Il Fentanyl, ovvero della piaga autoinflitta.

Il Fentanyl, ovvero della piaga autoinflitta.

Si parla in questi giorni di spacciatori di droga bombardati da aerei statunitensi e di una rinnovata “guerra alla droga”, con il fentanyl al centro del mirino: una vera e propria piaga, quella degli oppiacei sintetici, che continua a devastare intere regioni degli Stati Uniti.Quello che però quasi nessuno dice è che questa epidemia non è nata per colpa della malavita che ha aperto nuovi canali di distribuzione, né da una presunta “cultura dello sballo”.

La radice del disastro affonda invece in un catastrofico malfunzionamento del sistema sanitario americano, incapace di controllare l’uso medico degli analgesici oppiacei e di prevenire la loro diffusione illegale ([CDC, 2024]).

Il punto, a dirsi, è semplice: anestetizzare costa meno che curare.

Cosa intendo? Immaginate di trovarvi negli Stati Uniti, con un lavoro stabile, una casa, una vita ordinata. Poi vi capita un’ernia del disco. Fa un male atroce, ma la chirurgia e la convalescenza per una cosa del genere costano una fortuna. E la vostra assicurazione sanitaria — che pure pagate regolarmente — decide che non coprirà l’intervento.

Che cosa fanno, allora, le compagnie assicurative?

Anestetizzano. Vi prescrivono oppiacei per bloccare il dolore: il cosiddetto fentanyl buono, quello venduto legalmente in farmacia, sotto nomi commerciali come Duragesic o Actiq ([FDA, 2023]).


Così vi trascinate per un anno, sopravvivendo al dolore. Poi arriva il rinnovo del contratto, e — come per magia — la vostra ernia del disco diventa una “condizione cronica”, quindi non più coperta, oppure “preesistente” al nuovo piano assicurativo, e dunque esclusa.

Il risultato? Nessuno vi cura. Vi tengono semplicemente sedati, finché potete ancora permettervi le pillole. ([KFF Health System Tracker, 2024]).


Ma il punto non è — o almeno non solo — il comportamento scandaloso delle compagnie assicurative americane.


Quello lo conosciamo già.

Il problema vero è un altro: anche quando vi concedono qualcosa per curare la vostra ernia del disco, al massimo vi convincono a pagare di tasca vostra le pillole magiche contro il dolore.

In altre parole, il fentanyl “buono”, quello legale, venduto in farmacia con prescrizione e prodotto da aziende come Johnson & Johnson, Teva o Mallinckrodt ([U.S. Department of Justice, 2023]).

Poi arriva la fine del ciclo di terapia antidolore.

Che succede?

Rimanete “orfani” del vostro spacciatore legale, con un corpo che reclama la sostanza e un lavoro che non potete permettervi di perdere. Il dolore torna, insieme alla dipendenza. E a quel punto non vi resta che procurarvi il fentanyl in un altro modo.

E poof: così nasce l’epidemia.


Una spirale che, dal 2013 in poi, ha trasformato la crisi degli oppiacei da problema medico in catastrofe nazionale ([CDC, 2024]).


Ed eccolo, Donald Trump, che promette di “fare la voce grossa” con la Cina e di bombardare le barche dei trafficanti per fermare la devastante epidemia di oppioidi.
Bravo! Davvero, bravo.

Peccato che ci si dimentichi un piccolo dettaglio: anche se domani venissero affondati tutti i natanti dei narcos messicani e bloccato ogni container proveniente da Shenzhen, le compagnie assicurative continuerebbero comunque a seguire la loro vecchia strategia: “anestetizzare costa meno che curare”.

E allora come si può credere che il problema finirà fermando l’importazione di fentanyl “dei malvagi sudamericani transessuali laureati in gender studies all’Università di Woke”?
No, non finirà. Perché la vera fabbrica di tossicodipendenti non è nei cartelli, ma nelle policy sanitarie.

Finché le assicurazioni americane continueranno a tagliare i rimborsi e a puntare sull’analgesico anziché sulla cura, continueranno a immettere ogni anno migliaia — anzi, milioni — di nuovi dipendenti da oppiacei ([National Institute on Drug Abuse, 2024]).

Dolori da incidente stradale? “Devo tornare a lavorare.”


E via, pillola di fentanyl.


Dolore cronico o neuropatico? Nessun problema, un’iniezione e via.
Fentanyl, sempre fentanyl.

Il risultato: ogni anno oltre 80.000 morti per overdose da oppiacei sintetici solo negli Stati Uniti ([CDC, 2024]), e centinaia di migliaia di nuovi dipendenti appena gli capita una malattia che “fa male”.Ma la cosa più incredibile è un’altra: questo fenomeno di persone che diventano tossicodipendenti non perché cercano lo “sballo”, ma perché le assicurazioni pagano solo oppiacei, rivela qualcosa di ancora più inquietante.

La demografia della crisi mostra infatti che non parliamo di marginali, ma di lavoratori, padri e madri di famiglia, persone della classe media che finiscono intrappolate in una dipendenza chimica legalmente incentivata ([CDC, 2023]).

In altre parole, il sistema sanitario privato — per logica economica, non per malvagità — tende naturalmente a costruire tossicodipendenti da fentanyl in quantità industriali.
Una macchina che produce dolore, lo anestetizza, e poi ne genera ancora di più.

(Tra il 1999 e il 2023, oltre 1,1 milioni di statunitensi sono morti per overdose da oppiacei; circa il 70% dei casi recenti coinvolge il fentanyl sintetico – [CDC, 2024]).


