La pillola di cui non si deve parlare.

Per inaugurare il nuovo blog, volevo prendere un argomento di cui, se cercate in giro, non sentite parlare sulla stampa italiana. Si tratta del PrEP, la profilassi pre-esposizione, un farmaco che riduce del 99% le probabilita' di rimanere infetti da HIV, anche se andate con qualcuno conclamatamente positivo.
PrEP: cos’è, come funziona, chi la usa
La PrEP (Pre-Exposure Prophylaxis, in italiano “profilassi pre-esposizione”) è una strategia di prevenzione dell’HIV che prevede l’assunzione di farmaci antiretrovirali da parte di persone HIV-negative, con lo scopo di ridurre drasticamente il rischio di contrarre il virus in caso di esposizione.
Non è una cura, non è un vaccino, ma una misura preventiva farmacologica.
L’idea alla base è semplice: se nel sangue e nei tessuti genitali o rettali sono già presenti concentrazioni sufficienti di antiretrovirali, l’HIV – qualora entri nell’organismo – trova un ambiente farmacologicamente ostile, che ne impedisce la replicazione e quindi l’instaurarsi dell’infezione.
1. Origine e sviluppo
La PrEP nasce come concetto negli anni Duemila, ma diventa disponibile a livello clinico nel 2012, quando la FDA statunitense approva l’uso combinato di tenofovir disoproxil fumarato (TDF) e emtricitabina (FTC) – un farmaco in compressa unica (nome commerciale più noto: Truvada).
In seguito sono arrivate versioni con minori effetti collaterali a livello renale e osseo, come il tenofovir alafenamide (TAF) associato a emtricitabina.
Numerosi studi clinici internazionali (tra cui i trial iPrEx, Partners PrEP e PROUD) hanno dimostrato che, se assunta correttamente, la PrEP può ridurre il rischio di infezione da HIV di oltre il 90% nelle persone con rapporti sessuali a rischio, e praticamente azzerarlo nel contesto di uso continuativo e corretto.
2. Modalità di assunzione
La PrEP può essere presa in due schemi principali:
- Assunzione continua: una compressa al giorno, sempre alla stessa ora. È la modalità più raccomandata per chi ha rapporti sessuali frequenti e imprevedibili.
- Assunzione “on-demand” (o event-driven): nota anche come schema “2+1+1”, si usa soprattutto per rapporti anali maschili. Consiste nell’assumere due compresse tra le 2 e le 24 ore prima del rapporto a rischio, poi una compressa 24 ore dopo e un’altra 48 ore dopo la prima assunzione. Non è raccomandata per rapporti vaginali o per chi ha rapporti frequenti, perché la farmacocinetica nei tessuti è diversa.
3. A chi è rivolta
La PrEP è indicata per persone HIV-negative che hanno un rischio significativo e ricorrente di esposizione al virus, ad esempio:
- Uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) senza preservativo e con partner di stato sierologico sconosciuto o HIV-positivo non in terapia efficace.
- Persone eterosessuali con partner HIV-positivo non in trattamento o con viremia rilevabile.
- Lavoratori e lavoratrici del sesso.
- Persone che fanno uso di droghe iniettabili e condividono aghi o siringhe.
Va sottolineato che la PrEP è una scelta di riduzione del rischio, non un’autorizzazione implicita a comportamenti rischiosi; tuttavia, nella pratica, molte persone la usano anche per vivere la sessualità con minore ansia.
4. Efficacia
Se assunta correttamente e in modo costante, la PrEP è estremamente efficace.
Studi su migliaia di partecipanti hanno mostrato che l’efficacia supera il 99% per rapporti anali protetti farmacologicamente e sfiora percentuali simili per rapporti vaginali, a patto che i livelli plasmatici dei farmaci siano adeguati.
Il fallimento della PrEP è raro e quasi sempre dovuto a:
- Assunzione irregolare o interruzioni.
