Sulle serie televisive, e non.

Sto esaminando l'effetto delle serie televisive, alcune sono bellissime, e per puro caso mi sto scontrando con il loro equivalente, cioe' le collane di libri. Lo dico perche' non essendo uno scrittore full-time, ho scritto un sacco di materiale sparso, ma niente che io possa pubblicare come libro completo. Al contrario, usando il trucco delle "Collane", sono riuscito a crearne tre (una per i classici e due con materiale nuovo).

Per esempio, ho scritto sette capitoli di "Pietre", ma non potrei pubblicarli come libro intero perche' mi manca il tempo per l'editing e tutto quanto, ma un pezzo alla volta ci riesco. Per la cronaca, le trovate qui:

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uscendo dall' autopromozione, questo mi parla molto bene di due cose: un modello economico ed un modello di rischio negli investimenti. 


Il modello economico della serie, rispetto a quello del "filmone", ha un grande vantaggio. Quando si produce un "filmone", c'e' una fase di lavorazione e una di rilascio. Ma nel rilasciare le puntate una ad una, o piu' normalmente una serie alla volta, e' possibile "ascoltare" il feedback. Distribuendo la serie nel tempo, inoltre, e' possibile osservare se l'interesse cresce oppure no. 

Ma in termini di produzione, ha la bella cosa di diluire la cosa nel tempo. Se gigare un filmone da 9 ore e' uno sforzo tremendo , come capito' per LOTR, farne uno spezzatino consente di separare la spesa in tanti pezzi, ed eventualmente fermarsi se non rende: per esempio, la serie sense8 venne fermata prima di raggiungere la fine perche' faticava a pagarsi, poi ci furono petizioni, e dopo quasi un anno vennero trovati sponsor e l'ultima puntata fu girata. (Wolfgang ringrazia.) 


Il secondo punto e' il punto del rischio. Se osserviamo la trama e le riprese, e' chiaro che in una serie la spesa per puntata cala: innanzitutto, la intro e la sigla vengono ripeture di continuo, ma tutti gli espedienti per "allungare il brodo" fanno si' che una serie di lunghezza media possa venire, di fatto, interrotta in ogni momento.

Sul piano finanziario, significa questo: prendiamo un film come Terminator, il primo. Al tempo, ottenne il tipico finanziamento da fantascienza di serie B. Il problema e' che , se immaginiamo che quella fosse stata una miniserie da otto puntate, da un lato ogni puntata sarebbe costata molto meno, e dall'altro ci sarebbe stato il tempo di inserire dettagli gustosi nelle puntate.

Lo dico perche' normalmente delle serie si fanno i cosiddetti "pilot", prima di decidere se farle partire: il concetto di mitigazione dei rischi nell'avere molte puntate, quindi, e' gia' presente.


Le serie televisive non sono una ricaduta delle tecnologie di streaming, o una ricaduta di un nuovo modo di fruire dei contenuti. Si tratta di un format che ha ragioni principalmente finanziarie, che poi hanno ricadute sulla tecnologia e sul modo di fruire.

 

Riguardo alla tecnologia, il fatto che siano in streaming su internet non e' cosi' importante: innanzitutto, in molti paesi la TV via cavo su abbonamento era gia' presente da decenni, e in molti altri la TV arriva sullo stesso cavo di internet ormai da anni.

Anche sul modo di consumare, se in Italia le serie erano principalmente televisive e di solito produzioni straniere (mentre cinecitta' produceva film per il cinema), bisogna capire che nei paesi "stranieri" queste serie erano la norma.

Potrei citare come esempio l'atteggiamento del pubblico riguardante la fantascienza: in UK ormai "the doctor" e' una tradizione piu' che un evento (anche tralasciando gli spinoff come Torchwood), e ha creato un intero stile. E non e' semplice da portare a spasso cambiando format, come dimostra il disastro ottenuto spostando Torchwood in USA.

La nascita delle serie e del binge watching non e' il prodotto di una trasformazione tecnologica o di una trasformazione del pubblico, semmai e' la causa di entrambe le cose.

