Il prezzo della storia.
Ogni volta che mi scappa il racconto politico delle zone ove sono cresciuto, mi sento chiedere la stessa cosa. “Ma se il partito comunista faceva cosi' schifo, com'e' che lo votavano dalle tue parti”? Il problema e' che la generazione precedente la mia, diciamo i nati nell'immediato dopoguerra, erano delle persone di merda, che hanno lasciato un'eredita' di merda. Ma il mix di crisi (36 industrie di zucchero chiuse in pochi anni) consenti' al PCI di mostrare la sua vera faccia.
Ovviamente , la cosa sarebbe rimasta una mia teoria, se poi (il tempo e' galantuomo) non avesse portato a galla il risultato di quel sistema politico fatto di arroganza, prepotenza e miserie umane.
Perche' in politica gli errori del passato si pagano. Ma si pagano una generazione dopo. Io sono cresciuto in un posto particolare , per tutti gli anni '80.
Andate , nell'immagine, al 2005. Vedete, a fianco di Ferrara, verso il mare, quel triangolino azzurro che da' sul mare? (Ferrara e' in alto a destra). Ecco, quel triangolino e' il posto dove sono cresciuto. E nel 2005 era azzurro, anche se circondato da zone rosse. Oggi l'intera Ferrara e' persa, sin dal 1918. Come mai?
Vi spiego:
Come vedete, in questo momento in Emilia (come in tutta italia) siamo nel “picco” della mia generazione al voto. Significa che siamo nel momento nel quale la mia generazione conta di piu' sul piano elettorale, perche' siamo la generazione (50-54) con piu' elettori in percentuale. Circondati poi da quasi-coetanei.
Il picco e' cominciato nel 2005. E come vedete, da quel momento la zona in cui sono cresciuto ha respinto , pur circondata da zone rosse, qualsiasi assalto. Alla mia generazione quei viscidi bastardi stanno sul cazzo, e ci stanno sul cazzo di brutto. Invano hanno tentato, ma quella zona ha votato LETTERALMENTE CHIUNQUE , ma non quei pezzi di merda.
Quando mi chiedete “ma com'e' che votavate PCI dalle tue parti se facevano cosi' schito”, dovreste cercare di usare una definizione piu' chiara di “mie parti” e di “votavate”. Sono anni ed anni che non li “votiamo”, se proprio vi piace usare il “voi” collettivo.
E non li votiamo perche' li conosciamo, li conosciamo come persone, e sappiamo che quella e' la feccia piu' lugubre , meschina, bugiarda e codarda. Essendo tutti paesi piccoli, conosciamo i loro candidati, i loro politicanti, e ci fanno schifo.
Quando vi racconto di prepotenze , significa (eravamo un gruppo di adolescenti a sentirsi soffocare) che eravamo la prima generazione che aveva deciso di sbattersene della politica.
FGCI provava disperatamente ad arruolarci, e piu' ci provava e meno ci riusciva. Le prime a mandare affanculo quel partito furono le donne, e dal nostro punto di vista, FGCI, furono le ragazze a mandarli a fare in culo.
Nell' FGCI, come nel partito vero, (IL PCI) vigeva una regola. “La piu' bella va al capo”. Nel PCI significa che se c'era una MILF interessante, doveva finire a letto col capo sezione, per accedere alle agognate cariche di “addetta alle questioni femminili”. Allo stesso modo nell' FGCI, quando ci entravano delle ragazze, la piu' bella era dal capo, la seconda piu' bella era del suo vice, e cosi' via. Fioccavano le scazzottate, ma il punto era che la ragazza doveva scegliere. O stava col capo o se ne doveva andare. Solo le piu' bruttine venivano lasciate in pace. Inutile dire, le ragazze mandarono a fare in culo l'intero sistema.
Era il partito piu' maschilista del panorama politico. Non esisteva alcuna probabilita' che, anche diventando l'amante del segretario locale, una donna potesse far carriera, o avere parola. Esisteva l'angolo donne, per le politiche femminili, ma era una gabbia dalla quale non si usciva mai. Alcune finivano alle “politiche sociali”, elemosinando soldi dal comune, o a volte perfino alle “politiche culturali”, o al “turismo”, di inutili paesini sulla statale che non avevano mai visto un turista. (esisteva un solo albergo in zona, il Cavallino Bianco, che era notoriamente la copertura per un bordello).
