L'auto e' l'inizio.

Vedo le persone incapaci di capire il cambiamento che sta investendo il mondo, rifugiandosi nella convinzione che se freniamo tutti insieme allora potremo impedire al tempo di passare, o che se chiediamo al governo, allora il governo fermera' l'evoluzione del pianeta, della tecnologia, della cultura. E un esempio e' il mondo dell'auto, tra persone stupite di quanto accade a VW, ma anche governi che giurano che “difenderanno l'occupazione”.

Volevo quindi portare una prospettiva diversa. Gli storici dell'economia tedesca hanno efficacemente coniato termini come “Welle” (ondata) per descrivere le fasi del miracolo economico tedesco del dopoguerra. Queste “ondate” rappresentano i diversi stadi di ripresa e crescita economica:

Ogni epoca aveva quindi i suoi status symbol, come essere grassi negli anni 40 e inizio 50, o avere un casa tappeti zebrati e gli arredamenti piu' indicibili. Era il periodo l'industria che cresceva era quella del cibo, si mangiavano le porcherie piu' assurde, e nelle case c'erano gli arredamenti piu' incredibili, e nasce l'industria civile degli elettrodomestici, e allora via di Telefunken&co.

Poi si passa all'era dei viaggi, quando i tedeschi ogni anno lasciano in massa la Germania per riempire le spiagge di altri paesi, e infine l'epoca che sta finendo, coe' l'autowelle, quando ogni famiglia ha due auto, e una e' , per gli standard italiani, di lusso.

E quello che e' assolutamente chiaro ai politici tedeschi e' che l' Autowelle e' finita. Non per nulla , il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), non sta piu' finanziando progetti automotive, mentre “finanzia” (in realta' garantisce per i finanziamenti di privati) solo chimica, pharma, e le nuove entrate sono le biotecnologie (RNA) e i microprocessori. Niente piu' auto.

Mi chiedo se sia altrettanto chiaro alla popolazione e ai politici italiani: certo, i potenti sindacati tedeschi adesso lotteranno per VW, ma su VW scrivero' dopo.

L'era dell'auto e' finita.

Questo va capito e metabolizzato.


C'entra l'elettrico? In parte. Ma prima di parlare dell'elettrico, andiamo a vedere degli sbagli fatti in passato, ovvero quello che io definisco controfordismo. Ford aveva deciso di aumentare le paghe degli operai per creare una citta' ricca , ove molti potessero comprare una Ford. In realta' chi comprava le Modello T erano principalmente arricchiti dalla speculazione di borsa che poi divenne crisi del 1929, ma quello che importa era il concetto.

Il concetto e' uno strano patto fra produttore e consumatore, che ha funzionato circa fino agli anni '90, patto secondo il quale tu mi paghi molto e io compro i tuoi prodotti. Questo patto sociale silenzioso ha permeato l'occidente per tutto il suo massimo periodo di “splendore”, dalla seconda guerra mondiale fino , appunto, alla fine del secolo.

Poi e' arrivata la globalizzazione. E tutto quello che avete sentito dire e' stato che “ciao ciao povery, non voglio piu' pagare il lavoro, e tanto i clienti ricchi li trovo nelle economie emergenti”.

Se prendiamo per esempio BMW, queste sono le sue figure di vendita in Cina:

https://www.goodcarbadcar.net/bmw-china-sales-figures/

Queste sono quelle di Stellantis/Fiat, per farvi una proporzione:

https://www.goodcarbadcar.net/stellantis-china-sales-figures/

E queste quelle di Mercedes:

https://www.goodcarbadcar.net/mercedes-benz-china-figures/

e ovviamente, VW:

https://www.goodcarbadcar.net/volkswagen-china-sales-figures/

Sarete portati a pensare che si tratti di numeri grossi, ma il problema e' semplice: guardate il market share. Sono pochi punti percentuali.

Perche'?

Perche' tutti i coglioni di manager europei si sentivano cool, quando dicevano:

“noi puntiamo al mercato del lusso”. E il mercato del lusso, cioe' i ricchi che si possono permettere certe auto, e' esattamente quello: un mercato piccolo.

Siccome pero' la Cina e' grande, e loro facevano numeri apparentemente grandi, si sentivano fichissimi, intelligenti e tutto quanto. Ma c'era un piccolo problema. L'80% del mercato rimaneva cosi' nelle mani dei cinesi. Che facevano e fanno le macchine del popolo, appunto.

