PNRR e il digitale scomparso.

Nel catastrofico fallimento attuativo che ormai si delinea chiaramente quando si parla di PNRR, c'e' una cosa che nessuno sta facendo notare, e cioe' che tra i progetti piu' falliti, e meno eseguiti, ci sono quelli riguardanti la digitalizzazione. Ci sono nel PNRR diverse priorita' , tra cui le infrastrutture strategiche, i progetti "green" e la digitalizzazione.

Tra quelli che sono andati in porto, la maggior parte sono quelli (strade e ferrovie) che sono stati proposti e mandati avanti da aziende come Ferrovie o altri "giganti" (che ancora hanno al proprio interno manager e tecnici).

Un altro filone ad alto fallimento e' quello dei progetti "green", perche' il settore green e' un settore ad alta fuffa, nel quale troverete mille persone che vi descrivono quanto sarebbe bello fare un campo solare che funziona ad unicorni, ma nessuno che vi sappia fare un progetto, tantomeno un business plan. Il "green", cioe', e' piu' parlato che altro.

Il settore che e' completamente fallito, quello nel quale i progetti sono l'equivalente di Tinder per Gatti, senza business plan, senza design, senza permessi e senza competenze ne' manageriali ne' tecniche, e' quello della digitalizzazione della PA.


Le cause di questo catastrofico fallimento (e quindi della perdita di decine di miliardi) sono diverse. 

  • La fuga delle competenze e delle capacita'.

Non si capisce per quale motivo un ingegnere IT debba stare in Italia a guadagnare 35.000 euro lordi all'anno, quando superando il confine persino come Junior comincerebbe da cifre ben superiori. E dubito che in Italia ci siano ancora persone dotate di una certa Seniority: sempre che non siano incapaci di parlare inglese, prigione culturale che ancora puo' tenere prigionieri dei tecnici, ma che ne sta trattenendo sempre di meno.

So che sembra strano pensare che oggigiorno un ingegnere non conosca l'inglese, ma ho fatto colloqui a gente che chiedeva se non si potesse parlare in italiano visto che io sono italiano e loro non conoscevano l'inglese. Risultato: non faccio piu' colloqui ad italiani, per principio. In ogni caso, il fenomeno e' in rapido esaurimento.

So benissimo che questa cosa viene vissuta dalle aziende di cantinari con un certo sfotto', dicendo che "ma guarda che all'estero non e' il paradiso". Sicuramente non lo e', ma mi sa che ormai a stipendi l'italia abbia toccato il fondo, e quando si parla di "come vieni trattato in azienda", l' Italia e' rimasta , diciamo, indietro.

Sebbene questa carenza appaia qualche volta sul Corriere della sera, viene sempre dipinta come "i giovani di oggi vogliono il reddito di cittadinanza e non hanno voglia di lavorare 167 ore al giorno per avere in cambio un calcio nel culo in piu'. " Si parla genericamente di "abbiamo bisogno di migranti". 

Bene, diciamo la verita': siete al punto in cui non potete digitalizzare un cazzo perche' sono fuggite le competenze. Oh, conosco la vostra astuzia, nel parlare di "fuga dei cervelli", come se a fuggire fossero "quelli strani", o "scienziati ed intellettuali". No. 

Quella che chiamate "fuga dei cervelli" e' una fuga di competenze, e di capacita' esecutive. Non sono scienziati ed intellettuali. Sono i semplici tecnici, quelli che devono far succedere le cose, che se ne vanno.

 

A meno di non chiamare in causa le poche grandi aziende di IT che riescono ancora a trattenere personale in Italia, che sono straniere nell' 80% dei casi, la digitalizzazione della PA e' semplicemente impossibile. Non ci sono le competenze e le capacita'. E quelle poche vengono umiliate dall'incompetenza dei superiori e dalla vanita' della cialtroneria manageriale, al punto che se ne vanno all'estero o cambiano settore. Nessun altro settore ha prodotto aziende agricole fondate da giovani  in Italia , quanto l' IT. (1)


  • L'opposizione dei sindacati.

