Lagarde, ma vai a cagare!
Questo articolo non sarà politicamente corretto, non sarà femminista, e di certo non sarà rispettoso delle donne per il solo fatto di esserlo. È scritto, invece, con un preciso obiettivo: mandare metaforicamente a cagare un organismo che potremmo definire una “femmina di Macron” — una creatura ridicolmente pomposa, inutilmente mediocre e strutturalmente incapace — che, per disgrazia dell’Europa, siede oggi alla guida della Banca Centrale Europea.
Se fosse stata soltanto uno dei soliti burosauri incapaci che hanno infestato la BCE sin dalla sua fondazione, pazienza. In fondo, come direbbero negli Stati Uniti, era nella job description: incarnare la mediocrità istituzionalizzata.
Ma, evidentemente, il modo di fare “espansivo, allegro e comunicativo” di Mario Draghi (sic!) deve averla contagiata. Così, dopo un paio di rave party metaforici — o forse no — Christine Lagarde ha deciso di sentirsi improvvisamente moderna, competitiva, e persino brillante. Da quel momento, ha pensato bene di mettersi a strigliare le industrie europee come se fosse la nuova coach motivazionale del capitalismo continentale.
E così, questa sorta di Theresa May con la baguette nascosta ha deciso che può salire in cattedra e impartire lezioni a tutte quelle aziende europee che non riescono a crescere — più che altro perché il sistema bancario non le finanzia.
Ma cosa mai dovrebbe centrare la Lagarde con il sistema bancario, dopotutto?
Con l’aria di chi scende dall’Olimpo di Davos, la nostra eroina della moneta virtuale ora predica che l’Europa deve “digitalizzarsi”, “modernizzarsi” e “diventare competitiva”, come se la trasformazione industriale fosse un seminario TED da venti minuti.
Ma andiamo a vedere, per una volta, da che pulpito viene la predica.
Si parla di un progetto IT — anzi, diciamolo pure: dell’unico progetto tecnologico che la BCE possa vantare nel proprio portfolio.
L’ormai leggendario “euro digitale”.
Bene, allora vediamone la cronologia. Perché, come spesso accade con le grandi visioni partorite da piccoli burocrati, il diavolo non è nei dettagli: è nei ritardi, nei costi e nelle figure barbine.
Periodo / Data | Fase / Evento | Cosa è successo / cosa si è promesso | Criticità / elementi da evidenziare |
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Ottobre 2020 | Rapporto iniziale / fase preliminare | La BCE pubblica un rapporto che analizza motivazioni, rischi e possibili caratteristiche dell’euro digitale. | Era solo teoria: nessun impegno concreto. |
Aprile 2021 | Consultazione pubblica | Viene condotta una consultazione su benefici, rischi e modelli di distribuzione. | Tutto resta nel campo del “vediamo se serve”. |
Luglio 2021 | Decisione del Governing Council | La BCE avvia ufficialmente la fase di “investigation”. | Il progetto passa da chiacchiera a burocrazia attiva. |
2021 – Ottobre 2023 | Fase di investigation | Studio delle varianti di design, regole, prototipi, stakeholder. | Tre anni di “studio” per non produrre nulla di operativo. |
18 Ottobre 2023 | Fine investigation / inizio preparazione | Il Consiglio direttivo approva l’avvio della fase di “preparation”. | Annuncio trionfale, risultati invisibili. |
1 Novembre 2023 | Avvio formale della preparazione | Parte la definizione del rulebook, selezione dei provider e test. | Il progetto diventa “industriale”, ma resta teorico. |
24 Giugno 2024 | Primo progress report | La BCE pubblica il primo rapporto sui lavori preparatori. | Linguaggio da comunicato stampa, sostanza minima. |
2 Dicembre 2024 | Secondo progress report | Ulteriori dettagli su regole e questioni normative. | Avanza la carta, non il codice. |
16 Luglio 2025 | Terzo progress report | Si parla di rulebook, test tecnici e piattaforme con 70 partecipanti. | Il “progresso” è misurato in PDF, non in prototipi. |
Ottobre 2025 | Termine fase di preparazione (previsto) | Dovrebbe concludersi la preparazione; decisione sul futuro del progetto. | Punto di svolta: o si passa ai fatti, o finisce nel cassetto. |
Inizio 2026 (obiettivo politico) | Decisione legislativa UE | Attesa una decisione di Commissione, Parlamento e Stati membri. | Rischio di paralisi politica e divergenze nazionali. |
2028 – 2029 (stime BCE) | Possibile lancio operativo | Alcuni membri BCE parlano di un debutto verso fine decennio. | Slittamento già strutturale: da “2025” a “fine decennio”. |
2030 e oltre | Rollout graduale / uso diffuso | Introduzione progressiva, test regionali e diffusione controllata. | Probabile melina istituzionale, resistenze bancarie e timori sulla privacy. |
Ora, voglio sperare che alla BCE stiano almeno fingendo di usare un qualche metodo Agile (sic!). Perché se qualcuno provasse davvero a fare un GANTT chart di questa timeline, il monitor dovrebbe partire da Francoforte e finire a Parigi.
Evidentemente alla Lagarde piacciono i monitor grandi. Panoramici. Come la distanza che separa la BCE dalla realtà.
E dunque, che cosa abbiamo, sinora?
Una versione beta? Una alpha? Un minimal viable product da far vedere almeno ai giornalisti amici?
No. Niente. Zero. Nada. Nix. Nul. Un cavolo di niente.
Siamo nel 2025, e un progetto IT che dura dieci anni — dieci! — non ha ancora nulla da mostrare. Non un prototipo funzionante, non una demo, non nemmeno un mockup decente da esibire in PowerPoint.
