Lo stoicismo americanizzato.

Non so se lo sapete, ma sta tornando di moda lo stoicismo. Di per se', non e' una brutta notizia, nel senso che lo stoicismo e' il corrispondente, se vogliamo, di molte discipline orientali che mirano alla felicita'. Solo che anziche' chiamarla “Nirvana” la chiamano “Ataraxia”. Perche'? Perche' erano greci, ovviamente. Sarcazzo cosa significa, Nirvana, in greco antico.

Quest'ondata, pero', ha un problema. Siccome il ritorno passa per gli USA, il risultato e' che a scriverci dei libri sono degli anglosassoni stupidi come un mezzo mattone di terracotta (tradurre “parduz” e' difficile) , i quali hanno – come al solito – capito il punto , tranne che non ci hanno capito niente.

Andiamo per gradi. Lo stoicismo e' una cosa complicata, ma se vogliamo prenderlo come filosofia pratica, o se preferite come etica, posso proporre una scorciatoia.

Partiamo dal piccolo: lo stoicismo afferma, prima di tutto e sopra tutto, che il desiderio e' cognitivo.

Ora, se siete cresciuti in una casa ove si parlava italiano e lo avete acquisito come prima lingua, “il desiderio e' cognitivo” e' una frase semplice di 4 parole, facile da capire. Se a casa vostra si parlava dialetto e parlate italiano come seconda lingua, o come lingua straniera, non riuscirete a capirla e si spiega in breve.

Quando comprate un SUV pensando che vi fara' allungare l'uccello, e quindi desiderate averne uno, partite da un pre-giudizio, ovvero pensate che il SUV vi fara' allungare l'uccello, e pensate di averne bisogno perche' pensate di averlo piccolo. Quindi, a monte del vostro desiderio di SUV ci sono dei pregiudizi, o dei giudizi – nel caso si tratti di opinioni razionali – . “Il desiderio e' cognitivo” significa proprio questo: noi desideriamo qualcosa perche' abbiamo gia' un'opinione pregressa sulla cosa, e pensiamo sia buona, o pensiamo ci rendera' piu' felici. Il desiderio, quindi, si fonda su qualche opinione. Tale opinione puo' essere razionale o meno, o se preferite giusta o sbagliata.

Si tratta della zona della propaganda o di quella della pubblicita': entrambe le cose consistono nel formare, nella vostra mente, delle opioni che vi portino al desiderio.

Perche' ho fatto il paragone col buddismo o ancora meglio, con l'induismo? I loro filosofi hanno fatto un ragionamento che conclude “siccome tutta l'inflelicita' umana viene dal desiderare, allora desiderare porta sempre infelicita', e quindi se smettete di desiderare sarete felici”.

Gli stoici, che sapevano fare un sillogismo e distinguevano tra condizioni sufficienti e condizioni necessarie, hanno fatto un ragionamento diverso. L'infelicita' deriva dal desiderio, ma non tutti i desideri portano infelicita': lo fanno solo quelli irrazionali, ovvero quelli che partono da premesse cognitive sbagliate.

Per esempio: quando abitavo in Italia, in un bosco sull'appennino, mi sovvenne il desiderio di un SUV. Auto che non mi erano mai piaciute: ma dovevo fare molto sterrato con buche per arrivare a casa mia, nessun corriere consegnava nulla, nemmeno gli eroi in trattore che portavano legna tagliata, e avevo un grosso cane da portare dal veterinario, etc etc etc. L'acquisto di un VERO fuoristrada, quindi, mi diede felicita'.

Era un desiderio , si, ma razionale. Pensavo che sarei stato meglio e il mio giudizio era razionale.

Se fossi vissuto in citta' a Bologna, invece, avrei speso cifre enormi e non sarei stato meglio. Anzi, mi sarei sentito un coglione perche' avevo sprecato soldi per un'auto che non mi dava niente.

La filosofia orientale, invece, mi avrebbe suggerito di non avere un'auto in entrambi i casi, cosa che mi avrebbe reso infelice. In questo senso, trovo lo stoicismo migliore delle filosofie ascetiche orientali.

Ma in questo senso, lo stoicismo ti dice “non perdere tempo a soddisfare dei desideri non razionali, cioe' desideri che non ti renderanno felice e non ti daranno piacere, e focalizzati su quelli razionali”.

Ci sta.


Il problema della sua americanizzazione e' che gli stoici moderni si stanno concentrato sul “cosa” anziche' sul “se” fare. Lo stoicismo, quindi, sta venendo usato non per stabilire SE fare una cosa, SE impiegare energie per fare la tale cosa, ma per stabilire COME si possa ottenere la cosa in maniera razionale, se non addirittura nel raggiungere la razionalita' che sottende la buona performance.