I sindacati nella PA si oppongono alla digitalizzazione sempre e comunque. Per diversi motivi. 

Il primo e' che temono che usando un sistema digitale si possa stabilire chi fa di piu' e chi fa di meno. Ho un'amica dirigente scolastica che ha cercato di gestire alcune parti, dai progetti alle attivita' extradidattiche, usando un metodo basato su Kanban/Scrum. 

Appena hanno visto il tasto "velocity", i sindacalisti hanno sollevato il fatto che la kanban non era certificata per professori non vedenti. Che vanno in pensione come invalidi, quindi non ci sono. Ma e' ugualmente importante che tutto sia fatto per loro con interfaccia in Braille. 

Il secondo problema dei sindacati e' che non vogliono un sistema che richieda competenze digitali, perche' temono che gli imbecilli che ancora non hanno competenza digitali nel 2023 (che andrebbero espulsi dalla scuola e bruciati coi rifiuti urbani, a mio avviso)  siano "discriminati" per il fatto di essere dei fossili inutili, incapaci di passare alcunche' a degli studenti che vivono e vivranno immersi nel digitale. 

E lo stesso vale fuori dalla scuola: la sola idea che qualcuno possa, digitalizzando, riuscire a calcolare i KPI, e decidere chi sia ad aver lavorato piu' e meglio (cioe' meritevole di promozione/carriera) fa venire l'orticaria ai sindacati della PA.

I quali si oppongono alla digitalizzazione della PA, per principio, sempre  e comunque. Poi pubblicamente dicono che sono favorevoli, ma se provate a farlo vi fermeranno perche' il router che collega la vostra scuola non e' mai stato certificato Gluten-Free. (2)


  • "Vogliono sostituirvi con delle macchine".

Quando lavoravo nella PA in Italia (principalmente educazionale), ricordo che provammo (ancora non esisteva il registro elettronico) ad usare un sistema computerizzato per assegnare le ore della settimana ai diversi professori.

Computazionalmente il problema non e' molto complesso, nel senso che si faceva molto facilmente. E faceva risparmiare tempo. Il guaio era che non consentiva cose come "io voglio il sabato libero e se lecco il culo al preside allora il sabato non mi tocca venire a scuola". Non consentiva la "gestione personalizzata", che consente ai docenti anziani di gestire le cose  in modo da avere libero il giorno che volevano, a patto di essere abbastanza amici del dirigente, in modo da poter fare i prepotenti coi supplenti e i docenti meno agganciati.

La preside insiste', e di conseguenza arrivo' lo sciopero, perche' coi sistemi elettronici "vogliono sostituire le persone coi computer": la persona che faceva gli orari, in effetti, era abbastanza potente, e veniva sostituita.

Cosi' arriva il burocrate e decide che si, se sei strano e magari omosessuale allora puoi anche avere tutto elettronico, ma ci deve essere lo stesso la copia cartacea.

Destino che e' quello del "registro elettronico", che alla fine e' arrivato, ed e' si elettronico, ma per non far perdere il posto a quelli che gestivano la carta, deve esistere la copia cartacea.

Perche' deve esistere? Per salvare quegli inutili dinosauri che nel 2023 non "hanno dimestichezza col mezzo elettronico", come se fosse ancora possibile lavorare in questo secolo senza tale dimestichezza.

Di conseguenza, in nessuna parte della PA e' possibile digitalizzare davvero , dal momento che comunque sara' sempre necessaria la convivenza del sistema digitale con quello legacy, cioe' il vecchio verra' sempre usato per fermare il nuovo. Dai sindacati.

 

I primi due casi, comunque, sono gestibili. Nel senso che le aziende di IT sanno gia' come superare lo scoglio dei sindacati e sanno benissimo come gestire i problemi di formazione e di certificazione. 

Ma esiste un altro strato di ostacoli.

 


  • Lo strato politico vuole manipolare il funzionamento della PA per ottenere mazzette e regalie.

