Il gioco dello scaricabarile tra i sessi.
Dopo l’ultimo post sulle fidanzate AI, mi è arrivato un coro di commenti che suonavano più o meno così: “Il comportamento femminile di oggi è colpa del femminismo”. Una teoria curiosamente simmetrica a quella, altrettanto popolare, che sostiene che ogni male del mondo sia invece colpa del “patriarcato”.
In pratica, due facce della stessa moneta. Entrambe cercano un colpevole unico, un’entità morale da incolpare per tutto ciò che non funziona nei rapporti umani.
Ma questo gioco, che potremmo chiamare scaricabarile ideologico, non è altro che una forma sofisticata di superstizione moderna. Serve a tranquillizzare chi lo pratica: se c’è un cattivo ben definito, e non sono io, allora io non devo cambiare nulla.
L’idea che la società sia divisa in due metà — una arretrata e colpevole, l’altra moderna e innocente — è una fantasia consolatoria.
Non ho mai creduto, e lo ripeto, a una visione così ingenua e binaria della società.
Una società funziona come un organismo: o evolve nel suo insieme, o resta nel suo complesso arretrata. Non esistono isole di modernità circondate dal Medioevo.
E siccome è evidente che non viviamo ancora in una società pienamente moderna, la conclusione è semplice: tutta la società è arretrata, ma la cosa si manifesta in modi diversi a seconda del genere. Gli uomini sono , spesso, arretrati in senso di "patriarcali", le donne sono arretrate in senso di "femministe".
Sia chi invoca il patriarcato come nemico supremo, sia chi demonizza il femminismo come causa di ogni male, fa parte dello stesso sistema culturale che non riesce a superarsi.
Il punto, quindi, non è scegliere da che parte stare, ma accettare l’evidenza che entrambi i paradigmi — il patriarcato e la versione contemporanea del femminismo ideologico — sono prodotti di una stessa arretratezza.
E lo stesso meccanismo del capro espiatorio, è un sintomo chiaro di questa arretratezza.
E soprattutto, entrambi perpetuano la logica più antica e sterile che conosciamo: quella del “tu hai sbagliato, quindi devi risolvere tu il problema”. Come se la società fosse un condominio in cui metà degli inquilini vive nel futuro e l’altra metà nell’età della pietra.
Una società è tutta arretrata o tutta arcaica.
Qualcuno dirà: “Sì, ma il patriarcato è più arcaico, il femminismo è una cosa moderna”. In apparenza può sembrare vero, ma se parliamo di società occidentali la distinzione regge poco. Nemmeno il femminismo, infatti, è davvero nuovo: alcune sue basi teoriche risalgono a due secoli fa, e certe istanze “egualitarie” si trovano già nell’Illuminismo. Insomma, è perfettamente possibile essere indietro di duecento anni pur definendosi femministe. E in certi casi, anche di trecento.
Il punto, quindi, è che “femminismo” e “patriarcato” sono le due facce di una stessa arretratezza culturale che attraversa l’intera società. Due strutture speculari che sopravvivono solo grazie al bisogno di un nemico.
Una cultura bloccata nello schema binario del “noi contro loro”, che invece di evolversi preferisce dedicarsi al solito sport populista: lo scaricabarile. E lo fa sempre nello stesso modo, usando l’altra fazione come capro espiatorio, come se la colpa fosse un patrimonio genetico dell’altro sesso.
Il ping-pong di accuse, oltre che inutile, è anche snervante. E lo si vede benissimo: nel mio post sulle fidanzate AI non ho mai accusato il femminismo.
Ho semplicemente detto che non riscontro nelle donne reali il tipo di comportamento che le fidanzate AI mostrano. Tutto qui.
Che questa differenza dipenda dal femminismo, dalla cultura, dall’evoluzione sociale o da qualunque altra variabile, francamente non è un mio problema.
Il femminismo, per quanto mi riguarda, era già un fenomeno vecchio quando io ero giovane. Quindi, dal mio punto di vista, non è cambiato molto: il mondo è sempre stato così, almeno, che io ricordi.
Del resto, anche la societa' patriarcale di cui ci si vuole liberare, quella contro la quale si ribellarono Franca Viola, e persino Lara Cardella sul piano letterario, non dobbiamo andare a cercarla molto lontano. Per essere "patriarcali" basta tornare indietro di qualche decina di anni, in certe zone del paese.
