalpopolare. Ovvero, per una chiara agenda “intellettuale” e “culturale” che intende cancellare il piacere, come l'appetito, dall'orizzonte.
Prendersela con la componente cattolica della cultura italiana sarebbe (ed e') facile. E sicuramente nel discorso del “nazionalpopolare” che fa “film per le famiglie” esiste una componente cattolica.
Ma il problema e' che, particolarmente da Berlusconi in poi, ci si mette anche la sinistra.
A dire il vero, l'odio degli intellettuali per il piacere comincia ben prima. Per esempio, nell'arte. Ci sono molte opinioni sulla differenza tra arte classica e arte moderna. La mia e' che l'arte moderna sia un atto di bigottismo , volto a creare opere che non diano piacere nell'essere guardate. E non dico piacere sessuale, dico quel piacere estetico che provate anche di fronte a cose come un bellissimo panorama, per esempio.
E se ancora nel manifesto marinettiano si intravvede un piacere per la velocita', la potenza, il dinamismo, l'azione, (e le auto di grossa cilindrata!) , tutta l'arte che segue e' completamente priva di qualsiasi piacere nella fruizione. Arte castrata. Arte sterilizzata.
Da qui l'intento edonofobico si e' diffuso ovunque: prendiamo per esempio il veganesimo. Se il problema fosse togliere i prodotti animali dal cibo, vi basterebbe prendere il Cucchiaio d'argento o qualsiasi altro compendio di ricette italiane, e godere. A chi non piace una caponata?
https://www.cucchiaio.it/ricetta/ricetta-caponata-classica/
Ma ai vegani non piace mangiare vegano, piace farvi mangiare MALE, ovvero roba che fa schifo al cazzo, o secondo Rambo “cose che farebbero vomitare una capra”. Il vegano non vuole farvi mangiare diversamente, altrimenti vi regalerebbe il Cucchiaio d'Argento e il 60% delle ricette sarebbero gia' vegane, raggiungendo il 70% se togliete il burro e mettete la margarina.
No: il vegano vuole togliervi il PIACERE di mangiare. Dovete mangiare senza godere.
Questa rimozione del piacere da ogni forma di attivita' umana e' continuata piu' o meno in ogni settore. L'arte e' completamente priva di qualsiasi libidine, ormai la musica e' ridotta ad una serie di jingle che vanno bene da suonare nei locali pettinati dove si mangia il tofu (ma senza la “t” che potrebbe darti dei pensieri strani perche' e' un suono forte).
Tutto sta venendo purgato, e il piacere sta venendo eliminato da ogni parte della cultura.
Il femminismo, dopo l'arte, ha aggiunto un altro strato di questo atteggiamento edonofobico: il loro motto sembra essere “se da' piacere agli uomini, va distrutto”, per cui se ti piacciono le tette, basta tette. Ti piace il porno? Basta porno. Ti piace la donna sexy? Basta donna sexy.
Secondo la loro dottrina, qualsiasi cosa dia piacere ai maschi deve morire.
Compresa l'idea che “erotico” significa solo “porno che non piace ai maschi”, e tutta la parafernalia.
E su questo si e' innestata la lotta fra Berlusconi e De Benedetti. Prima, a destra non si godeva perche' era peccato, ma almeno a sinistra c'era la rivoluzione sessuale. Poi arriva Berlusconi. E improvvisamente la figa diventa una cosa di Berlusconi. Godere e' da Berlusconi. L'uomo di sinistra gode solo se e' GLBT. (o la password per la Wifi che ha preso il posto di “GLBT”)
Maria Elena Boschi ha lo spacco sexy con lo stivale fetish? Muuuuuuuhhhhhh Berlusconihhhhhh. Arriva la Moretti e dice “Ladylike” ed e' una bella donna ? Muuuuuuuuhhhhhh Berlusconihhhhh. Tutto cio' che fa godere un maschio e' “Muuuuhhhhh Berlusconihhhhh”.
Con il risultato che la sinistra di oggi e' per una sessualita' libera , colorata e gioiosa, ma solo se si chiama Gay Pride. Agli etero, e' vietato essere troppo berlusconiani. La bella gnocca e' di destra.
