Meccanica dei ghetti esplosivi.

Non si fa altro che parlare di babygang di stranieri, di ragazzi stranieri che vanno su tiktok ad insultare l' Italia, di ghetti esplosivi in Francia ed altri posti, e gli stessi imbecilli di “intellettuali” che non avevano capito il punto quando il fenomeno e' iniziato, non lo capiscono oggi. Cosi', cerchero' di ri-scrivere qualcosa di cui avevo gia' parlato, ovvero come si formano queste miscele esplosive.

Quanto segue e' il risultato dell'osservazione, di alcuni ghetti, che sono ghetti di italiani. Comunita' della quale non riesco a capire il dialetto – e non riuscireste nemmeno voi perche' hanno lasciato l'italia troppo tempo fa – gente che crede che Romina e Albano siano ancora insieme, perche' le donne in Italia non sono bbottane che divorziano come quelle di qui, persone che spesso non parlano tedesco dopo 27 anni che sono qui, perche' non puoi imparare una grammatica straniera se non conosci quella della lingua che parli.

Parliamo della prima, primissima generazione. Chiamiamola generazione zero. La generazione zero fugge, nel caso degli italiani in Germania, o dei marocchini in Italia, da una miseria tremenda. A volte anche da una guerra, o da entrambe le cose.

Arrivano qui, e si danno da fare. Lavorano. Fanno i lavori che nessuno vuole fare, guadagnano stipendi che per il loro paese sarebbero da sogno, passano ad uno stile di vita che al paesello non potevano neppure sognare. Tornano al paesello con l'orgoglio di quelli che ce l'hanno fatta, con l'automobile – magari noleggiata – che e' il sogno del paesello, eccetera.

La percezione della generazione zero, quando si parla di posizione sociale ed economica, e' una percezione di confronto: confrontano cio' che hanno ora con cio' che avevano prima di partire, e si credono vincitori. Sono soddisfatti.

Ma poi arriva la generazione uno.


Ovviamente, adesso che possono, fanno figli. E i figli crescono, ma non hanno modo di fare confronti. La loro percezione e' interamente locale. E si accorgono in fretta che l'appartamento che i loro genitori considerano lussuoso – e lo sarebbe al paesello , o almeno rispetto a dove vivevano al paesello – in realta' e' in un quartiere non tanto bello e non e' nemmeno pieno di tante cose davvero lussuose. E' vero, al paesello avrebbero avuto molto meno, ma loro non lo sanno: lo sanno i loro genitori.

Quindi, quando i genitori sono saliti per fare i lavori che i locali non volevano piu' fare, hanno percepito un gigantesco avanzamento nello status economico e sociale. Ma i loro figli non possono avere una percezione di confronto , loro misurano la loro posizione in un solo luogo.

La percezione della generazione uno e' quella di essere finiti nel buco del culo del mondo, di essere un una specie di trappola dalla quale non possono uscire, nella quale li hanno portati i loro padri, e nella quale non sono affatto “riusciti” o “vincenti'. Sono gli sfigati..

La prima rottura, quindi, e' con la famiglia di origine ed i suoi lavori. I genitori cercheranno di spiegare loro che quel posto ha una miniera di opportunita', se solo lavori duro, e che possono farcela come ce l'hanno fatta loro prima di lui.

Ma i figli non vedono affatto “che ce l'hanno fatta”.


La generazione uno, quindi, prima azzanna i genitori e li disprezza, poi comincia a rifiutare l'integrazione e cerca l'identita'. Negli anni che vanno dai 15 ai 18, tornano al paese numerose volte. Errore fatale, perche' si accorgono di non essere piu' italiani,o marocchini, o turchi. Parlano, vivono, pensano come si fa nella nuova patria, e quindi c'e' un muro tra loro e la vecchia patria. Le speranze di tornare indietro sono finite.

Quei ragazzi marocchini che vedete su TikTok ad insultare l'italia, o a fare le babygang, non possono tornare a casa, perche' non appartengono piu' a quel posto. Ma sono nel culo della societa' in Europa. E lo stesso in Francia, in Germania, ovunque.

Il social dumping e' pericolosissimo. Da un lato si spera di trovare il negro disposto a fare i lavori che nessuno vuole piu' fare (con quella paga), ma lo stesso lato non considera che i figli dei negri presenteranno il conto. E sara' un conto duro e violento.


Il problema passa poi alle femmine. Perche' le femmine della generazione uno si dividono in due sezioni: quelle che si integrano, e quelle che rimangono fedeli alla tradizione. Pochissime , in tutte le etnie , rimangono fedeli alla tradizione. Le femmine sono molto piu' brave ad integrarsi, nella mia esperienza e a quel che vedo, e si mescolano meglio ai locali. C'e' da dire che il fattore “tette” aiuta molto ad entrare nei locali con un dress code, vantaggio che i maschi non hanno.

Lo so, questo e' controverso. Facciamo l'esempio del fazzoletto sui capelli: da nostro punto di vista, siccome alcune lo portano, pensiamo che le immigrate continuino a portarlo. Quello che pero' non capiamo e' come viene visto il mondo dal loro lato: loro non contano le paesane col velo, loro contano quelle senza. E dal loro punto di vista, la loro comunita'-ghetto si sta svuotando.

Un ex collega turco mi raccontava che, essendo lui un conservatore, aveva esattamente zero possibilita' di sposare una ragazza turca in Germania, in quanto la maggior parte si erano “europeizzate”, e la minoranza rimasta era, come dire, “gia' prenotata”.

dal punto di vista della generazione uno, quella nuova non-patria elettiva non solo gli ruba la speranza e il futuro, ma gli ruba anche le ragazze. Da qui, la tentazione di rubarle ai locali. Volenti o nolenti.

Ed ecco il risultato: una generazione uno che non ascolta i genitori e la loro fede nel lavoro che riscatta, e che accusano di averli portati in quella trappola sociale, che non vede futuro economico per se', e che non si vede nemmeno a formare una famiglia.

Chiaramente, rifiuteranno di seguire le regole di quella che percepiscono come una trappola mortale, dalla quale non e' nemmeno piu' possibile uscire per tornare nel luogo di origine.


C'e' modo di evitarlo? Non credo. La Germania ha comunque un welfare impressionante, ma non ci e' riuscita. E a volerla dire tutta, nessun paese ce l'ha fatta. Nemmeno le famose svezie, norvegie e olande ce l'hanno fatta. Nessuno sinora e' riuscito a risolvere questi problemi, il che significa che nessuno sa come risolverli, il che significa che non si possono risolvere.

E stupirsene non fa che peggiorare la situazione. Quando un ragazzo ha una mamma che per vivere fa le pulizie – con o senza pompino annesso – e un padre che fa qualche lavoro che i suoi compagni chiamano lavoro di merda, quando non puo' mischiarsi coi locali perche' la scuola di calcio costa troppo e la palestra costa troppo e il reddito che i suoi genitori trovano spettacolare per loro e' da poveri, sa di essere finito in una trappola.

Quando, nell'adolescenza, torna a casa e scopre di essere uno straniero, la situazione peggiora. QUando, con l'adolescenza avanzata, o l'era adulta, scopre che le coetanee della stessa provenienza si sono mischiate ai locali, tranne una piccola minoranza inarrivabile, la miscela esplosiva e' pronta.

La cosa che mi chiedo, e' come mai i cosiddetti intellettuali non riescano ad accorgersi di un fenomeno che accade con una precisione tanto meccanica.

Uriel Fanelli


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