E non perche' gli operai lavorano a meno, in Cina , ormai sono ben pagati anche li'. Il perche' e' che loro non hanno pensato INSENSATE MINCHIATE come “noi ci concentreremo solo sul mercato del lusso”.

Sono decine di anni che , tra le altre, l'industria dell'auto va recitando come un mantra “ci concentreremo sul mercato del lusso”.

Col risultato che

  1. tutto diventa SUV, o ci prova. Auto che non si erano mai sognate di SUVeggiare, adesso sono SUV.

  2. tutto diventa costosissimo , perche' le parti in comune sono moltissime. Ferrari, quando parliamo di luci, ha delle parti in comune col Fiat Doblo'.

I cinesi hanno continuato a produrre auto normali per persone normali.

Quello che rende la Cina piu' competitiva, oggi, e' di aver pensato le auto elettriche per le persone normali, le famiglie normali e gli stipendi normali. Non hanno avuto manager DEMENTI li' a recitare, a pappagallo, che “bisogna puntare sul lusso”.

Anche perche' sono DECENNI che ogni misura mostra che la ricchezza si concentra molto di piu' in poche mani: che senso abbia puntare su un mercato che si restringe e sperare negli stessi numeri, lo sanno solo questi manager IDIOTI.

IDIOTI e sopravvalutati.


Che succede nel momento in cui arriva la tempesta perfetta, la Autowelle si ferma in occidente, la Cina ha un surplus di produzione e la globalizzazione si arresta? Succede che i ricchi in Europa e in Usa sono ricchissimi ma pochi, e la produzione eccede. E nessuno andra' mai a spendere centomila euro per un'auto, se non pochi ricchi.

Questa e' la storia di un'industria che ha detto “ma noi da oggi lavoreremo nel settore del lusso”. E sia chiaro, come ho scritto nel titolo, l'industria dell'auto e' solo una delle industrie che hanno detto questo. Potrei citare, che so io, Apple, per dire, coi suoi prezzi indecenti.

Insomma, l'auto e' solo l'inizio di una crisi che investira' TUTTI i settori nei quali manager dementi hanno pronunciato la frase “noi puntiamo al mercato del lusso”. Perche' in un mondo globalizzato il ceto medio e' enorme, ma in un mondo meno globalizzato e' piccolissimo.

Il mondo dell'auto si e' spezzato per primo perche' succede contemporaneamente che ci sia qui un surplus di auto per i ricchi che un europeo sfiancato non puo' piu' permettersi, e in cina un surplus di auto meno costose che gli Europei potrebbero permettersi, ma i protezionisti non vogliono far entrare.

Infatti i costruttori tedeschi sono contro la guerra commerciale: a loro vanno benissimo i pochi punti percentuali del mercato cinese, perche' e' lusso, e se i cinesi faranno le auto dei Povery, buon per loro.

Siccome la globalizzazione si e' rotta, il trucco non funziona piu', e le aziende di auto stanno scoprendo che senza Cina e India, il “mercato del lusso” e' davvero piccolino.

l'antifordismo, cioe', ha pagato molto bene per pochi anni, e molto male nel lungo periodo.


Andiamo a VW. Per prima cosa, ha chiuso l'ultimo anno con 7 miliardi di profitti. Quindi, non chiudera' perche' non ci sono le condizioni economiche. Ma ovviamente, siccome tutto il gruppo sta producendo “per il mercato del lusso”, e una Golf costa quanto , in proporzione, costava una mercedes quando ero ventenne, e il mercato del lusso si e' sgonfiato, allora sono in sovraproduzione. E quindi, siccome non fanno piu' “auto per il popolo” , non sanno come affrontare il fatto che molti cambierebbero si' l'auto, se costasse il giusto.

Ho sentito dire le cose piu' assurde in questi giorni quindi:

  1. no, la colpa non e' della cogestione coi sindacati. Semmai il problema e' che VolksWagen ha cambiato patrone, diventando della famiglia Porsche (si pronuncia come in italiano “Porsce”, non Porsch come dicono tutti), e la famiglia Porsche e' fatta, come dire, da quel capitalismo tedesco generazionale nato sotto “Lui”, la cogestione sindacale non la vedete nemmeno col lanternino: hanno sempre pensato di usare l'azienda come banca, per fare dividendi , cioe' soldi. LA storia della cogestione non si applica piu' su VW, da mo. Aggiornatevi. Lo scandalo dei gas fu il primo “regalino” dei Porsche.