E la poveretta che hanno “eletto” a segretaria deve fingere di essere lesbica e vestirsi come se fosse daltonica pur di sembrare un cesso, ed evitare l'etichetta di bella gnocca: Muuuuuhhhhh Berlusconihhhh. Sarebbe divertente, se non fosse nauseante.
Arricchito da tale sinistra, il “nazionalpopolare”, l'unione di revisionista , bigotto e ipocrita, si colora anche del puritanesimo-americanata importato dall'anglosfera.
E cosi' , ci ritroviamo con un film su Siffredi “uomo oggetto che soffre perche' e' sfruttato”, e di Moana Pozzi che “a lei il sesso non piace”. Praticamente fanno intendere che Moana Pozzi scopasse sul set solo perche' “devo campare una famiglia”, quando:
- non aveva bisogno di farlo perche' veniva da una famiglia agiata
- ha scopato a destra e a sinistra , fuori dal set, senza alcun bisogno economico di farlo.
Il caso di Siffredi e' addirittura pata-scientifico, nel senso che tira fuori la “dipendenza dal sesso”, intendendo dire che un maschio normale non tenta di scoparsi una ventenne capace di ogni performance anale, come ha fatto lui, se non e' malato.
Su una cosa bisogna essere chiari: nella specie homo sapiens nessun maschio puo' ammalarsi di “dipendenza da sesso”. E' un'americanata inventata dagli avvocati. I loro clienti finivano in carcere per reati sessuali, ma molti potevano essere mandati in “rehab” se si dimostrava “dipendenza dal sesso”. Cosi', complici alcuni dottori – che lavorano per avvocati – si monto' l'esistenza di tutte queste “dipendenze”, che servono per tirar fuori ricchi clienti dal carcere e mandarli in “rehab”.
Non esiste alcuna letteratura scientifica SERIA che ne parli: esistono dei paper, normalmente senza peer review, pochissime citazioni serie, e li trovate sugli stessi giornali “scientifici” dove si nega il riscaldamento globale e si dimostra l' intelligent design.
Una dipendenza e' una deficienza o una distorsione del reward system del cervello umano, che fatica a gestire il duo dopamina-serotonina, legato all'anticipazione e al rilascio, in seguito a dosi non naturali di qualche esperienza. Il guaio e' che il cervello maschile e' letteralmente costruito per non farlo: siccome l'organo riproduttivo umano ha dei limiti, la persona ha problemi (fisiologici) di erezione molto prima di danneggiare il reward system. Punto. No way.
Ma gli avvocati americani hanno bisogno che esista, in modo da prendere clienti ricchi accusati di “Sexual misconduct” , dire che sono “dipendenti da sesso” e mandarli in “rehab”. Finiscono chiusi in una clinica, insieme ad altri uomini e altre donne – tutti assatanati di sesso –, per qualche mese. Ho visto molti video, su internet, cominciare cosi'.
Quando escono, si sentono molto meglio. Ci credo.
Certo, in entrambi i casi parliamo della scusa perfetta, per rimuovere il piacere dal porno. E cosi' il copione e' sempre questo:
Oh, che schifo fare sesso con ragazze venticinquenni professioniste dell' anal. Che tristezza, farsi succhiare il cazzo da due ragazze con il labbro salvagoccia. Ommioddio, che strazio, quando ti fanno un deep throat. E che orrore per le donne, trovarsi circondate da stalloni superdotati e palestrati, dalle prestazioni quasi sovrumane. Che noia che deve essere. Perche' mai dovrebbe piacere?
Questa sembra essere la morale di tutti i film italiani su personaggi del mondo del porno.
Un porno senza piacere.
Che dire? Spettacolo penoso e desolante. Film fatti per persone che , come ho gia' scritto, affrontano i piaceri della vita con l'animo di chi entra in un ristorante senza avere appetito.
La mia speranza? Di essere ancora vivo quando cercheranno di santificare Valentina Nappi. Perche' lei sta dicendo da anni che
- le piace il cazzo
- le piace il sesso
- si ritiene una maiala
e prego di esserci ancora quando , nel tentativo di santificarla, dovranno andare contro le sue stesse parole.
Valentina, fucina di eroi!
Uriel Fanelli
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