Era il partito piu' omofobo del panorama politico. Siccome io e altri tre avevamo la fama che avevamo, mi capito' di entrare in uno dei loro bar (ah, si, non esisteva che aprivi un bar senza essere dei loro in qualche modo. Ma quello era in teoria un circolo arci SPIM) , e anziche' darmi il caffe' nella tazzina diedero, solo a me, il caffe' nel bicchierino di carta, come facevano con le ordinazioni delle parrucchiere. Uno di “noi” , che ancora credeva a quei cialtroni, decise di chiedere conto al “segretario”. Gli fu spiegato che qui eravamo in campagna, e quasi tutti i compagni erano contadini e/o operai/pescatori, e che se volevamo parlare di “certi” diritti dovevamo come minimo andare a Bologna.
Come era un possibile un partito del genere a “sinistra”? Semplice. Come disse il segretario, quella zona era composta di contadini, operai e pescatori, quindi, anziche' “emanciparli” il partito li prendeva cosi' com'erano, confermando il loro modo di fare, e scoraggiando qualsiasi cambiamento. Se qualcuno vi racconta che il PCI ha contribuito a divorzio e aborto, sta raccontando un falso storico, furono in gran parte socialisti e radicali. Il PCI fece il meno possibile.
Ma oltre a quello che succedeva DENTRO il partito, la nausea veniva dal loro comportamento. Ho detto che non potevate fondare un bar, per esempio, che non fosse dei loro. Primo, perche' a quei tempi esistevano le licenze. E non ve le avrebbero MAI date. Successe che un bar ando' in eredita' al figlio dei gestori vecchi che insieme alla sorella decise di farlo diventare un bar “panozzo”. Ora, i panozzi avevano tanti difetti (io ero un metallaro, come sapete, quindi non li approvavo), ma avevano un pregio: non erano di sinistra. Il bar nacque, quindi, sotto il cattivo auspicio di non iscriversi alla cerchia giusta. (Arci, SPIM, e via dicendo). Il risultato fu semplice: divieto assoluto di tenere tavoli fuori, rinforzato da una serie interminabile di controlli dei vigili urbani, e lavori continui al manto stradale, tutti rigorosamente estivi. Di fronte al bar l'asfalto era di una perfezione tale che sembrava un prato svizzero. Di una bellezza michelangiolesca. Venendo rifatto ogni mese, ogni estate.
Stessa cosa capitava , e capito', per una “sala giochi”, che non solo fu colpita dalla “maledizione dell'asfalto”, ma soffriva di continui sabotaggi (sotto forma di blackout) e di continue “lamentele dei vicini per il rumore”, che lo costringevano a chiudere quando le galline entravano nel pollaio per la sera. Spesso, al tramonto. Lo stesso distributore automatico di bevande fu messo alla berlina, gli fecero pagare piu' tasse sui rifiuti perche' con questo distributore “poi bisognava portare via 33 miliardi di gozzillioni di tonnellate di lattine a sera”, e altre piacevolezze.
Perche' questo? Perche' i “compagni” avevano messo su un monopolio di circoli e bar Arci e SPIM, che funzionava solo perche' ne avevano , appunto, il monopolio. Sapevano benissimo che poteva funzionare solo in regime di monopolio. Per esempio, la mia scuola media faceva OGNI ANNO la festa di Natale nel locale “loro”, in modo che i soldi del comune rimanessero “in famiglia”. Anche le scuole elementari, ogni anno ci facevano il carnevale dei bambini. Per loro , tutto faceva brodo per prendere soldi.
Siccome i loro circoli vendevano i biglietti e suonavano musica, alcuni di loro erano anche controllori SIAE. Significa che se provavate a fare qualcos'altro, anche solo una festa di compleanno “nutrita”, arrivavano loro coi controllori SIAE e ve la facevano chiudere.
I negozi di dischi avevano un problema: ogni anno avevano delle eccedenze. Ma se erano “nel giro”, la biblioteca comunale le avrebbe acquistate. In cambio, pero', certa musica non la dovevano tenere. Cosi' in vetrina ci furono – per anni – gli Inti Ilimani (*) , ma non trovavate nemmeno gli Europe o i Van Halen, o gli AC/DC. perche' lo dicevano loro. (No, non dico gli Slayer. Dico gli Europe.)
Per il PCI l' Heavy Metal – e ci fu detto in faccia – era una musica per bianchi suonata da bianchi e ascoltata da bianchi. Al punto che quando fecero il primo Monsters Of Rock, VideoMusic fece i salti mortali per spostarlo nella zona della Festa dell' Unita', e alla seconda volta imposero i Faith No More, gli Inti Illimani del metal, di fama irrilevante, che pero' avevano il batterista negro.
