Ancora sui dazi: il BIDONE?
Avevo scritto che la stampa aveva fatto un lavoro dimmerda, e che alla fine era necessario porsi delle domande che i giornalisti non si ponevano, su questo “accordo”. Ecco, adesso il problema e' semplice: che non si sa nemmeno se l'accordo esista, se sia un accordo, e se sia vincolante.
Succede che leggi il tuo feed RSS e ci trovi questi:
E quindi non ci si capisce niente. Sembra, cioe', un BIDONE.
E lo e', per colpa della nostra maestosa stampa.
- Perché ci sono due testi?
La Casa Bianca ha diffuso una scheda informativa molto entusiasta, che descrive impegni precisi dell’UE su acquisti energetici (750 mld $) e investimenti (600 mld $), oltre a dazi del 15 % su prodotti europei.
La Commissione europea ha pubblicato una nota chiarificatrice diversa, in cui smentisce impegni vincolanti su farmaci, chip e digital tax e insiste: “L’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante”.
Quindi: un testo USA e uno EU, ma non combaciano nei contenuti né nella natura legale.
- Cosa significa che NON è vincolante?
Non si tratta di un trattato internazionale normato da ratifiche parlamentari o legislazioni: è più una dichiarazione politica attesa entro il primo agosto. I dettagli dovranno ancora essere negoziati e formalizzati.
Nei fatti, l’UE non ha ancora promesso acquisti o investimenti obbligatori né cambi normativi su fiscalità digitale. I dazi su chip e farmaci restano da definire.
E quindi che succede? Non c'e' nessun dazio al 15%, nessuna resa, nessuna genuflessione, niente di tutto questo. Si e' parlato del wishful thinking di Trump E ora? Ma allora a che punto siamo?
- Prossimi passi e tempistiche
Entro il 1° agosto dovrebbe uscire una dichiarazione congiunta, “relativamente leggera” come ha anticipato un funzionario UE.
Contemporaneamente, la Casa Bianca dovrebbe emettere un order esecutivo per dare forma alle promesse politiche USA.
Solo dopo si potrà negoziare un testo giuridicamente vincolante (e complesso), che dovrà passare attraverso le procedure interne di UE e USA.
In conclusione
Ci sono due versioni contrastanti: il testo USA lo presenta come un accordo concreto e vincolante; il testo UE chiarisce che per ora è solo politico, senza effetti legali. Ora si tratta di trasformare quella stretta di mano politica in un testo legalmente valido — un processo che richiederà tempo, verifiche e ulteriori trattative.
NON E' SUCCESSO NULLA. STIAMO VIVENDO IN UNA BOLLA MEDIATICA.
Cosa succede ora?
Segue una fase negoziale serrata nei prossimi giorni: esce la dichiarazione congiunta, si aspetta l’ordine esecutivo USA, e iniziano i lavori su un testo finale.
Resta forte incertezza legale: il patto non ha valore esecutivo finché non c’è un accordo formale. Non è ancora effettivo, né automatica l’entrata in vigore.
Possibili rischi di rinegoziazione o disallineamento: che una parte cambi idea o ritardi i passaggi, in tal caso il tutto può cadere come le foglie in autunno.
Su tutto questo, aleggia una domanda:
ma i giornalisti? Quelli del FACT CHECKING? Dove cazzo erano?
Non c'e' stato nessun “accordo” o “trattato”. Non c'e' stato un accordo perche' ci sono punti enormi da negoziare, e non c'e' stato un trattato perche' quello non e' un trattato.
Sono giorni che parliamo DEL NULLA. Di una notizia, wishful thinking, inventata dagli americani e messa sul loro sito web.
Onestamente, sapete che vi dico?
Uriel Fanelli
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