  2. Il problema e' l'auto elettrica. No, VW come gruppo vende in Europa piu' veicoli elettrici di Tesla.

  3. Il problema e' la transizione green. No, nemmeno questo: VW aveva gia' deciso di passare all'elettrico dopo lo “scandalo” delle emissioni. Ma era gia' diventata un'azienda antisindacale da anni, sotto la guida illuminata dei nuovi padroni.

Il problema di VW e' che il suo consiglio di amministrazione e' stato focalizzato non sui risultati, che consideravano scontati grazie al mercato cinese, bensi' a soddisfare l'avidita' degli azionisti, pagando dividendi insensati e stipendi assurdi ai dirigenti DEMENTI che hanno preso le decisioni SBAGLIATE.


Passiamo all'elettrico. Il problema dell'elettrico e' che si tratta di una occasione mancata. L'occasione mancata era quella di costruire un tipo di auto completamente nuovo, libero dai vincoli meccanici e fisici legati dal motore a scoppio (vibrazioni, coppia lenta, peso, eccetera) , per ottenere qualcosa di nuovo.

Cosa intendo dire? Pensate ai motorini elettrici che vedete ovunque. Ah, non li vedete? Non li vedete perche' li chiamate “bici elettriche” o “e-bike”. Ma che vi piaccia o meno, una bici elettrica non e' altro che un motorino, solo che il motore e' elettrico, e il resto del telaio e' quello di una bicicletta.

Cosa intendo? Intendo dire che l'e-bike non e' l'evoluzione di una bicicletta – che per definizione usa le vostre gambe – ma l'evoluzione del motorino. Ma attenzione: le apparenze dominano. E cosi', siccome sembra una bicicletta e ha un telaio simile , allora pensiamo che la bicicletta elettrica sia una bicicletta e non un motorino. Assurdo, ma le abitudini mentali fanno questo.

Il mondo dell'auto ha fatto di peggio, e con il cambio di paradigma non ha prodotto un nuovo concetto di auto, ma ha seguito scrupolosamente il vecchio concetto. Con il risultato che l'auto elettrica e' un'auto a combustione, senza combustione. O meglio, a combustione remota visto il cocktail di energie usate per la ricarica.

Tutto qui? Il motore puo' stare nelle ruote, e voi avete ancora le trasmissioni e la leva del cambio? La coppia sale a piacere, e voi avete ancora la consueta forma con un grande vano motore davanti – che non serve piu' – e il baule dietro?

L'elettrico non vende perche' tradisce tutte le sue infinite possibilita' di forma, profili e tecniche, per diventare una brutta copia del vecchio. (oltre al prezzo).

Cosi' come una bicicletta elettrica e' un motorino che costa meno di un motorino , il problema dell'auto elettrica e' che non e' mai spuntato sul mercato un “coso” elettrico che sia diverso dall'auto tradizionale e costi meno. Eppure, con quasi 1000 parti in meno su 3000, le auto elettriche dovrebbero costare di meno.

L'elettrico, cioe', non vende principalmente perche' e' fallito il concept:

  1. potrebbe essere di gran lunga piu' economica.

  2. potrebbe essere di gran lunga piu' piccola e facile da parcheggiare.

  3. non e' stata nulla di tutto questo.

E questo la condanna, perche' ne fa un oggetto senza contesto, senza senso, e come se non bastasse troppo costoso.

Ma anche qui, le auto non sono le sole ad avere il problema del cambio di paradigma fallito. Hanno lo stesso problema gli elettrodomestici – sul serio avete un fornello a casa? – gli edifici stessi (il grattacielo e' una serra verticale che poi va climatizzato per non morire di caldo) , stiamo ancora ad usare le tastiere anziche' una penna – che abbiamo imparato ad usare a scuola – e uno schermo touch, usiamo la televisione e lo schermo del computer quando abbiamo gli occhiali per la VR, e cosi' via per tante cose. La tecnologia sta cambiando i paradigmi, le industrie non lo vogliono sapere.

Quindi preparatevi, dopo l'auto seguiranno, a catena, tutti gli altri del manufatturiero.

L'innovazione e' come un fiume. Se lo fermi , l'acqua si accumula, e alla fine la barriera che fermava l'acqua viene travolta. E' cambiato davvero troppo nelle tecnologie consumer perche' gli oggetti di uso quotidiano, auto compresa, possano rimanere cosi' simili al passato.

Uriel Fanelli


Il blog e' visibile dal Fediverso facendo il follow a:

@uriel@keinpfusch.net

Contatti: