Nel salotto di Trump.
Si fa un gran parlare di quello che e' successo – ed era prevedibilissimo – durante la riunione fra Trump e Zelensky. Ovviamente, tutto si basa sul fatto che Zelensky si sia rifiutato di recitare il copione degli USA, irritando Trump. Ma Trump si irrita facilmente, come quando spiegate ad un bambino di cinque anni che non puo' tenere un pony in camera da letto.
Quando si vedono enormita' del genere, le conclusioni sono due:
- la diplomazia (e mi riferisco a tutto il sistema di sherpa e preparazione del meeting) non sta funzionando, o Trump non la usa, o entrambe le cose.
- tutto l'apparato funziona,e. allora questa cosa era esattamente quello che le due parti volevano.
Ora, se siete Emmanuel Macron e sapete difendervi, il problema puo' essere minore. Se siete dei comici e tutta la vostra reazione e' di sfottere (“avevo sentito dire tre giorni” , per esempio) oppure il “suka” che si e' sentito ad un certo punto, le cose cambiano.
Ma il problema sono le conseguenze.
La prima e' che la NATO adesso non e' solo morta. E' sepolta. Non so cosa ci sia, piu' di “morto”, ma dall'altro canto non riesco ad immaginare come dire che nessun paese europeo ha piu' ragione di fidarsi della NATO. Tra l'altro, l'art. 15 del trattato prevede l'uscita.
Se nessun grosso paese ne e' ancora uscito e' solo perche' pensano che in caso di attacco russo, almeno scatterebbe l'articolo 5, ma sappiamo bene che occorre l'unanimita', e se anche non mettessero il veto gli USA, lo metterebbe Orban. O Erdogan.
Allora, perche' continuiamo a stare in un'alleanza che non fornisce alcuna garanzia? La risposta e' semplice: l' Europa e'un continente vecchio, dove molti vecchi votano. Quelli che erano adulti negli anni 80, votano ancora e sono tanti. E questo implica che la politica europea e' stracolma di politici in stile anni '80 che sono ancora “atlantisti” e parlano di “alleato irrununciabile”, quando si riferiscono agli USA.
Ma il problema sono gli effetti materiali di tutto questo. Per esempio,l'industria USA delle armi. Comprereste altri F-35, sapendo che in caso di guerra con la Russia, gli USA sospenderebbero il supporto, e probabilmente rivelerebbero ai russi tutte le backdoor che ci sono nell'elettronica e nei radar?
Comprereste altri Patriot, ben sapendo che gli USA non vi consentirebbero di darli, che so io, agli Ukraini, e che riveleranno presto le relative contromisure ai russi?
La politica di Trump, essenzialmente, sta fottendo la fiorente industria delle armi americana. La UE aumentera' gli acquisti di armi, ma sono scettico sul fatto che aumentera' gli acquisti di armi americane.
Se Trump si illudeva che obbligare i paesi NATO europei ad alzare la spesa corrispondesse ad un aumento di acquisti di armamenti americani, quello che sta ottenendo con questa politica e' esattamente il contrario.
Gli acquisti di armi strategiche sono a loro volta figli di una politica in tema di strategia, e di una geopolitica in tema di strategia. Qui non e' un problema di bonta' delle armi, qui il problema e' che in quel campo, comprare armi richiede fiducia , e la fiducia e' bruciata.
Rimane il fatto che si parla di “riarmare l'Europa”, che e' un assurdo perche' l' Europa e' gia' piuttosto armata, e molto piu' armata della Russia nel suo complesso, ma il problema e' che si sta spendendo male. Questo lo dicono tutti, ma quando propongono la loro ricetta , suggeriscono di spenderli ancora peggio.
Se ci fossero quei 500 miliardi per riarmarsi, infatti, l'investimento migliore sarebbe in armi nucleari. In quel campo si raggiunge la resa massima, nel rapporto tra spesa e deterrente.
E questo vale anche per i paesi piccoli. Nel caso dell'italia, si suggerisce di aumentare la spesa militare di 33 miliardi/anno.
Ma la maniera migliore di spenderli non e' in truppe e carri armati, bensi' in un programma nucleare militare.
Si e' calcolato che oggi per avere la bomba atomica bastino un miliardo di dollari e qualche anno di test. Trentatre' miliardi sono una cifra enorme, in un contesto di armi nucleari.
Secondo le stime più recenti, la Russia spende circa 8,3 miliardi di dollari all'anno per la manutenzione e lo sviluppo del suo arsenale nucleare. Capite che 33 miliardi sono una cifra gigantesca. Specialmente se consideriamo che la Russia spende solo il 25% di quel che stanzia, e il resto se ne va in corruzione.
E questi 33 miliardi sono solo la spesa italiana per raggiungere il famoso 2, ma forse tre, o forse quattro, per cento nella spesa.
Ma supponiamo anche che la UE lanci un programma per armamenti nucleari e relativi ICBM. A questo punto, sorgerebbe una domanda: da che parte sta la UE?
Perche' ad un certo punto, un conto sarebbe dire che la UE e' neutrale e si fa i cazzi suoi ma se scocci troppo ti friggiamo. Un conto e' dire che la UE e' filoamericana, e un conto e' dire che e' filorussa.
prima di armarsi, sarebbe meglio decidere da che parte stiamo. Sarebbe meglio scrivere nella costituzione europea, cioe' nel trattato di Lisbona, se si vuole chiarire un attimo a tutti perche' ci armiamo.
Non basta dire “armiamoci”. Non ha senso, se non si chiarisce da che parte stiamo. Neutrali? Belligeranti? Non allineati? Allineati?
Per questa ragione ascolto con un certo compatimento quelli che girano dicendo che l' Europa deve avere un suo esercito, o che dobbiamo armarci sino ai denti. Ok, ma da che parte stiamo?
La guerra e' la politica con altri mezzi, disse qualcuno, ma se le cose stanno cosi', di quale politica?
E a questo bisognerebbe anche rispondere, Frau von der Leyen.
E non e' una domanda astratta o politica.
se parliamo di difesa, quello che abbiamo in Europa e' sufficiente. Se parliamo di attaccare o fare campagne militari, non lo e'. Sono due cose militarmente diverse.
E' una domanda molto, sin troppo pratica.
Uriel Fanelli
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