Sia chiaro, lo hanno fatto anche i romani, basta leggere le Meditazioni e notare che sembra un calendario di Frate Indovino. Niente neumos, ma le carote vi verranno una meraviglia. I greci erano un po' piu' profondi in questo senso, anche se erano un po' infantili (se siete genitori avrete passato la fase del “Perche'? E perche'? E perche'? E perche'? E perche'?....) e non si fermavano mai di porsi domande pericolose.

Comunque, il vero problema e' il solito: l'americanizzazione di qualcosa che altrimenti sarebbe anche utile e per certi versi illuminante.

A questo scopo, voglio SCONSIGLIARVI un libro. E' di Garzanti, Scritto da Massimo Pigliucci e Gregory Lopez, ISBN 978-88-11-81702-4

E' esattamente l'errore di cui sto parlando.

Posso speculare una cosa. Pigliucci e' effettivamente un professore di filosofia, quindi ne sa abbastanza da farvi credere che il libro parli di stoicismo. Il problema dell'altro autore e' che si tratta di un biofisico molecolare che si occupa di terapia cognitivo-comportamentale. E fa deragliare completamente il libro, trasformandolo in una specie di libro di esercizi di mindfullness, mentre lo stoicismo non e' niente di tutto questo, e diventa una specie di Franklin Covey. Solo che Covey prendeva molto da Dune (diverse sue citazioni sono Bene Gesserit) e altri libri di fantascienza (in tre corsi ci ho visto Herbert, Asimov, Heinlein e Gibson) , mentre Lopez sembra un pessimo corso aziendale di PNL.

Per esempio, prendiamo tre consigli, gia' dalle prime pagine:

L'unica cosa , delle tre, che avrebbe avuto senso per uno stoico greco era la prima. Le altre tre erano cosi' strampalate, per un Seneca, che non si sarebbe mai sognato di consigliarvele. Poi il libro procede dicendo

Queste tre, con citazione inutile e contraddittoria di Marco Aurelio, sono l'opposto di quanto un filosofo greco vi avrebbe consigliato. Sulla prima, e' vero che i filosofi greci praticavano molta ginnastica che consideravano propedeutica , ma non la consideravano una privazione, la consideravano una pratica preziosa. Prevedere avversita' future non aveva senso PROPRIO per gli stoici , dal momento che se potevi controllare gli avvenimenti era solo astuzia , mentre se non potevi controllare gli avvenimenti era inutile perderci tempo: questa roba (immagina un piano dove tutto va storto) viene da star trek , la Kobayashi Maru. Ricordati che su scala universale non sei un cazzo forse era una tecnica per ottenere un certo distacco, ma non era questo il punto.

Pongo un velo pietoso su “liberati di qualche impegno”, e mi aspettavo “mangia piu' verdura” , ma ad onore del vero nel libro non c'e'. Pero' me lo diceva mia nonna.


Tutto il libro non fa che pervertire lo stoicismo nel solito librozzo americani “dodici comode ricette per avere successo”, implicando – come fanno gli americani – che avere successo sia la stessa cosa di essere felici. Ma l' Ataraxia non era il successo, non era “raggiungi i tuoi obiettivi”.

Era, semmai, “raggiungi gli obiettivi giusti”.

Mi rendo conto che dal punto di vista stoico gli USA erano il posto da cui fuggire, un filosofo greco avrebbe considerato gli americani come il popolo ossessionato dal raggiungimento di obiettivi futili , ma lo scopo di questi due attori sembra essere quello di dire “devi mantenerti lucido e razionale per raggiungere i tuoi obiettivi”. Per un greco, il dovere di raggiungere gli obiettivi era degli schiavi, mentre le menti libere potevano decidere cosa fare senza problemi di produttivita'.

questo libro e' solo uno dei tanti corsi aziendali per manager, solo che ci hanno messo un filosofo tra gli autori per farci credere che sia stoicismo. E non mi meraviglia. La solita brodaglia americana.

Nessuno che sia stoico passerebbe la vita a lavorare nella speranza di andare in pensione, per dirne una. Sarebbe irrazionale. Nessuna persona razionale andrebbe a lavorare per Tesla, sapendo che ogni guadagno va nello stipendio di Musk, se si aspetta una carriera anche ben retribuita. E cosi' via. Nessuno stoico penserebbe di essere un “manager” , si limiterebbe ad aprire la propria azienda, eccetera. Rimarrebbe davvero poco del modo di vivere americano, se davvero lo stoicismo filosofico si diffondesse.

La cosa ancora piu' disturbante e' che per creare un'impressione di ascetismo hanno riempito il libro con citazioni di Epitteto, tratte fuori dal contesto e prive del significato che il libro gli da'.

Si tratta della solita truffa americana , che vi da' l'impressione di aver comprato quello che c'era sulla copertina, ma dentro il libro di stoicismo ci sono due o tre citazioni nel contesto giusto, e il resto potreste trovarlo anche nei corsi aziendali di Covey, o nei corsi di Mc Kinsey.

In generale,una truffa. Fatta bene, devo ammetterlo, ma sempre di truffa si tratta.

Non compratelo.

Uriel Fanelli


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