No, non ne parlero'.

Gruppi di ossessionati in giro vogliono spingere chiunque a partecipare alle loro ossessioni, e quindi arrivano sempre degli stimoli, delle provocazioni, a partecipare all'inutile confronto tra filopalestinesi e filoisraeliani. La mia risposta e': ho detto tutto quello che penso di quella "guerra" quando ho scritto un libro di fantascienza che si chiama "Averno". Non vi piace? Non sono cavoli miei.

Il problema e' che nessuno fa dibattiti o discussioni sul problema. Quelli che vedo succede in TV, e anche in Germania, non sono ne' confronti ne' dibattiti. Sono conflitti.

In vita mia, per ragioni professionali e per gestire delle squadre, ho fatto ben tre corsi di Conflict Management. E vi posso dire che e' possibile racchiudere il conflitto tra una persona (o un gruppo) e l'esterno con una legge, un teorema che vale SEMPRE, in OGNI conflitto.

Il conflitto tra una persona e un ente esterno rispecchia sempre un conflitto psicologico che avviene dentro la persona stessa. Se si parla di gruppi, il conflitto di un gruppo con l'esterno rispecchia sempre le guerre interne.

E' per questo che funziona la "provocazione". Vi siete mai chiesti come sia possibile spingere qualcuno ad entrare in un conflitto che non voleva, senza essere degli stregoni? Semplice: se risvegliate DENTRO la persona un conflitto interiore abbastanza forte, allora iniziera' a lottare. Questa si chiama "provocazione".

Durante uno di questi corsi, feci presente che mi sembrava una spiegazione un pochino newage, la solita cosa "la soluzione e' dentro di te". Lei mi rispose : ho capito perche' lo pensi, dopotutto, so benissimo di essere una stupida vecchia troia. ("blöde alte Schlampe"). Ovviamente, in un ambiente molto professionale, la cosa mi aveva congelato e mi sono affrettato a specificare che non era mai stata mia intenzione dire una cosa simile (se dicessi una cosa simile ad una collega verrei licenziato immediatamente) , e che non avrei mai usato un linguaggio del genere su di lei, e che la mia obiezione riguardava altro, sino a quando non mi chiese per quale ragione io stessi lottando per giustificare me stesso per qualcosa che aveva detto LEI.

Il punto e' che aveva toccato un conflitto interiore, la paura di venir punito per aver insultato una donna in quel modo, e paf, avevo cominciato a lottare come un pugile che tira pugni in aria, dal momento che non avevo nemmeno un avversario: se lo era detta da sola.

Morale: capito questo, ci ho messo poco a risalire alle origini dei miei conflitti. E quindi so per quale motivo siete cosi' proni ad entrare in queste polemiche. Perche' e' cosi' facile provocarvi. 

Ma allo stesso tempo, una volta capito bene il problema dell'introiezione, non sono piu' interessato al giochino. 


Potrei applicare lo stesso principio ai gruppi. Perche' Israele e' in conflitto continuo con gli arabi? Perche' gli israeliani sono in conflitto perenne al proprio interno. Sono divisi in gruppi piu' o meno religiosi che si scannano per le rispettive parrocchie rabbiniche, e non c'e' alcun dubbio che il conflitto esterno sia una conseguenza inesorabile. Un popolo stracolmo di conflitti interni non puo' vivere in pace, con chiunque venga in contatto.

Lo stesso dicasi per il mondo arabo. E' diviso in nazioni, correnti, tribu', chi piu' ne ha e piu' ne metta, in perenne conflitto per il dominio, per cui entrera' inevitabilmente in conflitto con qualsiasi cosa sia diverso. E' esattamente la stessa cosa che ho detto per gli israeliani. Nemmeno il mondo arabo e islamico puo' davvero vivere senza conflitti con l'esterno, perche' ne ha troppi al suo interno.

Chi ha il conflitto dentro, ha il conflitto fuori.

Chiaramente, se metti a contatto due culture stracolme di conflittualita' interne, otterrai solo guerra. 


Ma perche' in Occidente questo conflitto appare cosi' importante? Perche' non sono come qualsiasi mbingo che scanna gli mbongo in Africa, per esempio? La risposta e' sempre quella. Anche in Occidente i conflitti interni non mancano.

I filopalestinesi sono quasi sempre di estrema sinistra, con delle sorprendenti pozze di filopalestinesi nella destra piu' estrema. Ma se osservate queste due aree politiche, scoprite immediatamente che si tratta di gruppi estremamente conflittuali al loro interno: sono in conflitto quasi sempre nel campo di qualche "purezza" ideologica, quindi alla fine e' "Trotzkisti contro Leninisti contro stalinisti", che poi quando parli di palestina chiaramente fanno a gara a chi gli da ragione meglio e di piu'. I filopalestinesi sono una fazione divisa e confluttuale.

Anche dall'altro lato, i filoisraeliani, c'e' da ridere. Innanzitutto perche' la questione ebraica in Europa non e' affatto chiusa, e' solo sospesa perche' non ci sono abbastanza ebrei. Il numero, dopo la seconda guerra mondiale, e' drasticamente calato. Ma anche togliendo il problema demografico, il fatto che la fazione dei filoisraeliani (cui non riuscirei a dare un nome, onestamente) e fatta da persone che sono in conflitto tra loro nel tempo rimanente.

Non c'e' da stupirsi se appena si parla della questione "si sentano provocati". Ed entrano immediatamente nell'arena. 


Ora, il problema di quel conflitto in medio oriente e' che rispecchia conflitti che avvengono nel mondo ebraico, nel mondo islamico, nel mondo del cristianesimo,  e anche nel mondo europeo laico.

Adesso mi chiedo: quale dei MIEI conflitti interiori vengono stimolati da quella guerra. La risposta e': "nessuno". 

Ogni conflitto interiore e' una paura. Quindi potrei aver paura che questo blog sia bollato come antisemita. O come xenofobo, o come islamofobo. O come misogino. O tutto quanto.

Beh, e' gia' successo. Nei 21 anni di questo blog, credo di aver collezionato una valigia di certificati di antisemitirmo, non so quanti per razzismo e/o xenofobia, i certificati di islamofobia ormai li porto in italia e li uso come carburante per le stufe , le patenti di misoginia ormai le ho regalate ai vicini, e anche le mie piante di casa ne hanno una dozzina a testa.

E non succede niente. Non ne ho proprio paura.


Ma se non hai paura di queste cose, non esiste modo di provocarti, e quindi non esiste modo di spingerti a partecipare a nessuno di questi conflitti dialettici.

Per cui, no.

Israele? Palestina? Esticazzi ce lo scriviamo?