Kherson o Kharkiv?
Sto seguendo un pochino (in realta' mi sono "arruolato" nei #NAFO) la storia della controffensiva diluita degli Ukraini, o della non-controffensiva, e ci sono alcune cose che cominciano ad emergere. Per esempio, la Russia che ingaggia gli Ukraini proprio attorno a Kherson.
Partiamo dai fondamentali: non si lascia MAI al nemico la scelta del campo di battaglia. Farlo, e su questo sono concordi tutti gli strateghi da Cesare a Macchiavelli (ha scritto anche lui un "arte della guerra", leggetelo) , e' come prenotare la sconfitta.
Se poi avete lasciato al nemico anche la scelta del momento, siete spacciati.
Ma quando gli ukraini hanno detto che cominciavano a riprendere Kherson dopo mesi di preparativi, ovviamente stavano dicendo che volevano combattere attorno a Kherson e che volevano farlo in quel momento: hanno scelto il luogo della battaglia e il campo di battaglia.
No buono.
Ora, un generale anche molto peggiore di Gerasimov non farebbe mai una cosa come liberare truppe e andare a combattere attorno a Kherson. Anche perche' gli ukraini non hanno scelto un momento a caso: hanno scelto un momento che hanno preparato, demolendo i ponti, facendo saltare i depositi di munizioni e carburanti, eccetera.
Piu' che di una "offensiva" (sono coinvolte si e no tre brigate ukraine, a detta del loro ministero della difesa) si e' trattato quindi di una palese trappola strategica. Ma era cosi' palese che difficilmente qualcuno ci sarebbe cascato.
Se non ci fosse Putin al comando, che si ritiene un genio della strategia.
Perche' l'ordine di spostarsi su Kherson e difenderla poteva arrivare solo da un politico, che da' ad una cittadina tutto sommato poco rilevante (anche industrialmente, il prodotto tipico sono le angurie) un valore simbolico enorme.
Ripeto: nessun generale avrebbe mai ordinato alle truppe di lasciare le proprie posizioni per intervenire a Kherson, sapendo che sia il luogo che il momento erano stati scelti da Kiev. A dare questo ordine assurdo e' stato SICURAMENTE un politico. E siccome in Russia ce n'e' uno solo, e' stato Putin.
In ogni caso, e' successo l'ovvio. Andando a combattere dove il nemico e' pronto e nel momento in cui e' pronto, senza essere stato pronto tu, chiaramente prendi un sacco di mazzate.
Ma c'e' di piu': per intervenire a Kherson, i russi hanno scoperto Kharkiv, e adesso gli ukraini ne hanno approfittato per attaccare anche li'. Se dovessero lasciare in massa Kherson per Kharkiv, di fatto gli Ukraini prenderebbero Kherson.
Nel gioco della dama questa situazione si chiama "occhiali". Strategicamente rimarra' sui manuali di storia, ma ha funzionato perche' ogni tanto Putin si mette, evidentemente, a dare ordini.
Stupidi.
Il problema e' che dopo aver ricoperto Kherson di valore simbolico e propagandistico, Putin non la puo' perdere. Perche' in qualsiasi modo la si voglia dire, se perdono Kherson oltre a lasciare la Krimea esposta all'artiglieria ukraina, non e' possibile per la propaganda capovolgere il risultato. Non puo' dire "tutto va secondo i piani".
Piccola divagazione: una cosa singolare che ho notato di Putin e' che quando da' ordini assurdi ai suoi generali (assurdi=costano un bagno di sangue) Putin sparisce da Mosca con qualche scusa, tipo le esercitazioni con la Cina. Segno che teme i suoi stessi militari, e se si porta dietro Gherasimov evidentemente lo vuole controllare da vicino.
Detto questo, adesso il problema e' che, come avevo anticipato nello scorso post sull'argomento, Putin deve diventare piu' aggressivo. O meglio, piu' rumoroso: deve riempire i giornali per evitare che sulle prime pagine finisca altro.
Quindi deve compiere mosse sempre piu' enormi, (non fossero altro che stragi di civili) allo scopo di essere sempre lui che fa cose, e mai lui che subisce cose. Sul piano militare non cambia niente, ma questo vandalismo politico gli evita di dire la frase "abbiamo perso" o "stiamo perdendo" in patria.
E' interessante notare che, come ho scritto in un articolo qualche tempo fa, la caratteristica della propaganda russa e' di essere emotivamente introiettata, cioe' il russo fa la propaganda riflettendo sul nemico qualcosa di cui ha paura lui.
E ha appena cercato di spaventare gli europei con la minaccia di un inverno di fame e freddo. Il che significa che e' LUI a temere l'inverno.
Da un lato, un esercito senza una buona logistica ha bene di che temere dall'inverno. Dall'altro, se l' Europa passasse l'inverno senza tutti i disastro che il Project Fear menziona, lui si ritroverebbe ad essere una tigre senza denti e senza unghie.
Gli ukraini sono riusciti a trasformare Kherson in una battaglia altamente simbolica, a dargli valore politico nonostante il modesto valore militare, e adesso Putin deve tenerla a tutti i costi se vuole rimanere al potere.
Vedremo quindi annunci di ogni genere, e tutti assurdi. Tipo "abbiamo comprato 60 milioni di proiettili alla Korea del nord". Ma il problema non e' che manchino colpi, il problema e' che e' andata persa la catena logistica che li porta ai soldati. Anche se i nordkoerani li mandassero, non arriverebbero.
Stessa cosa per i droni iraniani. Gia' il fatto di comprare droni dall'Iran significa che l'embargo funziona perche' non ti puoi costruire i tuoi, ma con le comunicazioni che non funzionano e nessuna superiorita' aerea, cosa potranno mai fare?
Ma la cosa importante e' che di questo passo o Kharkiv o Kherson cadranno, e questa non e' una cosa che puoi raccontare dicendo "tutto va secondo i piani".
Inoltre, a Kherson avrebbe dovuto tenersi il famoso referendum di annessione. Se gli Ukraini entrassero in citta' acclamati dalla folla, per Putin sarebbe un problema.
E non riesco davvero ad immaginare cosa dovrebbe inventarsi per distogliere l'attenzione.
A dire il vero, non sono sicuro di volerlo immaginare.