La Dimensione Odio (il significato).

La Dimensione Odio (il significato).

Da quando ho deciso di pubblicare gli ebook su Lulu, lasciando ad Amazon soltanto i cartacei — per garantire spedizioni più rapide — ho notato un fenomeno curioso: il passaparola sta premiando certi titoli più di altri, e non sempre quelli che avrei pronosticato. Con mia sorpresa, “Dimensione Odio”, la saga che porto avanti con lentezza, è tra quelle che stanno crescendo di più.

Interessante. Ma ogni volta che leggo le interpretazioni dei lettori — “che cazzo significa?”, “cosa vuole dire?” e così via — mi rendo conto che la questione è più complessa di quanto sembri. Non perché l’opera parli di me, ma perché riflette una visione del mondo che ho maturato nel tempo, grazie (o per colpa) di una traiettoria di vita piuttosto singolare. In altre parole, è autobiografica solo nella misura in cui traduce un’esperienza esistenziale in un modo di guardare le cose.

Il punto è semplice. Quando avevo circa quattordici anni lessi un romanzo di Clive BarkerCabal — poi diventato il film Nightbreed — che raccontava di Midian, un luogo nascosto dove trovavano rifugio i mostri. In italiano "nightbreed" fu tradotto come “Notturni”, una resa terribile: nightbreed, infatti, non indica solo chi vive nella notte, ma una vera e propria razza notturna, una stirpe emarginata che esprime la propria diversità senza più doversi nascondere.

A Midian, questi esseri liberavano finalmente la loro mostruosità, non come malvagità, ma come autenticità, come se il mostro fosse l’unico che potesse permettersi di essere pienamente se stesso.


Ma che cos’era, in fondo, Midian per me? Per un adolescente di quattordici anni cresciuto in provincia? Circa due anni prima avevo avuto accesso — per vie familiari — a quello che potremmo chiamare il sottosuolo del piccolo paese dove vivevo. È difficile spiegarlo a chi non l’ha mai visto: era come se, sotto l’apparente quiete del borgo, esistesse un altro paese. Abitatissimo. A occhio e croce, forse il venti per cento della popolazione totale — e credetemi, non è poco.

Chi erano i “mostri” di quella mia personale Midian, perseguitati in superficie e costretti a rifugiarsi sottoterra? Erano persone dalla sessualità non conforme, “devianti” nel senso etimologico: coloro che deviano dalla norma. In tutte le direzioni possibili. Midian, nella mia esperienza, era un mondo vasto, ramificato, complesso, con le sue gerarchie e i suoi quartieri: non era lo stesso essere scambisti ricchi o scambisti poveri, amatori o parafilici, etero disinibiti o amanti di confini più labili. Là sotto, tutto era visto come una diversa zona — una città invisibile, dove quelli che “in superficie” venivano liquidati come “il giro dei” erano, semplicemente, abitanti di un quartiere come un altro.

E se avete pazienza arrivo a Dimensione Odio.

Perché, dunque, gli abitanti di Midian erano considerati “mostri”? Erano deformi, abnormi, sfigurati? In un certo senso sì — ma la deformità non era fisica. Era sessuale. La loro sessualità appariva distorta, e lo era davvero, ma non per natura: era il prodotto di quattro forze con cui erano stati allevati — astinenza, repressione, frustrazione e pornografia.. Una miscela tossica che, col tempo, aveva avvelenato l’anima degli abitanti di Midian, trasformandoli, agli occhi dei “normali”, in esseri indecenti.

Ma Midian non era solo desiderio e deviazione. C’era in essa un altro nodo, altrettanto evidente: il potere. Frequentandola, avevo imparato presto una lezione che poi mi sarebbe tornata utile per capire il mondo “di sopra”: piacere e potere sono le due facce della stessa qualità umana. Ogni volta che esiste una differenza di potere, quella differenza prima o poi esplode come piacere.