- Infezione da ceppi di HIV resistenti ai farmaci usati nella PrEP.
5. Effetti collaterali e sicurezza
La PrEP è generalmente ben tollerata. Gli effetti collaterali più comuni, spesso transitori nelle prime settimane, includono:
- Nausea
- Cefalea
- Disturbi gastrointestinali
Effetti più seri ma rari:
- Alterazioni renali (per questo si controlla la funzionalità renale prima e durante l’uso)
- Riduzione della densità minerale ossea (in genere lieve e reversibile alla sospensione)
Per minimizzare rischi e garantire che la PrEP funzioni, è fondamentale fare controlli medici regolari: test HIV ogni 3 mesi, esami per funzioni renali, e screening per altre infezioni sessualmente trasmesse (IST).
6. Accesso e costi
L’accesso alla PrEP varia da Paese a Paese:
- In molti stati europei (Italia inclusa), è prescrivibile e in alcuni casi fornita gratuitamente dal servizio sanitario.
- Negli USA, il costo di listino è alto, ma esistono generici e programmi di assistenza.
- In alcune regioni del mondo, resta difficile da ottenere per ragioni economiche, culturali o politiche.
7. PrEP e altre IST
È importante ricordare che la PrEP protegge solo dall’HIV.
Non offre alcuna protezione da sifilide, gonorrea, clamidia, HPV o epatite C. Per questo, molti operatori sanitari raccomandano di mantenere l’uso del preservativo, specialmente in contesti ad alta incidenza di altre IST.
8. Stigma e percezione sociale
All’inizio, la PrEP è stata criticata da alcuni per il timore che “incoraggiasse promiscuità” o “riducesse l’uso del preservativo”. In realtà, gli studi mostrano che, anche laddove l’uso del preservativo cala, la riduzione dei nuovi casi di HIV è significativa.
Col tempo, la percezione è cambiata e oggi in molte comunità viene vista come una misura di responsabilità individuale e salute pubblica, paragonabile a un vaccino influenzale per chi è a rischio.
Ma perche' non se ne parla?
Il fatto sorprendente è che quasi nessun giornale italiano abbia dedicato una sola riga a questa notizia. Eppure si tratta, con ogni probabilità, della scoperta più rivoluzionaria mai compiuta nella lotta contro l’HIV. Eppure, da destra a sinistra, il silenzio è totale.
In Italia, i gruppi con la capacità reale di far sparire un argomento dall’intero panorama mediatico si contano sulle dita di una mano: (((il solito gruppo))) e la Chiesa cattolica. E la verità, per quanto scomoda, è che per quest’ultima l’AIDS, inteso come stigma sociale, era un prezioso strumento di controllo. Un’arma silenziosa che agiva reprimendo tutti quei comportamenti sessuali — e dunque il piacere, parte integrante della felicità umana — che l’istituzione ecclesiastica non ha mai visto di buon occhio.
In fondo, nella loro narrazione, era semplicemente il Castigo di Dio: un marchio infamante, utile a ribadire che il desiderio, se non regolato dai loro dogmi, porta inevitabilmente alla rovina.
Ed ecco che un farmaco come la PrEP — che, se assunto correttamente, vi rende di fatto immuni dal contrarre l’HIV — diventa un problema, un vero grattacapo per chi aveva fatto della malattia e del relativo stigma un’arma di disciplina morale.
È venuto a mancare il loro fedele cane da guardia: quell’accoppiata micidiale di virus e disonore sociale che la Chiesa aveva piazzato come barriera davanti alle vostre pulsioni più intime.
In altre parole, gli avete ammazzato il cagnolino. E, come ogni padrone che si vede portar via l’animale da guardia, ovviamente cerca di fermare la diffusione del farmaco.
Per questo motivo credo sia il caso di parlarne su questo blog, e per questo motivo , dico, ci dispiace avervi rovinato la felicita', a voi e al vostro botolo da guardia.