Stessa cosa nelle edicole, ove NON potevate trovare i giornali a loro invisi e ovviamente nei bar l'unico giornale disponibile era sempre uno solo.
Allora voi direte “ma va bene, sembra solo un posto molto ideologizzato. PErche' odiare cosi' tanto?”
Perche' ce lo dicevano. Ce lo dicevano in faccia. Apriva il famoso bar dei panozzi? Si sentiva dire solo questo: “quello non dura. Te lo dico io”. Tutti i giovani panozzi ci andavano, non aveva problema di “giro”, anche perche' era l'unico bar con un arredamento decente, che non puzzasse di sigaretta stantia, e che avesse dei gelati freschi, non i gelati da sarcofago surgelati dopo l' Incoronazione di Carlo Magno, che trovavi al circolo SPIM. Ma se parlavate con uno “addentro” il partito, ti diceva “non ti ci abituare, quel bar non dura”.
Cosi' come quando venivano ad interromperti le feste di compleanno, te lo dicevano in faccia, che le feste qui si fanno nel modo giusto, cioe' affittando la stanza (e il DJ) alla SPIM. E sorbirsi gli Inti Illimani, che possano sprofondare in un inferno gorgogliante di sangue ed essere impalati su un abete in fiamme. Niente come gli Inti Illimani ti porta a tenere una fotografia di Pinochet in camera da letto.
(Augusto Pinochet, come apparve in sogno a Morrissey).
Come quando arrivavano alle 20:35 a chiudere la sala giochi e sbatterti in strada, con la scusa del rumore, e te lo dicevano “se vuoi giocare, tu vai la' “, dove la' era il circolo SPIM vicino. Te lo dicevano in faccia, volevano che tu sapessi chi ti stava schiacciando.
Persino quando andavamo a ritirare in posta i dischi che ordinavamo da Londra, c'era gente che veniva a vedere cosa ritiravamo, e poi ne usciva il solito “guarda li', che lavoro. Per comprare quella musica da drogati”. E ci fu chi si disturbo' ad entrare nel garage dove ci riunivamo per farci sapere che “non dovevamo illuderci, che la polizia li avrebbe perquisiti perche' erano pacchi sospetti, ci poteva essere la droga. Quel casino di musica dovevamo sognarcelo”
Quando, alle superiori, nel corso di inglese ci fecero leggere “1984”, ci fu un momento in cui l'aguzzino del partito disse a Winston “il futuro, Caro Winston, e' uno stivale sulla tua faccia. Per sempre – traduzione italiana “, ho capito bene a chi si riferiva.
Ne avevo contezza, piu' di chiunque altro. E lo ricordo ancora a memoria. Perche' in quella zona lo avevano messo in pratica.
Questo era il PCI per i giovani, in tutta quella zona: Uno stivale sulla faccia, per sempre.
There will be no curiosity, no enjoyment of the process of life. All competing pleasures will be destroyed. But always— do not forget this, Winston— always there will be the intoxication of power, constantly increasing and constantly growing subtler. Always, at every moment, there will be the thrill of victory, the sensation of trampling on an enemy who is helpless. If you want a picture of the future, imagine a boot stamping on a human face— forever.
Questa e' la descrizione del PCI di quel periodo.
per tutti gli anni 80, noi giovani abbiamo vissuto con il loro stivale sulla faccia.
Adesso direte che esagero. Direte e' che solo la mia opinione. Bene.
allora spiegatemi quel triangolino azzurro. Io non ero piu' in Italia nel 2005, ero a Dublino, prima di trasferirmi in Germania.
Ma evidentemente, non ero l'unico a pensarla in quel modo.
Chi erano gli altri? E perche' il loro monopolio si spezza proprio li'?
Io la mia teoria l'ho mostrata. Fatemi vedere la vostra.
Per questo non mi fido della Schlein che va a ballare al gay pride, non mi fido dell PD che ama i giovani, non mi fido del PD che vuole un paese moderno.
Perche' e' la stessa feccia, prepotente e codarda, che ho dovuto subire. Li riconosco dalla puzza.
https://www.udio.com/songs/fwxAiJxVo5Rcc8ijeThENh
(*) Un popolo che ha gli Inti Illimani nella sua tradizione musicale non puo' e non deve essere felice, e Pinochet e' il suo destino naturale, anzi direi la punizione perfetta.
Uriel Fanelli
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