Ecco perché il legame fra potere e piacere — quello che chiamiamo vizio proibito — è così irresistibile: la libido risiede nell’infrazione, ma l’estasi viene dal controllo. Se due persone di pari potere fanno sesso, spesso non succede nulla di memorabile; è simmetria, non tensione. Ma quando c’è uno squilibrio — tra capo e subordinato, insegnante e allievo, prete e parrocchiana, o anche solo tra chi comanda e chi si lascia condurre — lì scatta la scintilla. È quella differenza di potere che diventa una scarica libidica travolgente. Senza squilibrio, resta solo la noia.

Quando, nel mondo mentale progressista, due persone perfettamente emancipate ed empowered — consapevoli, dialoganti, egualitarie — si accoppiano, il risultato è quasi sempre lo stesso: una noia totale. Tutto è bilanciato, tutto è giusto, tutto è educato. E quando tutto è alla pari, non resta più tensione.

Prendete invece una coppia di scambisti borghesi e una di operai cassintegrati, metteteli insieme per un vero scambio “hard” (non la versione modaiola nata dopo gli anni ’90, quando lo swinging è diventato una forma di intrattenimento patinato), e vedrete che tutti torneranno a casa entusiasti. Non serve spiegare altro: la differenza di potere economico e sociale genera da sola la scarica erotica.

E non si tratta di un’eccezione. Nella provincia italiana — spiacente di dare cattive notizie — questo meccanismo è la regola, non l’anomalia. Le scuole medie, ad esempio, erano e sono tuttora una delle aree più ipocritamente pornografiche del Paese. Non perché vi accadano scandali eclatanti, ma perché l’intero sistema vive di un equilibrio silenzioso tra autorità e sottomissione, tra chi detiene il potere e chi è educato a subirlo. Era così ovunque: maschi su maschi, maschi su femmine, femmine su femmine, femmine su maschi. Cambiava il genere, non la dinamica. Era, semplicemente, un ecosistema erotico del potere, nascosto sotto il velo di moralismo della provincia.

In breve, era un terreno di caccia, dove gli insegnanti esercitano il proprio potere sugli alunni. Ottenendo piacere. E non illudetevi: non era un’eccezione, ma la norma. Succedeva allora e succede ancora oggi, ovunque in Italia. Anche nelle scuole che frequentano i vostri figli. Mi spiace dirlo.


Fin qui, Midian. Nel libro la chiamo “Dimensione Menzogna”, o talvolta “Dimensione Potere”: due nomi diversi per due prospettive complementari. Potete leggerlo — anche se, per ora, non è ancora così esplicito — perché sarà una saga lunga, di decantazione lenta.

Accanto a essa c’è la Dimensione Guerra. È quella abitata dai religiosi e, in parte, dai massoni. In provincia ha ancora un peso notevole, ma non riesce a penetrare in Midian. Pur trattandosi di persone che detengono potere — e che talvolta lo trasformano in piacere, come da copione — lo fanno ormai in spazi sempre più chiusi, nei loro ambienti, nei loro circoli. Il numero di adepti disposti a vivere apertamente il legame fra potere e piacere è in calo costante. Quella che un tempo era una dimensione tentacolare e invadente oggi appare stanca, arroccata, incapace di conquistare Midian, che non li lascia entrare.

E poi c’è la Dimensione Odio. È il dominio dei politici e dello Stato. Diversamente dai religiosi, costoro in Midian ci sono eccome — e sanno muoversi benissimo. Hanno affinato un’arte sottile: farvi entrare individui di ogni rango, dal funzionario al potente locale, e persino chi di potere ne ha pochissimo, ma abbastanza da desiderarlo. È anche una dimensione sorprendentemente femminile, perché, in provincia, l’emancipazione economica delle donne si misura spesso con il successo nei concorsi pubblici. Sopra di loro, naturalmente, stanno quelli che i concorsi li fanno vincere.

Ci sono poi i politici veri e propri, con il loro tessuto di amministrazioni comunali, enti locali, assessorati, commissioni e sottoboschi clientelari. E non mancano, dentro Midian, le caserme di provincia, con i loro carabinieri e poliziotti: piccoli avamposti di Stato disseminati nel territorio. Lo Stato, del resto, ha un potere. E, come tutti i poteri, ogni tanto entra in Midian per riscuotere il proprio piacere.