La vera ragione e' finanziaria: in un mondo ove i film costano moltissimo, la paura del fallimento impera, e quindi dominano sequel e prequel della stessa cosa, purche' abbia avuto gia' successo. In questo senso, Hollywood diventa sempre piu' sterile.

Dalla nascita delle serie, che possono venire prodotte anche parzialmente (la prima meta' subito e la seconda se piace al pubblico) , o allungate "a colpo sicuro" , sta cominciando a derivare l'attenuazione del fenomeno "yawn, niente di nuovo, sempre la stessa roba".

Questa cosa e' diventata evidente anche riguardo ai libri, con la comparsa delle collane nel mondo del selfpublishing.


Parlo del riemergere della varieta' di idee. 

Per fare alcuni esempi: ho, sul mio computer, un sacco di cose che ho scritto per divertimento ma non ho mai avuto il tempo di portare allo stato di "libro". Arrivare a costruire l'intero libro , anche avendo scritto tutti i capitoli, non e' semplicissimo, e spesso e' l'ultimo miglio a rappresentare lo scoglio piu' grande.  Editing, per esempio, oppure ripassare tante volte l'intera trama per vedere se involontariamente si sono creati di buchi narrativi o dei vuoti.

Ad un certo punto, Amazon lancia le collane. Ed e' semplice, a questo punto, o meglio piu' semplice, prendere i singoli capitoli e metterli online. Perche"?

  1. l'editing di un singolo capitolo e' piu' semplice. Se leggete un libro di 300 pagine che avete scritto voi, o che ha scritto qualcun altro, finite con l'abituarvi ai vostri stessi errori. E anche un editor fa lo stesso errore. Gli editor non fanno altro , a quel punto, che dilazionare la lettura (per esempio, mezz'ora al giorno per libro) cercando di evitare questo problema. Ma questo allunga molto i tempi. Avere un solo capitolo da rileggere aiuta moltissimo.

  2. se ci sono buchi narrativi, potete chiuderli in un capitolo successivo. Questa possibilita' succede anche con le serie di film, e rappresenta un modo molto comodo per mettere una toppa, senza dover mettere le mani a tutto quanto. 
  3. per chi lavora oltre a scrivere, rappresenta un modo per pubblicare nei ritagli di tempo: per fare editing del libro occorre sacrificare le ferie, per un solo capitolo basta un weekend piovoso. (e qui in Germania ce ne sono, credetemi).

Questa trasformazione dell'arte, sulla carta mi e' ancora piu' chiara che non quando riguarda il cinema. Ma se faccio qualche analogia, capisco molto perche' se scorro le serie di netflix o di amazon prime , trovo molta piu' varieta' e piu' idee diverse. 

Allo stesso modo, se vado tra le serie di Amazon KDP, trovo oggi molta piu' varieta' rispetto a prima, almeno in termine di idee (il fantasy e' uscito dall'incubo "vampiri & licantropi fanno cose" grazie a questo, per dire, e anche nella fantascienza vedo progressi).

E riesco a capire il perche': se contiamo il materiale incompleto dei libri, o il pilot delle serie di video, ci sara' (almeno: fuori dalla Korea del sud) una montagna di materiale mai usato. Materiale che contiene idee interessanti, ma nuove, e che quindi nessuno avra' voluto pubblicare prima perche' troppo "rischiose" in quanto nuove, o diverse.


Insomma, per i parrucconi del cinema o delle opere gigantesche, modello Odissea, sia le collane a puntate che le serie TV sono il male assoluto, ma vi assicuro che in termini globali, forniscono piu' varieta' e specialmente uno spettro piu' vasto di pubblicazioni "Indie" rispetto a prima.

E se vogliamo spostare il discorso sulla musica, un mercato indie fatto solo di EP forse risolverebbe alcuni dei problemi cronici del mondo Indie: la difficolta' finale di mettere insieme un nuovo album.

 

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