E' uscita la prima puntata di CAIS AG.
Ebbene si'. A volte ti capita di scrivere per i motivi piu' svariati, e questa volta le Muse hanno deciso di manifestarsi sotto forma di un sogno. Un sogno stranissimo, per via del quale ho dovuto cominciare a scrivere una nuova serie di SF, Edelweiss. E questo mentre ho in scrittura sia Alien vs Dio (per sfottere un pochino i franchising americani: se esiste la razza degli ingegneri, ci sara' anche quella dei Geometri) , che il terzo episodio di Dimension Hate.
Per prima cosa, un disclaimer. La sfacciata somiglianza tra “CAIS AG” e “CAOS AD”, titolo di un fantastico album dei Sepultura, non e' altro che una sfacciata somiglianza tra “CAIS AG” e “CAOS AD”, titolo di un fantastico album dei Sepultura.
Lo so, e' una tautologia. E allora?
“CAIS AG” ha origine da un sogno, un fenomeno mentale che ha attraversato il confine tra il sonno e la veglia. In quella visione onirica, mi trovavo in un laboratorio-negozio, un luogo in cui la biotecnologia si era spinta oltre le convenzioni, permettendo di ordinare esseri umani su misura, generati a partire da un campione di DNA. Il prodotto del mio ordine era una donna CAIS: un individuo geneticamente identico a me, ma sviluppato come femmina a causa della Sindrome di Insensibilità agli Androgeni Completa (CAIS).
Il processo era semplice, almeno nel sogno. Avevo fornito un campione biologico e, dopo un'attesa necessaria per la replicazione e differenziazione cellulare, il risultato era pronto. Una versione femminile di me stesso, perfetta sotto il profilo genetico e fisiologico, attendeva solo di essere portata a casa.
La prima interazione con lei era straniante. Non era solo una persona simile a me: era il mio equivalente genetico, una variazione determinata da un'unica variabile biochimica. Condividevamo il patrimonio cromosomico XY, ma la mancata risposta agli androgeni aveva fatto sì che il suo sviluppo fosse femminile.
Nel sogno, la biologia sembrava cedere il passo a qualcosa di più complesso. Mentre condividevamo lo stesso spazio, ogni dettaglio diventava un'anomalia affascinante: la struttura del viso quasi speculare, la qualità della voce che riecheggiava la mia ma in un registro diverso, il modo in cui i suoi movimenti risultavano al contempo familiari e alieni. Era un doppio, ma non un clone. Un altro me stesso, ma con una costruzione fenotipica diversa.
E lì si insinuava la questione fondamentale: fino a che punto l’identità è determinata dalla biologia? Se questa persona possedeva il mio stesso codice genetico, la mia stessa architettura neurale, cosa la differenziava da me? L’educazione? L’ambiente? O esiste qualcosa di più profondo che determina l’individualità?
Al risveglio, l’interrogativo non si era dissolto. Mi sono immerso nella ricerca per capire se un'idea del genere avesse un fondamento biologico. La Sindrome di Insensibilità agli Androgeni Completa (CAIS) esiste davvero: si tratta di una condizione in cui un individuo con cromosomi XY si sviluppa con un fenotipo femminile a causa di una mutazione nei recettori degli androgeni. In pratica, pur avendo un corredo genetico maschile, il corpo non risponde agli ormoni che lo differenzierebbero in senso maschile, sviluppandosi invece secondo un pattern tipicamente femminile.
Ma la parte più interessante del sogno non era solo la possibilità di creare un essere umano simile. Era la premessa su cui si basava l’intero esperimento: il legame psicologico tra due individui geneticamente identici, ma sviluppati in modo differente.
Curioso di approfondire, ho iniziato a cercare se esistessero meccanismi psicologici che potessero spiegare l’attrazione e la connessione profonda tra individui geneticamente affini. Fu così che mi imbattei nel concetto di Genetic Sexual Attraction (GSA): un fenomeno documentato in cui persone con stretta parentela genetica, separate alla nascita e riunite in età adulta, possono sviluppare un’intensa attrazione emotiva e sessuale.
A quel punto, il sogno non era più solo un’astrazione: era un’ipotesi di lavoro.
Se la tecnologia permettesse di creare esseri umani geneticamente speculari ma con espressioni fenotipiche differenti, quali sarebbero le implicazioni? Una società che sviluppasse tali pratiche si troverebbe di fronte a dilemmi etici senza precedenti. L’attrazione tra individui così affini sarebbe inevitabile? La consapevolezza di essere stati creati con una compatibilità biologica innata avrebbe un impatto sulla psicologia e sulla percezione del libero arbitrio?
E soprattutto: chi avrebbe il diritto di decidere se una simile tecnologia debba esistere?
Le implicazioni si estendono ben oltre la semplice curiosità scientifica. La possibilità di modellare la genetica per determinare non solo l'aspetto, ma anche l'affinità emotiva e sessuale tra individui, apre scenari che mettono in discussione l'etica, la libertà e l'identità personale.
È in questo crocevia di scienza e società che nasce “CAIS”. Non è solo una storia, ma un'esplorazione di un futuro in cui la genetica non è più un destino, ma una variabile programmabile. Un futuro in cui il confine tra individuo e replica si fa sottile, e le domande sul libero arbitrio e sull’amore si intrecciano con le possibilità offerte dalla bioingegneria.
Così ho iniziato a scrivere.
Non per rispondere a queste domande.
Ma per porle.
Per il resto, il libro è un classico libro di fantascienza, anche se ho adottato il canone hentai del fumetto “Harem”. Questo, però, durerà solo per il primo capitolo. Poi finirà, perché inizia la trama. Ovviamente, come fece Asimov, ho dovuto sviluppare un’idea di società “avanzata” che consentisse libertà sia al protagonista sia alle sue ragazze. Non sono certo, a dire il vero, che il protagonista sia lui, dal momento che emergono quasi subito personalità forti nell’harem.
Ma questo lo vedremo mentre sviluppiamo la trama. Il bello di pubblicare romanzi a capitoli è che, alla fine, puoi far evolvere la storia tenendo conto di riflessioni aggiuntive che magari non hai ancora fatto.
E con questo, buon divertimento.
https://www.amazon.it/dp/B0DY8W5DDD
Uriel Fanelli
Il blog e' visibile dal Fediverso facendo il follow a: @uriel@keinpfusch.net
Contatti:
- Fediverse: @uriel@x.keinpfusch.net
- MATRIX: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
- GNU JAMI: ufanelli