Gli stupri ed il Progetto Cagnara

Oltre ad una serie di chiarissime storture, la vicenda degli stupri (che potrebbe essere anche un problema politico, se lo fosse) ha prodotto una furibonda sgasata nel motore del Progetto Cagnara. E la possiamo vedere sui principali giornali italiani, che hanno oggi un nuovo compito: deprimere.

Perche' ho scritto che la questione degli stupri di branco potrebbe essere un problema politico, se lo fosse? Perche' onestamente, negli ultimi due casi eclatanti, ci sono due zone del paese che sono fuori controllo, sia socialmente che nel senso del controllo militare del territorio.

Non sembrano "Italia", o "Europa", ma se e' per questo non sembrano nemmeno "2023". Ci sono quindi tutte le caratteristiche per rappresentare dei problemi politici: se rappresentassimo lo stato del rapporto tra stato e criminalita' come rappresentiamo la guerra Russia-Ukraina, quello che vedremmo e' "la criminalta' prende Caivano", oppure "Truppe della Criminalita' controllano ora la Vucciria", come si fa con la guerra in corso ad est.

E in quel caso apparirebbe chiara una cosa: in termini di mezzi , lo stato sta dando molto piu' a Kiev che alla giustizia e al ministero degli interni. Siccome in termini politici la perdita di territorio da parte dello stato e' scomoda da rappresentare, ci guardiamo bene dal farlo. E si passa alla cagnara.

Quindi, dicevo, questi due stupri ci mostreranno una cosa: che a Kiev si donano 120 obici per riprendere le sue citta', mentre nei luoghi in questione c'e' a malapena una caserma dei carabinieri.


Ma la vera domanda e': perche' il Progetto Cagnara, che nasce per difendere una classe dirigente inetta , purche' non metta mano alla politica dei redditi, si occupa di questa vicenda?

Il punto e' che bisogna descrivere bene verso quale forma la societa' italiana si stia muovendo, e se osserviamo i dati economici, scopriamo che gia' oggi la forma sociale ed economica e' il feudalesimo latifondista.

Quelli che oggi chiamiamo "finanzieri", o "industriali", o per certi versi imprenditori, non sono altro che le classi di proprietari terrieri di quel periodo, e lo stato "moderno" si sta piegando a diventare quello del basso periodo gotico, semplicemente omettendo di fare tutto cio' che lo distingue da un sistema feudale.

Il Progetto Cagnara, quindi, si propone nel breve termine di impedire che il governo si metta a fare cose "moderne", come il controllo del territorio o una politica dei redditi, o una giustizia che funziona, ma ha come obiettivo di lungo termine una societa' feudale di tipo latifondista, ovvero basata su una rendita (bassa) di posizioni gia' esistenti.

Il mondo dell'imprenditoria, e dell'industria, e persino della finanza, in Italia  hanno un tasso di ricambio bassissimo, un'eta' media catastroficamente alta, e come se non bastasse i nomi (se ordinati per famiglie) sono quelli.

Detto questo, adesso possiamo parlare di cio' che il progetto cagnara non vuole dire.


La prima domanda riguarda il primo stupro, quello di Palermo.

Chiediamoci: che fine avrebbe fatto, nel periodo del feudalesimo latifondista, la ragazza stuprata? 

Beh, sappiamo di lei che non ha una famiglia potente, anzi non ne ha affatto una. E che i giovani stupratori vengono da famiglie piu' rispettate. La verita' e' che, nel mondo del feudalesimo latifondista la ragazza aveva di fronte a se' un destino di prostituzione, ovvero non appena qualche caritatevole istituzione l'avesse rilasciata nella societa', aveva due scelte. La prostituta oppure la suora. In entrambi i casi, la violenza di una sessualita' indesiderata, o di una omosessualita' non desiderata nel caso delle suore.

Se anche fosse diventata una umile servetta in qualche masseria, comunque, sarebbe stata stuprata dai figli di buona famiglia, soli o in gruppo,  prima o poi. All'epoca faceva parte del contratto.

Se anche andiamo nell'altro caso, a Caivano, dobbiamo chiederci come andavano le cose in quel periodo storico. Il guaio e' che non cambia di molto. Si sarebbe trattato di un paese-contradaccia, abitato principalmente da quelli che si definivano "uomini di fatica", e da "donne di una certa fatta". Insomma, era abbastanza normale per i figli dei piu' fortunati andare in quei luoghi e (pagando cifre minime) divertirsi con le ragazze locali. In quel periodo, specialmente quando gli uomini erano al lavoro, le donne del luogo erano semplicemente prede. A qualsiasi eta'.  Sarebbero state usate piu' o meno allo stesso modo da qualche giovanotto di buona famiglia venuto da fuori quartiere.

Ma per trovare questo non serve andare indietro sino al medioevo. Ne trovate menzioni anche nel Gattopardo, e i decine di altri libri "veristi": stiamo parlando dell'ultimo periodo borbonico. 

Trattare questi fenomeni come nuovi, o come nuove tendenze, non ha alcun senso. Non arrivano dal futuro, ma dal passato. In luoghi del tutto analoghi sono sempre successe cose analoghe, come la vendita di bambine, l'avvio alla prostituzione e la caccia per le strade.

L'unica eccezione, ai tempi, era rappresentata da quei giovani che si fossero sottratti, diventando preti (e venendo abusati dalla chiesa) o diventando suore (idem).