Per farvi capire quanto Midian possa distorcere tutto, faccio un esempio su come, alla fine, Midian si difende. Non è organizzata, non ha capi, non esistono “condottieri”. Ma possiede istinti comuni. Automatismi.

Se in provincia avviene un delitto – mettiamo casi come GarlascoChignolo d’IsolaConcordia sulla Secchia o Arce, dove il colpevole non viene trovato o viene assolto – si nota quasi sempre lo stesso dettaglio: l’arma del delitto non si trova mai, o arriva talmente tardi e contaminata da essere quasi inutile.​

Perché? Per Midian un’inchiesta della polizia, quando coinvolge un suo cittadino, è l’equivalente di un incendio. La priorità assoluta è fermare le fiamme. E poiché gli appartenenti alle forze dell’ordine locali sono sempre cittadini di Midian, e sono i primi ad arrivare sulla scena, succede una cosa semplice: l’arma del delitto scompare. Sistematicamente. La prima operazione reale non è “mettere i sigilli”, ma togliere di mezzo l’arma e scompigliare le prove, finché tutto diventa indistinto.​

La seconda cosa che si nota, quando di mezzo c’è un cittadino di Midian, è la scomparsa dall’inchiesta dei rapporti personali. Chi è il migliore amico di Alberto Stasi? Boh. E la migliore amica di Chiara? Mah. Chi frequentavano assiduamente i genitori di Chiara? Mistero. Improvvisamente nessuno sa niente, nessuno ricorda niente, nessuno “frequentava nessuno”.​ Sapete delle cugine K, di altri parenti, ma... gli amici, i migliori amici, le frequentazioni sembrano scomparse. Solo gente che li incrociava sulla strada. Buongiorno, e buonasera.

E se un giornalista, uno minimamente sveglio, prova a insistere, si becca sempre la stessa litania: “Mah, erano persone normali, tranquille, ci salutavamo… sì, buongiorno e buonasera…”. Fine. Non saprete mai come fosse davvero strutturata la loro rete di relazioni, nemmeno quella più ovvia. I migliori amici? Evaporati. I giri, le compagnie, le abitudini serali? Tutto si dissolve in un generico “brava gente di provincia”.

Questa è la reazione tipica di Midian: terra bruciata. Non è che si mettano d’accordo in una riunione segreta; è molto peggio. È un istinto di sopravvivenza stratificato, un riflesso consolidato e coerente: ognuno, nel proprio piccolo, fa quello che può per soffocare l’incendio, per impedirgli di avanzare. L’incendio è l’inchiesta. E Midian, da sempre, sa come si spengono gli incendi.


Questo, di fatto, è Dimension Hate. È la storia dei rapporti tra Midian e le altre dimensioni, con la Dimensione Bestia che rappresenta il mondo vecchio, quello ormai morente, che Midian sta lentamente abbandonando come si abbandona una carcassa svuotata.​

Tutto funziona come un’allegoria, governata da un solo assioma, semplice e spietato, che ho imparato in oltre vent’anni di cittadinanza in Midian: il potere non si limita a corrompere; il potere eccita e si eccita, il potere gode e fa godere. E ogni volta che può, trasforma quella eccitazione in piacere, a prescindere dal costo umano.

Il potere e il piacere sono un fenomeno unico. Il trasferimento di potere tra persone di potere diverso che fanno sesso insieme, quindi scendono/salgono allo stesso livello, diventa piacere.

Le persone che vivono in Midian sono sessualmente dei “mostri” perché la loro sessualità è stata deformata da anni e anni di astinenza, repressione, frustrazione e pornografia; non è gente nata così, è stata plasmata così crescendo in questa miscela tossica. La miscela che respirano i "normali".

E, come nel libro di Clive Barker, Midian è sesso. Tutto parla di sesso, tutto ruota intorno al sesso, tutto viene filtrato dal sesso: desiderato, temuto, distorto, colpevolizzato. 

Midian is about sex. All about sex.