Cara Lagarde, non puoi davvero permetterti di dare lezioni di competitività quando il tuo “progetto di punta” è diventato una farsa tragica da manuale.
Sei riuscita nell’impresa che neppure un hackathon di stagisti ubriaconi avrebbe potuto concepire: un progetto digitale senza codice, senza utenti, senza futuro.
Ormai, in ogni mailing list di project manager IT, quando un’iniziativa fallisce clamorosamente, si dice che “è diventata un euro digitale”. È il nuovo benchmark del disastro: il metro universale dell’inconcludenza.
In queste condizioni, si fa una sola cosa: si sta zitti. Si tace, si abbassa lo sguardo e si mastica la propria baguette in silenzio, cara signora.
Perché il vostro “euro digitale” non è un progetto: è una caricatura costosa, un monumento alla burocrazia travestita da innovazione.
Siete, con orgoglio istituzionale e budget illimitato, il più grande e costoso fallimento tecnologico della storia europea.
Nel mondo IT fate ridere. Si raccontano barzellette su di voi. “Euro digitale” è ormai il nomignolo che si dà a qualsiasi progetto che non delivera, che non nasce, che non serve.
È diventato sinonimo di ciò che succede quando la mediocrità si traveste da competenza — e si autoincensa a suon di conferenze stampa.
Stai zitta, davvero. Chiudi quella bocca che parla di competitività e digitalizzazione come se sapesse di cosa si tratta.
Un project manager indiano strappato alla friggitrice di un McDonald’s ha più senso pratico, più risultati concreti e più dignità professionale. E saprebbe fare di meglio.
Quindi, per cortesia, basta prediche. Chiudi quella benedetta bocca e guarda i numeri: sono lì, impietosi, a dire che sotto la tua gestione la BCE è diventata un case study mondiale di inefficienza istituzionalizzata.
Hai trasformato un’idea promettente in un pantano burocratico, e poi hai avuto pure il coraggio di farne un vanto.
Sei ridicola.
E se mai ti venisse il dubbio che questo giudizio sia ingeneroso, chiediti soltanto se non saresti più correttamente definibile come patetica.
Perché, a ben vedere, non c’è nulla di più imbarazzante di un’autorità che pretende di incarnare la modernità mentre affoga nella propria obsoilescenza.
Hai trasformato la BCE in una caricatura di se stessa, e tu ne sei il volto: un monumento vivente alla presunzione travestita da competenza.
E se come information technology la performance della BCE è penosa, anche come banca centrale le cose non vanno meglio.
Il settore bancario europeo è completamente ingessato — non tanto perché qualche fusione si blocca quando un politico locale non riesce più a piazzare i propri sgherri o le sue amanti nel consiglio di amministrazione della banca di provincia. Quella è solo la parte folcloristica del problema.
La verità è che il sistema bancario europeo nel suo insieme è il più rigido, obsoleto e giurassico comparto dell’economia del continente. È un museo dell’arretratezza amministrativa, con processi che sembrano progettati negli anni Settanta e aggiornati solo nel linguaggio dei comunicati stampa.
La Cina in confronto e' ad anni luce avanti. E' come se giocasse in un'altra serie, in un'altro campionato, e a volerla dire tutta, anche un altro sport.
Ma il vero imbarazzo arriva quando ti accorgi che non serve nemmeno guardare verso i giganti dell’innovazione — non c’è bisogno di tirare in ballo la Cina o il Giappone. Basta scendere un po’ più giù, nel Mediterraneo, in quei paesi che l’Europa ama ancora definire con sufficienza “meno avanzati”.
E invece lì entri in una banca e ti sembra di volare: procedure immediate, app intuitive, trasferimenti in tempo reale, interfacce pensate per l’utente e non per il revisore contabile di Bruxelles.
Qui, al contrario, vendiamo il “bonifico istantaneo” come se fosse la conquista della Luna. Una funzione che, coerentemente con gli intenti stessi dell’euro, sarebbe dovuta esistere vent’anni fa, fin dal giorno della sua nascita.
Di questo passo, prima di vedere un home banking europeo degno di questo nome, passeranno — ottimisticamente — altri cinquant’anni.
E vogliamo parlare delle API bancarie? Quelle che dovrebbero permettere ai nostri software, ai nostri gestionali, perfino ai nostri cellulari, di dialogare con le banche in modo diretto e sicuro? Siamo nel 2025 e siamo ancora qui a chiederci quanto dovrà passare prima che questo diventi realtà.
Nel frattempo, altrove, la gente gestisce tutto con una super-app: conti, assicurazioni, investimenti, perfino prestiti istantanei. Qui, invece, l’Europa discute ancora se autorizzare o meno un pulsante “conferma” sull’interfaccia.
No, non si fa così.
No, non si danno lezioni.
Quando gestisci il settore meno innovativo e meno produttivo dell’intero continente, il più ingessato, il più ostile a qualsiasi forma di cambiamento, non ti metti in cattedra.
Quando la tua macchina burocratica soffoca ogni iniziativa prima ancora che nasca, quando la creatività viene trattata come un’anomalia da correggere, non si danno lezioni.
E soprattutto, quando il tuo unico progetto IT è ormai una barzelletta mondiale, un sinonimo di fallimento, non si danno lezioni.
Si fa silenzio. Si guarda a terra. E si spera che nessuno chieda a che punto siete arrivati.
Scendi da quel pulpito, Christine Lagarde, o se preferisci come diciamo noi dalle mie parti, "vieni giu' da quella pioppa".
Non hai le credenziali per dire a qualcun altro di muovere il culo.