Ok, ha vinto Trump. E adesso?

Per prima cosa, voglio congratularmi con i gatti e i cani di Springfield, che non corrono piu' rischi di essere mangiati dai messicani e dai portoricani. Potevano dirlo subito, che preferivano la cucina cinese. Vedo che tutti i giornali italiani, in pratica Radio Gerusalemme, si stanno chiedendo che cosa succedera' ora che Trump e' al potere. E la risposta e': praticamente nulla, o quasi.

Il punto e' che un'elezione politica e' come una caduta dal quarto piano. Il risultato non e' dovuto al fatto che il corpo incontra il suolo. Prima o poi lo avrebbe fatto. Il problema e' che il corpo ha accelerato nei quattro piani precedenti.

Con questo voglio dire che gli USA sono allineati al pensiero di Trump ormai da anni. Anche se avesse perso, persino il Partito democratico avrebbe dovuto ascoltare la popolazione. Prendiamo per esempio il tema dell'immigrazione. A parole, e “tradizionalmente”, il Partito Democratico non ama le politiche di Trump sull'immigrazione, e lo considera un razzista, cioe' male. Ma nei fatti, essendo gli USA allineati con Trump, anche i Democratici devono partecipare alla gara “chi ne ha fermati di piu' “.

Qui sta la differenza tra consenso e potere: “andare al potere” di per se' non e' un toccasana che ti da' il potere magico di fare quel che vuoi. Se fai qualcosa di altamente impopolare, puoi avere tutto il potere che vuoi: non funzionera' . Non e' che vincendo le elezioni allora se scrivi su un foglio “i maiali devono volare”, allora voleranno.

Ma se hai un consenso sufficiente, ogni casa si dotera' di una sua catapulta per maiali. E di una rete per fermare la caduta.

Questo e' il punto. L'idea di “muro col Messico” e' nella mente degli americani, ai Democratici piaccia o meno. Se anche avessero vinto loro, avrebbero dovuto finirlo loro, o almeno farlo funzionare bene loro. No way. Certo avrebbero dovuto farlo in silenzio, certo avrebbero dovuto usare altre parole, ma a parte l'estetica e la gestione della comunicazione politica, avrebbero dovuto farlo.

Questo e' quello che voglio dire quando dico: il problema della caduta dal quarto piano non e' sbattere sul marciapiede. Il problema della caduta dal quarto piano e' accelerare verso il basso per quattro piani. L'america accelera verso destra ormai da otto anni. L'urto era inevitabile, ma era anche cosi' preparato , cosi' pronto, che non possiamo dire sia fuori dal contesto.

Presentare Trump come anomalia o come deviazione dalla norma e' stupido e fuorviante.

Andiamo alla sezione “cosa penso succedera' “.


Dazi.

Tutti si stanno cagando sotto per via dei dazi. Gli americani ci hanno gia' provato, tentando di fermare AirBus dal contrastare Boeing. Si sono fermati su questo caso specifico, perche' e' ormai chiaro a tutti (americani compresi ) che il prodotto fa schifo. Ci sono state diverse audizioni del CEO di Boeing e i senatori americani, e il concetto e' chiaro.

Ma Trump, e su questo anche gli americani – come ho detto sopra – faticano molto a pensare che i loro prodotti facciano schifo. I dati sull'import di prodotti europei lo dicono, ma loro sembrano ascoltare la parola del Mercato come ascoltano quella di Cristo. Dietro un bello strato di Hollywood.

In piu', come tutta la destra moderna, Trump promette l'impossibile per poi accusare uno straniero di essere il colpevole del suo fallimento.

Non ci vuole molto a capire cosa sta per succedere. Trump fara' i dazi, perche' la sua spiegazione al disastro industriale americano e' che siano altri paesi “Furbi” ad “approfittare” dell'ingenuita' degli americani, che si lasciano porre dei divieti senza reagire. Siccome con la Cina i dazi sono gia' al 100%, e difficilmente potra' andare oltre ottenendo qualche risultato, quello che potra' fare sara' solo di colpire la UE.

Che posto occupa la UE come mercato di sbocco per gli USA?

Ecco alcuni punti chiave riguardo i principali mercati di esportazione degli USA:

Al contrario, nel caso della UE:

Apparentemente, cioe', gli USA possono, con le sanzioni, causare danni considerevoli all'export europeo, ma in tal caso rischiano che la Cina diventi il partner commerciale numero uno.

Staticamente parlando, agli USA conviene attaccare la UE. Dinamicamente parlando, agli USA NON conviene attaccare la UE, perche' aumenterebbero l'influenza della Cina.

Sfortunatamente, i fascisti si distinguono per un pensiero statico, come mostra anche Trump, e quindi si, probabilmente attaccheranno l' Export EU.

E si rivelera' quasi subito un errore.


Politica estera.

Il problema di Trump e' che a prescindere da qualsiasi cosa, vede gli USA come la potenza che furono negli anni '90, e che non sono piu'. Il guaio peggiore e' che se gli USA non sono piu' LA superpotenza non dipende da un calo di potere USA, ma da una crescita di altre nazioni.

Il problema e' che quindi lui crede che gli basti far sapere al mondo cosa vuole l' Imperatore, e il mondo gli ubbidira'. Il guaio di questa logica e' che si traduce in un senso di impotenza, che per come e' la base di Trump si trasforma in violenza.

