Cos'e' la gentrificazione della politica.

Non credo sia la prima volta che io nomino la gentrificazione della politica, ma siccome non l'ho mai esposto in maniera approfondita, il problema che sta alla radice del populismo e del ritorno dei fascisti. Vediamo allora di chiarire un pochino cosa intendo. Parliamo di Gentrificazione, e chiediamoci un pochino da cosa arrivi. Di solito i fenomeni urbanistici seguono i cambiamenti economici, e allora dobbiamo chiederci per prima cosa a quale cambiamento economico ci riferiamo.

Negli ultimi decenni, tra gli imprenditori e gli industriali e' diventato di moda dire “reagiremo alla crisi puntando sul settore del lusso”. Ogni volta che ci si rende conto della difficolta' dei consumatori a spendere, anziche' fare prodotti di costo piu' basso , la risposta e' che invece si alza il target e si va a mirare “al settore del lusso”.

Ma che cos'e' “il lusso”. Il lusso e' qualcosa che innanzitutto si vede. E dove lo vendo, allora, il lusso? Eh, lo vendo in una zona lussuosa. E come sappiamo che una zona e' lussuosa? Beh, se il lusso innanzitutto si vede, allora la zona lussuosa e' una zona che, innanzitutto, si vede che e' lussuosa.E' una definizione circolare, che in realta' si riferisce ad una certa estetica, se non per il fatto che quando parliamo di urbanistica l'estetica e' anche sostanza.

Una volta costruita “la vetrina della nostra citta'” , infatti , arriva l'architettura ostile. Le panchine vengono ricostruite in modo da non potercisi stendere o sedere (i vecchi di merda non sanno di lusso, tutto il giorno sulle panchine!), lo spazio viene segmentato in modo che a nessun gruppo di ragazzini passi per la testa di giocarci (i ragazzini potrebbero essere anche necri!) , le fontane scompaiono (i bar devono riempirsi di bella gente !) , quando chiudono i negozi ci deve essere silenzio che domani si lavora.

Questo crea dei luoghi che vengono chiamati “la vetrina della nostra citta' “, e sia chiaro: non sto parlando solo dei radical-chic di Via Montenapoleone, sto parlando anche del Provincial-Chic leghista che legge sul giornale del paese che “la tale via e' la vetrina del nostro paese”. Io torno a casa per trovare la famiglia, e scopro che esiste “la vetrina della nostra citta' ” in paesini di merda che fanno 12.000 abitanti. E hanno “la zona chic”.

Ed e' ovvvio: se l'economia punta al lusso, anche l'urbanistica si trasforma e mette al centro il lusso. Letteralmente.


Chiaramente una trasformazione economica che poi diventa, grazie all'urbanistica, una trasformazione sociale, finisce col venire adottata dalla politica. La quale dice: visto che le masse sono in crisi, anziche' fare una politica per le masse ci sposteremo nel settore del lusso. E che cos'e' il lusso in politica?

In politica, il lusso e' fatto di quei problemi che sono al centro del dibattito politico, ma non richiedono grandi azioni , grandi mobilitazioni, grandi soluzioni. I problemi che stanno nella vetrina del lusso della politica coinvolgono minoranze microscopiche, non richiedono azioni se non azioni simboliche, e sono sulla bocca di tutti.

Se in Sicilia 5 milioni e rotti di persone non hanno acqua, e' una cosa che non sta nella vetrina della politica: sa di terzo mondo. Si dira' quindi che e' il “Riscaldamento Globale”. E la differenza e' enorme: il governo di Roma non puo' far niente per fermare il riscaldamento globale sulla Sicilia, ma potrebbe costruire dissalatori e tubazioni e acquedotti. Ma qui e' il punto: il problema che sta nella vetrina del lusso non deve essere risolto, deve solo essere mostrato. E' in vetrina per quello. E in vetrina ci va il riscaldamento globale, non le tubazioni e gli invasi. Sanno di sudore e operai e scavi. E la conclusione dell'inutile, rumorosissimo dibattito sara' che per aiutare i siciliani assetati occorre smettere di mangiare carne di manzo.

Nella “vetrina della nostra” citta' c'e' sempre un negozio/ristorante vegano.

So che insisterete dicendo che si tratta dei soliti radical-chic e degli amici provincial-chic, ma non e' vero: i radicalchic, essendo le elite, non erano un fenomeno di massa. La gentrificazione della politica, invece, e' un fenomeno di massa, al punto che anche gli assetati credono che se in sicilia manca l'acqua il problema da risolvere sia il riscaldamento globale. E non la mancanza di dissalatori, tubazioni e invasi.

Nella “vetrina del lusso” della politica ci stanno solo i problemi belli da vedere, non quelli da risolvere. Quelli da risolvere puzzano di sudore. Se gli italiani diventano poveri, il problema e' che in Puglia il turismo soffre. “in Puglia il turismo soffre” puo' stare nella vetrina perche' la Puglia e' bella, , “gli italiani sono poveri”, invece, non possono starci perche' i poveri fanno schifo.


E se immaginiamo la politica gentrificata come la vetrina di un centro storico (poco importa se e' un paesino di merda cresciuto sulla statale) , allora capiamo cosa ci possa stare e cosa no. E specialmente, perche'.

Chiaramente nelle “vetrine della nostra citta' ” dei paesini , ove domina il Provincial-Chic, avremo la Egonu, il libro di Vannacci, l'ideologia gender, e tutto il resto di cui NON FREGA UN CAZZO A NESSUNO, se non alle “elite di provincia”, mentre nella vetrina dei Radical-Chic di citta' ci saranno i palestinesi e israele, l'adozione alle coppie gay, il riscaldamento globale, e altre cose di cui NON FREGA UN CAZZO A NESSUNO, se non alle “elite del Centro Storico, o radical-chic”.

E qui veniamo al punto: che fine hanno fatto tutti gli altri, quelli che non stanno nella “vetrina della nostra citta'”? La risposta e' che spariscono, perche' se siete una famiglia che fatica a far studiare i figli per il costo dei libri non vi si incula nessuno, se siete una coppia gay, sono due cose diverse: i gay sono pochi, economicamente piccoli ed elettoralmente poco rilevanti. Non vi porteranno in televisione, sui media, nemmeno sui social.

se non siete nella vetrina del lusso della politica gentrificata siete come il macellaio di periferia, che magari ci vado a comprare i prosciutti per casa, ma sia chiaro, quello di cui si parla e' Tamburini, nel centro di Bologna. La vetrina della nostra citta'.

E qui veniamo ad Adolf Hitler.


Perche' se siete la Turingia che si spopola, se siete la Sicilia alla sete, non vi si incula nessuno. E come fate a farvi ascoltare? I centri sociali? Il comunismo? Quelle sono altre vetrine chic, non funzionano. Cosa deve dire, oggi , un politico che non sta nella vetrina chic della politica gentrificata? Cosa dovreste dire, se foste gli americani che votano trump? Vi ricordate quando Hillary Clinton non ando' nemmeno a fare un comizio, uno che uno , nelle zone piu' povere?

Se non siete nella vetrina della politica gentrificata, cioe' se non esistete, cosa potete dire?

Ve lo dico io: Heil Hitler!

Cari siciliani, se volete che si risolva il problema dell'acqua, fate una cosa. Dovete essere qualche centinaio di migliaia. D'inverno (non voglio farvi morire di caldo) vi mettete una bella divisa nera che ricordi le SS, con tanto di svastica, e andate a manifestare tutti nel centro di Palermo. Gridando “vogliamo l'acqua, Heil Hitler!”. Riempite la sicilia di svastiche, inneggiate all'olocausto, e tutto il meglio del repertorio. In piazza. A migliaia. Sinche' non vi rimettono l'acqua.

Non serviranno molti giorni. Vedrete. Il primo giorno , sarete sui social e sui giornali locali. Dai social finirete sui grandi giornali stranieri. Quindi esplodera' il problema in Italia. E pur di mettere a tacere sta roba, vi copriranno d'acqua. Verra' La Russa in persona, con le mani a coppa, a versarla. La Schlein che vi tira bottigliette d'acqua addosso.

Onestamente, non so perche'. Davvero, se al posto di Hitler aveste la Sicilia Satanista, non funzionerebbe. Eppure, voglio dire, Satana non e' mica l'ultimo arrivato, nel mercato del male. Un'orgia BDSM sino a quando non vi ridanno l'acqua, in piazza? Non funzionerebbe. Ma il nome di Adolf Hitler e' diventato magico. E ripeto, non so perche'.

Ma vi ascoltano. Se lo nominate vi ascoltano. Dalla Turingia e dei suoi problemi non si e' parlato per decenni. E' bastato un pirla nazista e oggi sono tutti a discutere i problemi della Turingia. Del resto, diciamolo: guardate gli elettori della Le Pen. Chi li ha mai cagati, prima della Le Pen? Chi ha mai dato ascolto ai Leghisti, prima che la loro estetica cominciasse a ricordare Hitler? Chi aveva mai ascoltato gli americani degli Appalachi, prima di Trump?

La politica gentrificata teme il nome di Adolf Hitler.

Qui abbiamo ministri che a pochi giorni dalle elezioni stanno parlando di investimenti pubblici in Turingia, un posto che nessuno si e' mai inculato dal crollo del Muro. Per la magia di quel nome.

Sto cercando di capire il motivo per il quale sia cosi' potente oggi, e cosi' potente contro la politica gentrificata. Perche' il dato obiettivo e' che lo e', potente, e se e' cosi' potente verra' usato ancora ed ancora, da tutti quelli che sono esclusi dalla “vetrina della nostra citta' “.


Tornando alla politica gentrificata, ovviamente chi l'ha ideata non ha tenuto conto del fatto che la politica dipende dai media, e che i media di oggi sono a loro volta fenomeni che sono funzionali alle vetrine del centro, verissimo, ma contemporaneamente danno molta voce ai temi idiosincratici.

Si, se fossimo negli anni '90 e negli anni '80, dire “noi da oggi miriamo solo al mercato del lusso”, sia in politica che in economia, potrebbe funzionare. Ma all'epoca tutti i mezzi di comunicazione erano broadcast, dal centro all'esterno.

Il guaio e' che fuori, lontano dal centro storico e dalle sue vetrine, c'e' un mercato molto vasto, che sviluppa in autonomia le proprie dinamiche. Chi ha deciso di gentrificare la Francia ha deciso di ignorare sia le banlieue che la provincia e la campagna. Ma quelle adesso hanno sviluppato la loro cultura autonoma. Idem per gli USA, ove “agricoltore” era una vergogna che si pronunciava Redneck. Ora tutti questi posti, vittime della gentrificazione, hanno sviluppato una cultura, e dei leader.

Non so quanto sia in salute la politica gentrificata, secondo me stanno comparendo delle grosse crepe. La cosa che posso dire, invece, e' che fuori dal centro e lontano dalle vetrine si vede muovere un sacco di roba.

Ma il mio punto era chiarire cosa io intenda per politica gentrificata, e l'ho fatto.

Uriel Fanelli


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