Quindi anche se il "patriarcato" (come il femminismo, del resto, qui si parte dal mito medioevale di Lilith, e si potrebbe tornare indietro sino a Hestia e Diana) ha radici antiche, non e' poi cosi' antico nella sua storia recente. Ha radici antiche, anche bibliche, certo, ma sono antiche quanto il mito di Lilith.
In generale, quando parliamo di fenomeni come femminismo e patriarcato, dovremmo chiarire subito una cosa: ci riferiamo alle loro accezioni attuali, non alle origini storiche.
Perché il patriarcato di oggi non è quello delle società contadine o delle culture tribali, idem per il femminismo. Sono entrambi fenomeni moderni, quanto obsoleti.
E in questa forma contemporanea, il “patriarcato” non è molto più antico del “femminismo”: entrambi sono emersi, trasformandosi, nella stessa temperie culturale degli ultimi decenni.
Sono figli gemelli di una società che non sa più cooperare ma solo reagire.
E sono proprio queste due versioni moderne che oggi si scontrano rumorosamente, in una guerra di parole, di slogan, di post e di statistiche che nessuno legge fino in fondo.
Il punto e' che quando io vedo una "femminista" litigare con un maschio "patriarcale", non vedo una persona moderna che litiga contro una persona antiquata: vedo due persone antiquate che litigano.
Entrambe le fazioni sono, a mio avviso, ferme attorno al 1600/1800.
Ma siamo nel 2025.
Certo, posso criticare l’arretratezza ideologica insita nel femminismo, così come posso criticare quella insita nel patriarcato.
Ma tutto funziona a meraviglia finché le due ideologie restano separate.
Perché quando finalmente si incontrano, si sposano anche loro — nel senso letterale del termine.
Alla fine vedo sempre la stessa scena: la solita modella giovane, bella ma non ricchissima, che sposa l’imprenditore non bello ma ricchissimo.
Ed ecco servito il matrimonio perfetto tra femminismo e maschilismo.
L’unione sacra tra due arretratezze che si fingono nemiche, ma che nella pratica convivono benissimo.
Perché guai a criticare entrambi: i maschilisti ti diranno subito che il vecchio e orrendo riccone è un vincente, un “alfa”, e quindi deve prendersi tutte le donne.
Le femministe, invece, tireranno fuori qualche spiegazione pseudo-evoluzionistica secondo la quale la donna sarebbe naturalmente portata a scegliere il milionario non per le borse di Hermès, ma per il “bene dei figli”.
Peccato che questi figli, quando ci sono, e non ne vediamo tanti, li vedano più le babysitter e le badanti che le madri stesse.
Mentre le donne che i figli li allevano davvero — e spesso ne fanno anche più di uno — sono quelle delle parti povere del mondo, che curiosamente non passano il tempo a inventarsi teorie pseudoscientifiche per giustificare il proprio tornaconto.
Del resto, le statistiche sulle nascite parlino chiaro:non esiste nessuna “naturale attrazione” femminile verso l’uomo ricco.
Anzi, i tassi di natalità e matrimonio più alti arrivano dai paesi poveri, dove le donne scelgono uomini che non hanno nulla, tranne forse la volontà di costruire qualcosa insieme.
Quelle che i figli li fanno davvero — e li crescono con le proprie mani — non hanno bisogno di inventarsi teorie pseudo-scientifiche/pata-evoluzionistiche per giustificare le proprie scelte.
E se lo mettiamo in politica, il cosiddetto "Woke" e' arretrato e primitivo quanto il "MAGA". Parla di una societa' divisa in fazioni, (mai vista prima questa cosa. A parte... sempre!!) , le quali cercano di scaricare il barile sull'altra fazione, senza avere un minimo di fatti da mostrare, se non su youtube.
Quindi, anche in questo caso, lo scontro destra-sinistra o woke-maga mi sembra ancora la lotta tra due branchi di scimmie ignoranti. Non vedo differenza, sia lo scontro fra woke-maga e quello femminismo-patriarcato non sono la soluzione al problema, sono un sintomo del problema.
Dello stesso identico problema: l'arretratezza culturale di societa' ferme all' 800. Da entrambe le parti.