Immaginate per un attimo che l'interazione con la PA sia automatica. Cioe' che la PA esponga delle API per ogni cosa, pubblichi Swagger/Openapi/gRPC in modo che anche terze parti possano farci sopra dei servizi, migliorando l'interazione, e che tutto sia automatico.

A quel punto, succede che Giuseppe e Filippo, una volta compilate tutte le form, otterranno una risposta quasi immediata (la burocrazia e' fatta di automatismi, quindi una macchina puo' fare tutto in pochi millisecondi) e possono fare quello che desiderano.

Ma il guaio e' che Giuseppe e' amico del sindaco, e vuole avere l'autorizzazione ad aprire il suo bar prima di Filippo. Nella situazione normale, basta parlare col sindaco e passare una mazzetta, o al segretario comunale nelle citta' grandi, o anche al vigile urbano che se ne occupa, ed ecco che il miracolo avviene. La pratica di Filippo si arena "misteriosamente" e Giuseppe arriva prima di Filippo.

In un sistema veramente digitalizzato, questa mangiatoia cessa di esistere. Certo, ho sentito storie di gente che ha danneggiato volontariamente il raid di un server contenente le bollette dell'acqua in una certa capitale europea, ma se non usate mezzi estremi e avete preso una multa, poi la pagate. Non avete l' "amico che vi vancella la multa", perche' se il sistema e' fatto bene, e disegnato bene, poi qualcuno si trovera'  guardare cosa e' successo quando la multa e' sparita, chi aveva accesso e quale operatore l'ha cancellata.

Si, ho sentito storie di gente che ha cercato di cambiare un database di SAP apposta per cancellare la multa di uno importante, al punto che SAP si e' rifiutato di funzionare  e la stessa SAP ha fatto cadere l'assistenza a tutto il sistema. Poi la PA ha pagato <cifra disumana> e ha accettato di riavviare tutto dopo aver riparato il database. Ma ripeto: nei piccoli comuni le contravvenzioni spariscono ogni giorno, a migliaia. "Amici".

La politica, cioe', ha bisogno che l'uso dell'amministrazione pubblica sia poco trasparente, non tracciabile, non deterministico, e completamente nelle mani dei politici, in modo da trasformare i diritti in concessioni. Se tutto venisse digitalizzato, non sarebbe possibile per il politico piegare la PA al suo potere, e farsi pagare mazzette per fare questa o quella cosa in maniera uguale per tutti.


In sostanza, cioe', ci sono tre ostacoli:

  • il paese non ha piu' lo know-how per fare la digitalizzazione della PA.
  • i sindacati non vogliono che accada.
  • I politici non vogliono che accada.

Ora, il problema delle (poche) aziende italiane che hanno ancora lo know how per digitalizzare la PA e' che sanno un pochino come gestire le resistenze dei lavoratori e dei sindacati, ma non possono andare contro la volonta' dei politici.

Quindi, il problema rimane questo: la maggioranza dei fondi del PNRR, che sono legati ad una certa capacita' industriale e ad un certo livello di know-how digitale, non hanno alcuna possibilita' di completarsi, e di ricevere i soldi del PNRR. 

Quello che Draghi&Colao avevano pensato possibile , lo hanno pensato possibile perche' vengono da realta' ove esiste la professionalita' che serve a fare cose. Ma oggi come oggi, nessuno ha capito che ormai l' Italia e' un guscio cosi' svuotato che , in definitiva, si puo' mantenere l'esistente, ma di fare modifiche sostanziali e/o implementare qualcosa di nuovo non se ne parla.

Il fallimento di buona parte del PNRR, cioe', era gia' scritto anni e anni fa.


(1) Credo che la scelta cada sull'agricoltura perche' dopo aver conosciuto il patetico cazzaro noto come "manager italiano" , si cerca un settore intrinsecamente onesto, laborioso e faticoso, cosa (il "faticoso") che da sola tiene lontani "i manager italiani". 

(2) Ammesso che tale router esista, si intende.