Non si tratta di cose nuove che arrivano per fenomeni nuovi come la pornografia online: si tratta di una struttura sociale feudale latifondista, che sopravvive sin dal periodo borbonico. Sono , di fatto, delle riserve indiane ove, a parte l'estetica della modernita', la societa' e' rimasta quel feudalesimo latifondista borbonico dei primi anni dell' 800.

 

E' inutile quindi chiedersi se sia Internet o i social o la pornografia: semmai i social e Internet hanno consentito di SAPERE cosa succedesse in quei posti. L'estetica della modernita', insomma, non si fa i cazzi suoi. Altrimenti questi stupri non sarebbero diventati visibili. 

E' una cosa vecchia, che risale ad almeno due secoli fa. E ancora sopravvive in alcuni Jurassik Park. Paesi, frazioni, quartieri.


Se osservate il Progetto Cagnara, pero', noterete subito che esso si sta concentrando nel mostrare al pubblico cose del tutto irrilevanti, come le foto di tizio e caio, o i messaggi sui social , ma quasi nessuno stia , per esempio, andato a intervistare persone in quella zona. 

Il problema dell'avanzare della societa' feudale borbonica, cioe', non sta venendo preso in considerazione. COme mai?

Il motivo e' che , diciamolo come va detto, i giornali italiani sono gestiti da una certa tribu' di persone, che con la modernita' ci ha sempre rimesso. E che ora vuole chiudere il conto.

Se volete sapere a quale societa' mirano i vari grandi giornali italiani, online e non, troverete nient'altro che quella forma di feudalesimo, ove le "famiglie" piu' rispettate facevano i loro porci comodi sulla popolazione piu' povera, e questo riguardava SIA il lavoro sottopagato, sia il corpo delle donne piu' povere.

 

Non c'e' bisogno di inventare nulla, l'infezione e' ancora li', basta usare quello che c'e' e farlo diventare normale. Ho letto su qualche giornale che i mafiosi calabresi dicono "esiste la Calabria, e quello che non e' ancora Calabria".

Ma questo non lo pensano solo i mafiosi calabresi. Lo pensano i ricchi finanzieri che possiedono i grandi giornali italiani. Le solite tribu' italiane, quel 20% che possiede il 70% del patrimonio del paese. Gli stessi che possiedono anche i giornali.

E siccome ormai possiedono ogni patrimonio, tutto quello che rimane loro da predare sono i CORPI dei meno ricchi e potenti. Ma per farlo devono creare la societa' adatta. Questi stupri, per loro, sono musica.

Occorre loro una fascia della societa' cosi' subumana da essere abitata da maiali senza coscienza. Che si venderanno per due spiccioli al lavoro, e venderanno le loro donne per i porci comodi. Non vogliono prostitute: vogliono serve da abusare. Non gli basta il sesso, vogliono il sesso condito col potere.


Questo progetto, sia chiaro, non e' perfetto. Ha dei punti deboli, che il progetto Cagnara presenta come i grandi problemi del paese.

  1. La migrazione delle competenze. 
  2. Il declino demografico.
  3. L'immigrazione.

Un tempo era battezzata come "fuga dei cervelli", ma ora che le imprese faticano a trovare personale , e' chiaro che il nome sarebbe dovuto essere "migrazione delle competenze". Questo sta rapidamente riducendo il parco/servi che serve a certe classi sociali per vivere da ricchi. Potete avere tutte le ville che volete, ma senza idraulici siete fottuti. 

Il declino demografico e' preoccupante per queste classi, perche' toglie loro la carne fresca di cui necessitano, sia maschile che femminile. Sempre meno servi da sfruttare, sempre meno ragazzine da abusare.

Gli immigrati. Sono un problema perche' da un lato non sono abbastanza competenti da sopperire al bisogno di schiavi, ma dall'altro quando li metti dentro un sistema feudale di quel genere, tendono a creare delle tribu' chiuse, che non si piegano facilmente ai loro padroni. 

Le ragazze islamiche, insomma, si prestano poco ad essere carne, quando lo fanno lo fanno solo verso altri connazionali. Se toccate una ragazza ghanese o una ragazza nigeriana, rischiate di essere tagliati a fettine col machete.

La parte difficile dell'immigrazione, dal punto di vista dei nuovi feudatari, e' che questi immigrati si piegano al crimine, ma non al loro miserabile potere. Non stanno nel disegno.

Se ci fosse davvero questa fame di immigrati nelle aziende, insomma, sentremmo parlare di "formazione": se tu hai bisogno di gente, e quella che arriva in Italia e' poco qualificata, tutto quello che devi fare e' formarla. Ma non e' questo il piano dei nuovi feudatari. Per loro le persone sono solo un latifondo da sfruttare col minimo investimento.


Tutta questa caciara, in definitiva, serve solo ad una cosa. A nascondere un progetto, un cambiamento culturale che mira a portare l'Italia indietro di almeno duecento anni.

E tutto quello che vedrete sui giornali e' semplicemente quello che serve a nascondervelo.

 

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Le basi, e il progetto cagnara.

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L'operazione Cagnara.

E' un po' che non posto, anche perche' di solito occorre che ci sia qualcosa che mi stimola a scrivere. Complice un cambio di progetto e la voglia di badare ad altro, l'andazzo attuale si amplifica nella trasformazione incredibilmente profonda della stampa nazionale italiana.