Esempi di gentrificazione politica.
Volevo fare due post sullo stesso argomento, ma la catastrofica figura di merda di Rampini che scopiazza da Breitbart (non Fox: Breitbart) mi ha fatto interrompere la cosa. Io sono ostinato, e continuo. Visto che ho spiegato , avendo in mente la Turingia, cosa sia la gentrificazione della politica, vorrei esterndere la cosa e spiegare come mai credo sia un fenomeno cosi' normale che non ce ne accorgiamo quasi piu'. QUindi faro' altri esempi pratici.
Abbiamo detto che la gentrificazione della politica e' l'analogo di quel processo economico nel quale, realizzando che il cliente comune si e' impoverito e non compra piu' il prototto, si “punta alla clientela di lusso”, processo che si riflette anche nei luoghi di commercio, che si gentrificano sul piano urbanistico.
Ma com'e' fatta di preciso la gentrificazione politica? Abbiamo detto che di riflesso ci sono moltissimi che vengono ignorati perche' non appartengono alla vetrina bella della citta' , ma com'e' , come appare, concretamente? Facciamo qualche esempio.
Un esempio classico e' il G7. Il G7 e' gentrificazione politica pura. Accertato che i paesi poveri e i paesi in via di sviluppo sono troppo poveri per applicare le politiche suggerite dai vari FMI, ONU &co, allora anziche' democratizzare il prodotto si decide di concentrarsi sulla clientela di lusso. E quindi si restringe la politica al G7, che prima era G8 e per una volta e' stato G9.
Niente paesi barboni, tutto pulitissimo, e siccome il lusso si deve vedere, allora non facciamo la riunione su una portaerei (che sarebbe piu' sicuro) , ma spopoliamo una zona intera “per ragioni di sicurezza” in modo da mostrare le nazioni del G7 immerse ... nel lusso, appunto. Il lusso si vede. Sebbene una portaerei costi piu' dei luoghi ove si fa il G7, esse non appaiono come “lusso” , quindi non vanno bene. Il G7 si deve fare nel lusso perche' il G7 e' gentrificazione pura.
E come ho scritto , quando questo succede fuori dal centro cominciano a muoversi cose. Nel caso della politica nazionale europea le cose che si muovono fuori dalla vetrina della nostra citta' sono folle che gridano “Heil Hitler”, che e' un metodo molto semplice per ricevere l'attenzione: non mi fai entrare in centro perche' e' troppo costoso e ha un'architettura ostile? Bene: adesso io ci centro in effige, perche' adesso tutti guardate me.
Allo stesso modo, nel momento in cui il mondo e' escluso dal G7, i non ascoltati devono trovare il modo di esserci comunque, o almeno di farsi ascoltare. Quindi partono G20 , BRICS, & co. E guarda caso, sono quasi sempre anti-occidentali.
Un altro esempio pratico chiarissimo e' il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riferendomi in particolare ai cinque membri permanenti. Si tratta di un esempio di gentrificazione, non solo perche' si mette un potere nelle mani di pochi, ma perche' la sicurezza e' un diritto, ed un'ambizione, di ogni paese del mondo. Prendere una risorsa universale e dire che ne discutono seriamente solo quelli che sono piu' sicuri (perche' hanno l'atomica) e' un altro esempio della cultura della gentrificazione.
E qui notiamo piu' forti gli effetti, perche' sappiamo benissimo che la maggioranza dell' ONU e' fatta da nazioni che votano quasi sempre contro le nazioni del consiglio di sicurezza, e in generale contro l'occidente: il punto e' che, la gentrificazione produce ostilita'.
Se costruite un castello, tutto quello che avrete e' un assedio.
in definitiva, cioe' , la gentrificazione produce ostilita' periferica. E questo effetto non viene mai capito: le persone sono troppo occupate ad apprezzare quanto e' pulito e ordinato il centro storico, per capire la posizione di chi e' stato escluso.
E questo “ignorare la periferia” finisce solo in un momento specifico: quando le periferie diventano violente e sono piene di odio e risentimento contro “le vetrine del centro”. Il sintomo di “masse che inneggiano ad Hitler”, in fondo, e' solo un precursore della violenza: ma il problema, la causa, e' la gentrificazione politica.
E con questo voglio dire che fino a quando inneggiano ad Hitler a parole, siamo ancora fortunati.
Uriel Fanelli
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