Supponiamo per esempio che Trump metta i dazi sui prodotti europei. Bene. L'Europa rispondera' su dazi ai prodotti USA, che pero' sono pochi, e con ogni probabilita' gli stati “Rossi” non vedranno aumentare l'occupazione. Dopo annie. anni di poverta', per creare competitivita' non bastano i dazi. Quindi si trovera' con un elettorato ancora piu' furioso.

Stessa cosa capitera' con la Cina. Trump fara' anche la voce grossa, ma difficilmente le aziende cinesi si sposteranno negli USA portando lavoro li': si tratta di aziende che sono per il 51% cinesi, e non si muovono in USA, per quanti dazi gli si ponga.

Far finire la guerra in Ukraina in 24 ore per Trump significa presentarsi a Kiev – non credo proprio ci andrebbe, piu' facile che vada a Mosca – e portare il suo trattato di pace. Ed e' vero che un tempo sarebbe bastato: ma oggi rischia di beccarsi una bella pernacchia. Trump puo' , e' vero, togliere il supporto, ma allo stato attuale gli USA hanno dato agli Ukraini sostegno per 80 miliardi di euro circa, mentre la UE ne ha dato per 110 miliardi.

M Trump ha una visione statica, e quindi provera' a fare tutte queste cose. E quando si scoprira' che facendo in questo modo per gli americani poveri degli stati che lo hanno votato non cambia nulla, la sensazione che si avra' e' che Trump, e con lui gli USA, sia impotente.

Il momento chiave di questo mandato sara' il momento nel quale Trump cerchera' di farsi obbedire dal mondo, come succedeva agli USA negli anni '90 e 2000, e scoprira' che il mondo non gli obbedisce piu'. In quel momento, diventera' pericoloso. Non prima.


Politica interna.

Trump e' sostenuto da tre grandi gruppi di persone e di finanza.

Se li andiamo a collocare, abbiamo che gli ebrei sionisti pesano poco elettoralmente, ma pesano molto nel mondo dei mass-media. La destra religiosa cristiana ha un peso piccolo in termini economici e di mass media, ma ha un enorme numero di voti. I super-ricchi hanno, se ci mettiamo i vari Google, Facebook , Twitter & co, hanno sia soldi che elettori. La white trash e' numerosa, e ha sia pochi soldi che pochi legami coi media, ma molti voti a sua volta.

Il problema e' una politica soddisfacente e' difficile. Se l'america andasse indietro sulle auto elettriche, per dire, scavando piu' pozzi, piacerebbe alla White Trash in certi stati, e guadagnerebbe in fedelta' degli elettori, ma perderebbe Elon Musk e Tesla, solo per indicare il mercato automobilistico. Anche il mercato immobiliare e' segnato dalle leggi “green” , che erano invenzione di Obama, e se le si abolisse del tutto, avrebbe contro i super-ricchi del mondo immobiliare.

Potrebbe Trump iniziare un massiccio rimpatrio, o meglio espulsione attraverso il confine messicano, di milioni e milioni di immigrati? Certo. Il guaio e' che si desertificherebbero alcuni quartieri, come anche Springfield, ma il problema sarebbe che un'operazione del genere NON potra' reprimere il crimine: il criminale si e' tenuto sinora off the record: finirebbero per espellere quelli “onesti”, e tenersi i criminali, che sono bravi a nascondersi.

Gli ebrei sionisti gli direbbero di concentrarsi sugli immigrati di origine islamica, che sono filopalestinesi, ma Trump non ha un confine disponibile per l'espulsione, e ha molti alleati di cui ha bisogno in medio oriente. E scontenterebbe la base di musulmani conservatori che lo votano.

Quello che voglio dire, cioe', e' che il programma di Trump sembra semplice in teoria, ma quando si andra' a dire a Tesla “abbiamo scherzato, abbiamo abbastanza benzina e gasolio per andare avanti decenni senza auto elettriche”, il buon Musk si dovra' preoccupare.

Con questo voglio dire che il programma di Trump e' semplice da enunciare girando stato per stato: ad alcuni si dira' che vuole fare questo, ad altri fara' il comizio su quello. Ma al potere, la politica che dovra' seguire sara' una sola, e dovra' dire la verita' a tutti.

Non c'e' niente , nel programma di Trump, che puo' essere davvero fatto, salvando tutti i player.


Riassumendo, la situazione di Trump e' quella di chi va vinto in casa, ma qualsiasi mossa ha un costo altissimo in senso politico, cioe' fotte qualcuno dei suoi senatori e dei suoi lobbysti. I quali, essendo poltici, hanno una visione meno statica della politica, e si preoccupano delle conseguenze di quel che fa il presidente.

En passe?

No. Semplicemente, Trump fara' quello che sta facendo la Meloni: FINGERE di fare cose. Annunciare crescita che poi non avviene. Annunciare vittorie in Europa per poi non contare un cazzo nella UE. Annunciare aiuti per le emergenze alluvionali, per poi non muovere in soldo. E cosi' via.

Ed e' quello che fara' Trump. Presto vedremo perche' NON fermera' la guerra in Ukraina, presto vedremo perche' NON deportera' i migranti, presto vedremo perche' NON migliorera' economia e occupazione, presto vedremo perche' le industrie NON si muoveranno negli USA, perche' NON fermera' la Cina, e ovviamente, sentiremo tante scuse a riguardo.

Questa cosa e' fattibilissima e non sarebbe la prima volta che succede; il problema sara', semmai, la gestione della frustrazione di un'america impotente.

E qui, come finira' e' imprevedibile.

Uriel Fanelli


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