Eppure questo fenomeno — ampiamente documentato in diversi studi, compresi i rapporti del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e del National Institute on Drug Abuse (NIDA) ([CDC, 2024; NIDA, 2023]) — non viene quasi mai menzionato nel dibattito pubblico.

Si preferisce puntare il dito contro “i malvagi spacciatori” o “i trafficanti senza scrupoli”, come se l’epidemia fosse arrivata dall’esterno, importata insieme ai container di fentanyl.
Ma la verità è molto più scomoda: si tratta di un problema autoinflitto, generato da un sistema che trova più conveniente sedare i suoi cittadini che curarli.

In sintesi: non è stata la droga a invadere l’America — è l’America ad averla prodotta, distribuita e normalizzata, in nome del profitto e dell’efficienza contabile delle assicurazioni mediche.


Ed è proprio questa la ragione per cui il catastrofico problema americano non trova un equivalente in Europa.


Anche qui il fentanyl esiste — viene prescritto negli ospedali, venduto legalmente sotto controllo medico e, in misura minore, circola anche sul mercato nero — ma i numeri restano incomparabilmente più bassi ([EMCDDA, 2024]).

Perché?
Perché in Europa non abbiamo una sanità di spacciatori, un sistema che premia l’anestesia invece della cura.


Abbiamo modelli pubblici — pur con tutti i loro limiti — che non trasformano il dolore in una rendita economica.

Il risultato è chiaro: mentre negli Stati Uniti oltre 80.000 persone l’anno muoiono per overdose da fentanyl e altri oppiacei sintetici ([CDC, 2024]), in tutta l’Unione Europea i decessi legati a questo tipo di sostanze restano nell’ordine delle migliaia ([EMCDDA, Relazione 2024]).

Laddove il profitto guida la medicina, la dipendenza diventa inevitabile.

Anno Stati Uniti – morti per overdose da fentanyl / oppioidi sintetici Unione Europea – morti da fentanyl / oppioidi sintetici Fonti principali
2021 ~70.000 morti da oppioidi sintetici (su 100.000 overdose totali) ~6.166 morti totali per overdose, poche decine coinvolgono fentanyl CDC (2023); EMCDDA (2023)
2022 ~75.000 morti da oppioidi sintetici (stima CDC parziale) 163 casi con fentanyl identificato nei paesi con analisi tossicologica completa CDC (stima provvisoria 2023); EUDA (2024)
2023 ~80.000 morti da oppioidi sintetici (su 105.000 overdose totali) ~7.459 morti per overdose totali, fentanyl coinvolto in meno del 3% CDC (2024); EUDA Relazione 2025
2024 ~54.700 morti da oppioidi sintetici (calo stimato, dati preliminari) ~150–200 casi noti di fentanyl / derivati nei paesi con dati disponibili CDC Press Release (2025); EUDA (2025)

Note interpretative

  1. Differenze di sistema e rilevazione
    • Negli Stati Uniti, i dati del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) includono ogni decesso in cui il fentanyl o altri oppioidi sintetici siano stati rilevati nei test tossicologici.
    • Nell’Unione Europea, l’EMCDDA / EUDA raccoglie dati da laboratori nazionali che spesso non eseguono analisi tossicologiche complete: per questo le morti “attribuite al fentanyl” sono quasi sempre sottostimate.
  2. Il “vuoto” del 2022
    • Nel 2022, il CDC statunitense non ha pubblicato dati definitivi: molti stati hanno segnalato ritardi fino a 12 mesi nelle analisi, perciò i numeri restano stime provvisorie basate su modelli predittivi.
    • In Europa, i dati 2022 esistono solo per alcuni paesi (Svezia, Estonia, Finlandia, Germania), dove sono stati identificati 163 casi di overdose da fentanyl o suoi analoghi.
    • L’anno 2022 rappresenta inoltre il picco del consumo di fentanyl “da strada” tagliato con benzodiazepine sintetiche o xilazina, un mix che ha reso le statistiche più difficili da interpretare (CDC, NIDA, 2023).
  3. Dimensione del fenomeno
    • Negli USA, il fentanyl è oggi responsabile di oltre il 70–80% delle morti da overdose. Dal 2015 in poi è diventato la principale causa di morte per americani tra i 18 e i 45 anni.
    • Nell’UE, le morti per overdose restano nell’ordine delle 6.000–7.000 l’anno, con il fentanyl coinvolto in meno del 3% dei casi documentati.
  4. Origine della divergenza
    • Negli USA, la crisi deriva da prescrizioni mediche di massa e dall’abuso sistemico di analgesici oppiacei (OxyContin, Vicodin, ecc.), poi sostituiti dal fentanyl illegale.
    • In Europa, i farmaci a base di oppioidi vengono prescritti sotto controllo ospedaliero o specialistico, con politiche sanitarie pubbliche che riducono drasticamente il rischio di dipendenza su larga scala.
  5. Conclusione
    • I dati mostrano una verità semplice: non è la disponibilità della sostanza a determinare la catastrofe, ma il modello sanitario.
    • Dove la cura è un diritto, il fentanyl è un farmaco.
    • Dove la cura è un business, il fentanyl diventa un genocidio silenzioso.

Se siete tra quelli che denigrano i sistemi sanitari pubblici europei e sognate un modello privato “all’americana”, ecco un’aggiunta alla lista dei rischi: importare quel sistema significa importarne anche le conseguenze.


Un modello sanitario privato, che premia il profitto sulla cura e “anestetizza” invece di curare, produrrebbe centinaia di migliaia di nuovi morti per overdose nel medio periodo (basta guardare i numeri americani: decine di migliaia di morti l’anno legate agli oppioidi e al fentanyl).

In breve: se volete il sistema sanitario USA, prendete anche la sua epidemia.

Auguri.